Il Partito Comunista dei Lavoratori – Molise chiede al Prefetto di Campobasso e al Sindaco di Bojano di revocare o sospendere in autotutela il raddoppio dell’autovelox sul tratto compreso tra il km 203 e il km 205 della Statale, autorizzato con Decreto prefettizio del 24 dicembre 2024. La contestazione: “Mancano le motivazioni e i parametri di legge che giustificano la decisione”.
Nel Decreto del 19 dicembre 2023 era stato autorizzato un unico autovelox tra il km 203 e il km 203+800. Con il nuovo Decreto n. 88648 del 24 dicembre 2024, il Prefetto ha esteso l’autorizzazione a un secondo autovelox dal km 205 al km 208+900, sulla base di una proposta della Polizia Stradale di Campobasso (nota n. 50463 del 7 novembre 2024).
Secondo il PCL Molise, il documento non contiene – né in motivazione, né in allegato – i dettagli della proposta, lasciando senza risposta un interrogativo centrale: quali elementi oggettivi sono cambiati in soli due chilometri di strada per giustificare un raddoppio dell’autovelox?
Il Partito Comunista dei Lavoratori – Molise parla di “illegittimità del provvedimento” per assenza o insufficienza di motivazione, sottolineando che ogni atto amministrativo deve essere fondato su dati verificabili: tasso di incidentalità, volume del traffico, condizioni strutturali e plano-altimetriche.
In mancanza di queste informazioni, secondo il PCL, si violano non solo principi democratici e di trasparenza, ma anche le norme sul diritto di accesso civico e pubblico agli atti amministrativi.
Il movimento politico molisano annuncia che verificherà anche l’omologazione tecnica dei totem autovelox: se non risultassero conformi, le multe potrebbero essere nulle, come stabilito dalla Corte di Cassazione con l’Ordinanza n. 1332/2025.
L’obiettivo dichiarato è ottenere la sospensione immediata dell’attivazione del nuovo dispositivo fino alla pubblicazione delle motivazioni ufficiali.
Il PCL Molise ribadisce di sostenere la sicurezza stradale, ma non con misure percepite come strumenti di cassa.
“Si intervenga – dichiarano – su pericoli reali come accessi privi di rotatorie, manto stradale dissestato, gallerie insicure, frane e tratti tortuosi, magari investendo proprio i proventi delle multe. Invece si privilegiano interessi privati legati a noleggio e manutenzione degli autovelox, oltre agli scopi di cassa dei Comuni, colpiti dai tagli antisociali del governo Meloni e costretti a rivalersi sui cittadini”.
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