Alla donna che ho creduto di amare e che invece...

Alla donna che ho creduto di amare e che invece...
Foto di Alexandr Ivanov da Pixabay

Forse ti stupirà leggere queste parole che solo ora ho avuto il coraggio di scrivere e lasciare uscire ad alta voce, ora che tutto è compiuto. O forse no, magari le aspettavi da tempo; non so, così come non mi è ancora chiaro il perché io lo stia facendo. Certamente non sto cercando il tuo perdono e neppure cercando di riscattare il mio nome; non scrivo neanche per tentare di spiegare la profonda infinita oscurità che mi ha portato a compiere il mio ultimo “gesto d'amore” nei tuoi confronti.

 

So di non essere un uomo qualunque, tantomeno riesco a collocare il mio pensiero nella dimensione comune di cosa sia giusto e sbagliato, di amore e odio. Ho fatto in modo che tu conoscessi il mio modo di amare e nello stesso tempo hai conosciuto la mia follia. Due facce della stessa medaglia.

 

Non aspettarti che io scriva che mi dispiace, non posso farlo perché non provo alcun rimorso per quello che ho fatto. Non è il pentimento quella pulsione nel mio cuore ora, ma qualcosa di più potente, virile, vibrante, una meravigliosa sensazione di essermi liberato, di aver finalmente espresso quella potenza brutale che mi ardeva dentro.

 

Ti ho amata, forse, a modo mio ed io non so distinguere tra possesso e amore. Non ho saputo né voluto distinguere tra il desiderio di volerti tutta per me e il desiderio di distruggerti. Un fuoco che mi consumava, che non ho saputo o voluto, controllare.

Mi sono sempre nutrito di estremi ed eccessi. Ho amato troppo, o forse non ho mai davvero amato o conosciuto l'amore. Non ho mai capito come si fa, ma in compenso ho odiato, con un odio che brucia come la pioggia di fuoco nell'inferno dantesco, con un'esecrazione che doveva essere resa reale, tangibile, verificabile, ricordata.

 

Non voglio il tuo perdono, né tantomeno quello di nessuno altro. Ho agito secondo la mia natura, ho seguito gli impulsi che vibravano sotto la mia pelle, nelle mie vene.

 

Il tuo destino è stato deciso dal momento in cui ci siamo incontrati la prima volta, quando hai attraversato il mio cammino. Tu puoi chiamarlo ingiustizia, fato, tragedia, per me è invece il completamento naturale di ciò che eravamo destinati ad essere. Una conclusione che ogni storia d'amore dovrebbe avere, se le passioni fossero veramente libere di manifestarsi senza costrizioni.

 

La tua vita è stata il mio trionfo, la tua morte la mia liberazione.

Senza rimorso,

 

Il tuo assassino.