19 luglio 1992: 32 anni dopo

Il 19 luglio 1992, in via Mariano d'Amelio, si consumò la strage in cui morirono a causa di un'autobomba il giudice Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Claudio Traina, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli. L'unico sopravvissuto fu Antonio Vullo.

19 luglio 1992: 32 anni dopo
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Sono passati 32 anni anni dalla strage di via d'Amelio ma siamo ancora qui, in questa via per omaggiare questi nostri morti e per chiedere ancora verità e giustizia. Verità e giustizia che sono negate ancora oggi, dopo tutto questo tempo. È stato definito il pù grande depistaggio della storia della Repubblica Italiana dove addirirttura è stato costruito dal nulla un falso pentito, Vincenzo Scarantino, e solo grazie al pentimento di Gaspare Spatuzza nel 2008 abbiamo saputo di questo depistaggio e alcune verità. Ma su quel depistaggio si sta ancora indagando e oggi, notizia di poco tempo fa, ci troviano 4 poliziotti indagati ma che, a torto o a ragione, sarebbero solo le ultime file di questa “lunga platea” di depistatori.

  • Chi è che ha realmente voluto questo depistaggio?
  • Chi è che ha voluto far scomparire quell'agenda rossa?
  • Cosa c'era scritto di così importante? E ancora, chi ha deciso l'accellerazione di questa strage? (perché ai mafiosi non conveniva, visto che da li a breve si sarebbe dovuto votare per il 41bis poi approvatot sull'onda emotiva proprio della strage di via d'Amelio.
  • Perché ancora oggi c'è questa volontà di non voler scoprire nulla?

Poi un'altra domandona sarebbe:

  • perché i giudici di Cassazione della Trattativa Stat-mafia hanno letteralmente ignorato circa 10 mila pagine di motivazioni di sentenze di primo e secondo grado assolvendo tutta la parte dello Stato? Davvero lo Stato ha paura di processare se stesso?

Sono tutti interrogativi legittimi ma poi vediamo che. Grazie anche a queste decisioni, si è legittimati a fare tutto. Un esempio su tutti è la Commissione Antimafia, presieduta da Chiara Colosimo, che decide di indagare in maniera singola sulla strage di via d'Amelio ammazzando di fatto qull'intuizione geniale che è stata del pool di Palermo guidato da Chinnici prima e Caponnetto poi. E poi ci ritroviamo la stessa Chiara Colosimo in pompa magna alla Caserma Lungaro di Palermo, nel Reparto Scorte, insieme al Ministro Piantedosi. La ritroviamo pure nel corteo fascista della sera di Fratellli d'Italia e del centro destra insieme a Donzelli e a Ruggero Razza, europarlamentare appena eletto e, casualmente, indagato.

E alla fine ci ritroviamo qui con queste passerelle istituzionali dalle stesse persone che stanno uccidendo, o stanno aiutando ad uccidere, tutto l'operato di coloro che commemorano facendoci correre il pericolo di tornare 40 anni indietro, facendoci correre il pericolo di altri morti ammazzati per le strade della Sicilia in modo che si riapprovi tutto quel patrimonio di leggi che serve a combattere le mafie.

  • Con quale coscienza fanno questo?

Ancora non si sa e non lo sapremo mai. Nel frattempo, come ha gridato Salvatore Borsellino da quel palco in via d'Amelio, dobbiamo resistere e combattere.

Resistenza, Resistenza, Resistenza”.

tutte le foto sono scattate da Antonino Schilirò

 

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