L’11 settembre non è solo la data che richiama alla mente le torri gemelle di New York. È anche, e prima ancora, il giorno in cui il Cile fu inghiottito dal buio di una dittatura feroce. Era il 1973 quando il palazzo presidenziale de La Moneda venne bombardato dalle forze armate guidate dal generale Augusto Pinochet. All’interno resisteva, con il suo elmetto e la fascia presidenziale, Salvador Allende, primo presidente socialista eletto democraticamente in America Latina.
Allende parlò al popolo cileno per l’ultima volta attraverso la radio. Parole di dignità e di addio, destinate a diventare memoria collettiva. Poche ore dopo, il Cile non era più un Paese libero.
Il suo sogno, costruire una società socialista senza rinunciare alla democrazia, dare voce agli operai, ai contadini, agli studenti, alle donne, si infranse contro il muro delle élite economiche cilene, dei militari addestrati negli Stati Uniti e delle interferenze della CIA. Washington non poteva permettere che un governo che nazionalizzava il rame, che dava pane e scuola ai più poveri, diventasse un modello per l’America Latina.
La morte di Allende aprì la strada a diciassette anni di dittatura, torture, desaparecidos, repressione sistematica. Il Cile divenne laboratorio del neoliberismo, con i “Chicago Boys” a sperimentare le ricette economiche che avrebbero poi influenzato il mondo intero.
Eppure, a distanza di 52 anni, Allende non è un fantasma sbiadito. È simbolo di un’utopia possibile: che giustizia sociale e libertà possano camminare insieme. La sua figura continua a ispirare i movimenti popolari in America Latina e non solo.
L’11 settembre 1973 ci ricorda che i colpi di Stato non sono solo fatti di carri armati e bombe, ma di verità soffocate, di sogni traditi, di popoli costretti al silenzio. La sua voce, però, non è stata messa a tacere. Risuona ancora nelle piazze di Santiago, nei murales che lo raffigurano con il suo casco bianco, nei libri di storia che i potenti avrebbero preferito cancellare.
Salvador Allende rimane l’immagine di un presidente che ha scelto di cadere con la democrazia piuttosto che arrendersi alla tirannia. Una lezione che, oggi più che mai, vale la pena ricordare.





