Cracolici: “Rischio grave da infiltrazioni mafiose nei comuni, ddl enti locali va riscritto”

L'INTERVENTO del Presidente della Commissione Antimafia in Sicilia, Antonello Cracolici, sul pericolo del "Ddl Enti Locali".

Cracolici: “Rischio grave da infiltrazioni mafiose nei comuni, ddl enti locali va riscritto”


“Questo è un disegno di legge che non ha né capo né coda, e non si concentra sui problemi reali degli enti locali: siamo la terra con il più alto numero di comuni in dissesto o pre-dissesto, c'è un tema della rappresentanza di genere che non può essere interpretato come una concessione, ma soprattutto c'è una deriva molto pericolosa che riguarda il condizionamento, da parte della criminalità organizzata, degli atti dei nostri comuni e delle nostre amministrazioni, come ho sottolineato nella relazione conclusiva della commissione antimafia.

C'è un abbassamento della guardia nei confronti dei rischi di infiltrazione mafiosa. La riforma degli enti locali deve invece rigenerare un rapporto fecondo tra questi enti e le istituzioni, non possiamo assistere al degrado delle istituzioni. Questo ddl va ripensato e riscritto”.

Lo ha detto Antonello Cracolici, presidente della commissione Antimafia all'Ars, durante la discussione in aula sul ddl sugli enti locali.

A fine settembre, la commissione Affari Istituzionali dell’Ars, aveva approvato la bozza del disegno di legge. L’organo politico è presieduto dall’esponente della Nuova DC Ignazio Abbate, nonchè relatore del testo, inviandolo così in aula per poterlo incardinare. Già in prima battuta il documento ha dovuto subire alcune modifiche, visti anche i 150 emendamenti presentati la settimana prmia.

Una volta approdato a Sala d'Ercole, alla prima seduta d'ottobre martedì 1, vegono presentati 350 emendamenti in modo da far rallentare la sua evoluzione. adesso se ne riparlerà in aula giorno 15 ottobre. Tra richiesta di voto segreto e dissidi interni, sia tra maggioranza e minoranza, c'è il pericolo che si commettano passi falsi con l'obbligo di far tornare il Ddl in Commissione.

Il testo si compone di dodici articoli: la rappresentanza di genere nelle giunte dei comuni con popolazione superiore ai tremila abitanti disciplinata dall’articolo 2; il riordino dei revisori; la rieleggibilità per i sindaci al terzo mandato (per i comuni dai 5.000 ai 15.000 abitanti), l’abrogazione delle sanzioni finanziarie e della nomina dei commissari ad acta per i comuni inadempienti per la relazione sullo stato di attuazione del programma presentata dal sindaco al Consiglio comunale; l’aumento del numero dei componenti delle giunte comunali; l’articolo che

“modifica la normativa regionale in materia di mozione di sfiducia per il sindaco da parte del consiglio comunale aumentando il numero di voti necessari all’approvazione della suddetta mozione”.