Arriva in libreria il 26 novembre 2025 Le cellule vagabonde. Come la nuova scienza del microchimerismo sta ridefinendo il concetto di identità, il nuovo saggio di Lise Barnéoud, pubblicato da Codice Edizioni.
Un libro destinato a far discutere, perché spinge la scienza a guardarsi allo specchio e la filosofia a rivedere i propri confini.
Per secoli abbiamo pensato che il corpo umano fosse un sistema chiuso, costruito su un DNA unico, irripetibile e immutabile. Oggi sappiamo che non è così: dentro di noi si nascondono cellule “aliene”, provenienti da altri individui — spesso dalla madre, da un figlio o persino da un gemello mai nato — che si insediano, convivono e collaborano con le nostre cellule.
È il microchimerismo, una scoperta che sta riscrivendo la storia della biologia e che apre orizzonti impensati sull’identità personale.
Microchimerismo: la scienza delle cellule migranti
Il termine microchimerismo indica la presenza, in un organismo, di cellule geneticamente distinte dal resto del corpo. Un fenomeno documentato durante la gravidanza, ma che può manifestarsi anche attraverso trasfusioni o trapianti.
Le cellule “vagabonde” non sono semplici ospiti: partecipano attivamente alla vita dell’organismo, riparano tessuti, si integrano in organi, a volte influenzano il sistema immunitario, aiutandolo a difendersi da infezioni e malattie.
Ma la portata di questa scoperta non è solo biologica: è filosofica, esistenziale e politica. Se dentro di noi vivono frammenti di altre vite, dove finisce l’“io” e dove comincia l’“altro”?
Il libro di Barnéoud affronta questa domanda con la grazia di una narrazione scientifica precisa ma intrisa di umanità.
Un saggio che unisce scienza e pensiero
Con uno stile lucido e appassionato, Lise Barnéoud, giornalista scientifica e collaboratrice di Le Monde, guida il lettore in un viaggio tra laboratori, intuizioni e interrogativi etici.
Il suo approccio è rigoroso, ma mai freddo: ogni pagina rivela il legame profondo tra biologia e filosofia, tra materia e memoria.
«Le nostre cellule sono custodi di storie che non ci appartengono del tutto», scrive Barnéoud.
Una riflessione che si intreccia con la domanda più antica di tutte: cosa significa essere sé stessi in un mondo dove l’identità è una rete di relazioni invisibili?
Un libro che cambia la prospettiva sull’essere umano
Definito da Libération «uno di quei libri capaci di cambiare la nostra visione del mondo», Le cellule vagabonde si inserisce nel solco di grandi opere divulgative come Il canto della cellula di Siddhartha Mukherjee.
Barnéoud ci mostra che la scienza non distrugge il mistero dell’esistenza, ma lo amplifica, rivelando che l’unità biologica è un’illusione e che la vita è fatta di intrecci, scambi e ibridazioni.
Chi è Lise Barnéoud
Lise Barnéoud è giornalista scientifica, documentarista e autrice di saggi sulla biologia contemporanea e sulla medicina moderna.
Collabora con Le Monde e altre riviste specializzate internazionali. Dopo aver indagato il tema dei vaccini, ha dedicato anni di ricerca al microchimerismo, mettendo in discussione la visione tradizionale dell’identità genetica.
La sua scrittura unisce rigore scientifico e sensibilità umana, rendendo accessibile una delle più affascinanti rivoluzioni del pensiero biologico del nostro tempo.
Un libro per chi ama la scienza che interroga la vita
Le cellule vagabonde non è soltanto un testo di divulgazione: è un invito a ripensare la nostra storia biologica, a riconoscere che dentro di noi non c’è mai solo un “io”, ma una comunità di presenze, una genealogia silenziosa che ci accompagna fin dalla nascita.
Un libro per chi cerca nella scienza non solo risposte, ma nuove domande.





