Nella silloge poetica “Semiotica notturna” di Cristina Eléni Kontoglou veniamo condotti in un intricato labirinto di simboli e veniamo ammaliati da visioni e suoni che provengono da una metropoli immaginaria, un “non luogo atemporale” dove luci al neon, superfici riflettenti e atmosfere fumose ci avvolgono. In questo incontro tra la carne umana e la materia urbana nasce un nuovo essere: una commistione di entrambi che, frammentandosi, si uniscono, come accade nella sintesi alchemica per la produzione della pietra filosofale.
L’alchimia è uno dei punti chiave di quest’opera che parla di trasformazione e di contaminazione; ed è così che le fasi della Nigredo, dell’Albedo e della Rubedo si rispecchiano nelle tre sezioni in cui è divisa la raccolta – Materia, Sublimazione e Trasmutazione. Cristina Eléni Kontoglou presenta un’opera concettuale i cui versi evocano scenari futuristici eppure allo stesso tempo profondamente legati a una visione primordiale dell’esistenza. La poetessa vuole tornare all’essenza, alla verità dell’essere, e in queste liriche ricerca tale scopo mostrandoci dei misteriosi processi di trasformazione in cui gli elementi umani e quelli artificiali si confondono. Il cambiamento è necessario, l’unione di sostanze estranee è imprescindibile sebbene straniante; in queste poesie si modificano i significati delle cose, per aspirare a un livello superiore che trascenda la materia.
Ed ecco che, quindi, nella prima sezione dell’opera troviamo la materia grezza e impura, ancora da trasformare: i titoli delle liriche rimandano ad essa – pietra, piombo, bronzo; pronta e disponibile per essere scomposta. In questi componimenti emerge una poetica nostalgia: molti versi sono rivolti a chi non c’è o non c’è mai stato; la fine è insita nella materia, e gli elementi materiali accolgono e amplificano la malinconia della poetessa – «Portami al parco del lago, dove sono stata senza di te sei cerchi nell’acqua fa. La staccionata è ancora spezzata, sarei potuta sembrare una ragazza di campagna se solo avessi saputo dove l’erba non feriva. Le mangrovie nutrivano l’acqua di verde e il suono dei clacson nei parchi di città rompeva l’illusione dello specchio nella vasca di cemento. Il nostro appuntamento era un lago artificiale: anche se non c’eri eri un’assenza costante sulla spiaggia di ombre».
Nella seconda sezione dell’opera la materia viene purificata: è l’anima delle cose che si stacca dalla melma; nella terza sezione, composta da una sola prosa poetica, si raggiunge lo stadio astratto della spiritualità – «[…] Rubedo | lo zolfo rosso | muta in granato | la luce siderale è emersa | deve essere preservata | nel mio corpo […]».
Casa editrice: peQuod Editore
Collana: Rive
Genere: Raccolta poetica
Pagine: 74
Prezzo: 14,00 €
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