“Ogn’anno, il due novembre, c’è l’usanza per i defunti andare al Cimitero, ognuno ll’adda fa’ chesta crianza, ognuno adda tené chistu penziero.”
Potremmo iniziare a parlarne così, con le parole di Totò nella sua poesia “’A Livella”. E, in un certo senso è ciò che si vuole descrivere.
Come è giusto che sia ogni anno, nelle varie giornate degli anniversari di morte, ricordiamo mano a mano le vittime delle mafie. E quindi, ormai quasi ogni giorno, ricordiamo i vili attentati fatti ai giudici, ai giornalisti, ai medici, agli appartenenti alle forze dell’ordine, ai semplici cittadini. Ma negli ultimi anni ci stiamo accorgendo di un altro pericolo: tanti di coloro che sono rimasti in vita a cercare verità e giustizia ci stanno lasciando, chi per collera, chi per malattia, chi di vecchiaia.
E con loro il pericolo è che pure la memoria ci lasci.
Mi viene in mente, ad esempio, Augusta Schiera e Vincenzo Agostino. Sono morti, rispettivamente, il 28 febbraio 2019 e il 21 aprile 2024. Loro sono i genitori di Nino Agostino, valoroso poliziotto, ucciso il 5 agosto 1989 insieme alla moglie incinta Ida Castelluccio. Si sono battuti una vita intera per cercare verità e giustizia per queste morti, che sono circondate da un coacervo di interessi che vanno ben oltre la mafia e oltre cosa nostra. Ahinoi non ci sono riusciti.
Il 19 agosto 2023 ci ha lasciati Gino Manca padre di Attilio Manca, l’eccellenza nel mondo dell’urologia italiana suicidato il 12 febbraio 2004. Eh sì perché di suicidio si parla, ancora oggi, ma tutto sembra tranne che un suicidio.
Gino Manca ha lottato fino all’ultimo dei suoi giorni per cercare una verità sulla morte del figlio, per fare in modo che non venisse più infangata la sua memoria marchiandolo come tossicodipendente e suicida per overdose. Ahinoi, purtroppo, non ci è riuscito. E mi piacerebbe ricordarlo con le parole della moglie, la signora Angela, che ancora oggi, insieme al figlio Gianluca, si battono per cercare di far riaprire il processo e trovare una verità sulla morte di Attilio:
“Immagino che Attilio abbia accolto Gino, tenendolo con gioia e amore in braccio come in questa foto. Adesso saranno in due a proteggermi e a darmi la forza di andare avanti. Il dolore è enorme, ma voi mi state facendo sentire il vostro affetto e la vostra vicinanza. Grazie di cuore a tutti.”
È morto Gino Manca, il padre di Attilio. La lotta per la Verità continua
È notizia di martedì, inoltre, la morte del compagno Salvo Vitale, compagno di Peppino Impastato e tra i fondatori di Radio Aut con la quale denunciavano gli affari mafiosi e gli intrecci con la politica locale anche con la satira. Dopo la morte di Peppino si è impegnato a far girare la sua storia in tutta Italia, a cercare la verità sull’uccisione del loro compagno e a cercare di decifrare la politica attuale per evitare, da antifascista sincero e puro, un possibile ritorno al passato.
Addio a Salvo Vitale, compagno di Peppino e tra i fondatori di Radio Aut
Come non parlare, soprattutto in questi giorni, di Pippo Baudo. Mercoledì, in una Militello stracolma, si sono svolti i funerali dando per sempre l’addio al presentatore d’eccellenza, al siciliano doc e ad un antimafioso il quale, per questo, ha subito diversi attacchi.
Potrei continuare molto a lungo quest’elenco citando, ad esempio: Letizia Battaglia, Mimma Barbaro moglie di Beppe Alfano, Piero Impastato e tutti i compagni e le compagne di Peppino Impastato che ci hanno lasciato nel corso di questi 47 anni, Rita Borsellino e tanti altri, purtroppo
Il pericolo è uno: chi ha vissuto quei periodi, essendo passato molto tempo, inevitabilmente si ritrova ad essere nella fase finale della vita, si spera più a lungo possibile.
E la domanda è una: saremo noi capaci di mantenere viva la memoria?





