Lo sentite il rumore del silenzio, di questo silenzio che come nebbia scende e tutto avvolge? A San Martino sotto la nebbia urla e biancheggia il mare scrisse Carducci, sotto questa nebbia invece fragoroso è il silenzio. Nessuna urla, nessun mare che biancheggia, avanza come onde del mare solo un fragoroso, immenso silenzio. Quello dei templi e dei cerchi, dei professionisti e dei filosofi, dei tuttologi e di sapienti, sapientoni e sapientini. Pronti a giudicare, puntare il dito, emettere fatwe. Altrove, lontano, sui massimi sistemi. Per poi invece indossare la cappa dei balbettii e degli imbarazzi, dei garantismi a buon mercato fino ad affettuosi messaggi e messaggini.
È il silenzio, è la muta sceneggiata che sta avvolgendo il capitolo finale del crollo di uno dei sistemi di potere di questa Res-privata che solo per una convenzione linguistica si continua a chiamare Repubblica. Protagonista una delle paladine dell’antimafia di grido, del circolo dell’antimafia “ufficiale”, quella che detiene ogni verità e che si erge a paladina contro tutti i brutti, sporchi, cattivi, deviati, bugiardi che non aderiscono a tali verità: Silvana Saguto.
Furono Pino Maniaci e TeleJato a scoperchiare il sistema Saguto, tra l’imbarazzo e i silenzi, i negazionismi e le (interessate) indifferenze di molti. Il rumore e l’onda mediatica con cui tentarono di annientare Pino e tutta la tv e la differenza con la Saguto si commentano da soli. Pino è stato assolto, il castello di accuse contro di lui è miseramente crollato. Ora sono diventate definitive anche le condanne per la zarina dell’ex giudice della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo e il suo cerchio magico. E il silenzio totale è diventato una cappa ancora più forte. La notizia trapela, ancora una volta, solo grazie a TeleJato.
Un’oca che guazza nel fango
Un cane che abbaia a comando
La pioggia che cade e non cade
Le nebbie striscianti che svelano e velano strade […]
L’autunno ti fa sonnolento
La luce del giorno è un momento
Che irrompe e veloce è svanita
Metafora lucida di quello che è la nostra vita […]
Distese di foglia marcita[…]
Rinchiudersi in casa a aspettare
Qualcuno o qualcosa da fare
Qualcosa che mai si farà[…]
La notte è di colpo calata
C’è un’oscurità perforata
Da un’auto che passa veloce
Lasciando soltanto al silenzio la buia sua voce […]
(Autunno, Francesco Guccini)
LA FINE DI UN SISTEMA DI POTERE: L’INCHIESTA DI TELEJATO FA CROLLARE IL “CERCHIO MAGICO” DELLA SAGUTO.LE CONDANNE DEFINITIVE DOPO IL RINVIO DELLA CASSAZIONE
È la parola fine per il sistema corrotto che per anni ha gestito i beni sequestrati alla mafia sotto la regia dell’ex giudice Silvana Saguto. Ma a scrivere le prime pagine di questa storia, quando tutti tacevano, è stata Telejato, la piccola grande emittente di Partinico diretta da Pino Maniaci. È grazie alla loro inchiesta, condotta con coraggio e ostinazione, che è stato scoperchiato un sistema di favori, incarichi pilotati e tangenti, ruotante attorno alla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo. Inchiesta poi rilanciata e approfondita anche da Le Iene, ma nata e documentata sul campo proprio da Telejato, tra denunce, pressioni e minacce.
Le condanne definitive: il cerchio si chiude
La Corte d’appello di Caltanissetta, dopo il rinvio della Cassazione, ha rideterminato le pene per gli imputati principali del “Sistema Saguto”, confermando che il giro di corruzione era provato e consolidato.
Silvana Saguto – 7 anni e 11 mesi
Ex presidente delle Misure di Prevenzione. Avrebbe stretto accordi per favorire amici e familiari, ottenendo incarichi per il marito e persino favori accademici per il figlio.
Gaetano Cappellano Seminara – 6 anni e 10 mesi
Amministratore giudiziario privilegiato dalla Saguto. La confisca è stata ridotta a 400 mila euro, ma è saltata quella milionaria chiesta dalla Procura.
Lorenzo Caramma – 6 anni, 1 mese e 2 giorni
Marito della Saguto, coinvolto direttamente nell’amministrazione dei beni confiscati.
Carmelo Provenzano – 6 anni e 6 mesi
Professore della Kore, mediatore di favori e incarichi. Pena confermata.
Roberto Santangelo – 4 anni
Commercialista e amministratore giudiziario, pena ridotta.
Rosolino Nasca – Reato prescritto
Ufficiale della Guardia di Finanza, inizialmente condannato per corruzione, ha beneficiato della prescrizione dopo la derubricazione del reato. Dovrà comunque risarcire 150 mila euro al Consiglio dei Ministri.
Telejato, il coraggio dell’informazione dal basso
Quando i riflettori dei grandi media erano spenti, Telejato era sul campo. Le videocamere di Pino Maniaci hanno documentato nomi, pressioni, conflitti d’interesse e anomalie nella gestione dei beni confiscati, sollevando un caso che inizialmente fu osteggiato e ignorato. Oggi, a distanza di anni, la giustizia conferma ciò che Telejato aveva già messo nero su bianco: esisteva un “cerchio magico” protetto da toghe e potere, che agiva al di sopra della legge. Il processo si chiude, ma resta aperta una riflessione: senza l’ostinazione di giornalisti come Pino Maniaci e la sua piccola redazione, questa rete di corruzione avrebbe continuato indisturbata. La giustizia è arrivata, ma l’informazione libera e indipendente è stata la prima ad accendere la miccia.
Danilo Daquino, TeleJato





