Da quanti anni manca una sinistra in Italia?

LA VIDEO-INTERVISTA CON IL PROFESSORE D'ORSI. Siamo partiti da una domanda retorica per comprendere il pensiero del promotore del manifesto politico.

Da quanti anni manca una sinistra in Italia?

«Bisogna organizzare le forze ed organizzarsi dal basso, attraverso lo studio e la lotta. Gli unici mezzi per formare una leadership. Il mio sogno è un partito gramsciano, che non si opponga ai partitini della sinistra ma che porti al loro autoscioglimento e a capire che occorre cambiare radicalmente, che non si può continuare a vivacchiare.»

 

Ecco il documento integrale:

Per la rinascita della Sinistra.

Proposta di un percorso per l’alternativa politica e sociale

La situazione nel nostro Paese richiederebbe un’opposizione di Sinistra e ambientalista in grado di costruire un’alternativa di massa, di pensare un cambiamento radicale della situazione. Purtroppo oggi non c’è, nonostante le generose resistenze delle forze della Sinistra radicale e e dei movimenti sociali, e le numerose e diffuse esperienze di lotta e solidarietà.

Nelle ultime tornate elettorali comunali e regionali abbiamo registrato l’ennesima sconfitta della Sinistra, già da tempo estromessa dal Parlamento nazionale.

Una nuova battuta d’arresto che ci obbliga ad uno sforzo di sincerità, e di immaginazione. Questa lettera aperta vuol essere uno stimolo per avviare una riflessione collettiva e una ricomposizione che possano favorire una rinascita della Sinistra.

La politica italiana appare sconnessa dai bisogni e dalle sofferenze di numerosi gruppi sociali, e la pandemia ha acuito le disuguaglianze arricchendo i ricchi, impoverendo i poveri: il governo Conte ha rivelato incapacità e improvvisazione, poi il governo Draghi, tutt’altro che “dei migliori”, si è concentrato nella tutela degli interessi forti e investe enormi di risorse non certo in direzione del superamento delle ferite sociali e ambientali prodotte dal neoliberismo, e aggravate dal Covid 19. Emblematico il fatto che nessun provvedimento serio è stato adottato per rimediare alla catastrofe sanitaria, effetto della regionalizzazione, della privatizzazione e dell’aziendalizzazione ed anzi si perseveri con la dannosissima autonomia differenziata.

Larga parte della popolazione, non solo degli strati più bassi della società, soffre l’aumento della disoccupazione, del lavoro precario e gli astronomici rincari di beni di prima necessità e soprattutto dei costi dei servizi, del carburante, e delle utenze legate all’energia, le difficoltà della scuola e dei trasporti, a cui non si è voluto porre rimedio. Un dramma fondamentale riguarda le giovani generazioni spinte all’emigrazione, escluse da scuola e lavoro molto più che nella media europea, condannate alla precarietà e obbligate persino a lavorare gratis in orario scolastico. Le donne, pur laureandosi più dei maschi, continuano ad essere colpite da un divario di trattamento inaccettabile, per non parlare della violenza maschile e patriarcale. Nessun governo vuole affrontare seriamente la “questione meridionale, e la condizione del Mezzogiorno rimane critica, penalizzato anche dalla distribuzione dei fondi PNRR. Il governo Draghi è espressione di una politica UE che dice no alla moratoria dei brevetti sui vaccini negandone l’accesso ai popoli del sud del mondo e impegnato invece a garantire i profitti delle multinazionali, finanzia nucleare e gas spacciandoli per “verdi”, è complice della crescita delle spese militari e delle logiche di guerra della NATO, succube delle decisioni degli USA. Incombe la spada di Damocle di Maastricht e dei Trattati europei perché la centralità rimane quella del mercato e dell’impresa, non già quella dei principi della nostra Costituzione.

Tutto ciò produce un profondo distacco tra popolo e istituzioni rappresentative (come hanno mostrato le ultime elezioni) e genera disincanto, rancore, rabbia. Lo svuotamento della democrazia costituzionale è evidentissimo. L’elezione del Presidente della Repubblica, è stato l’ultimo esempio clamoroso, con la proroga di Sergio Mattarella, salutato da un’ovazione ipocrita: esempio di come si possa predicare bene e razzolare male.

Senza un salto di qualità nell’azione politica e sociale rischiamo che lo scenario sia permanentemente caratterizzato da un sistema politico allineato al “pensiero unico” neoliberista e forme di opposizione reazionarie e regressive.

Il governo Draghi ha visto la non nuova convergenza di centrodestra e centrosinistra con la definitiva omologazione del M5S. Il bipolarismo ha espulso dalla rappresentanza le classi popolari e le formazioni critiche.

La rivoluzione è attuale, in questo contesto? La pandemia è stata assimilata a una guerra, a torto o ragione, ma la metafora rende l’idea. E come ogni guerra ha lasciato ferite e devastazioni. E ha prodotto, e continua a produrre scontento, disgregazione, ansia sul futuro. Come un secolo fa c’è bisogno di ricostruire, come dopo la Grande Guerra e l’epidemia di “Spagnola”. Di creare un ordine, ma che sia radicalmente nuovo, per citare il giovane Gramsci. Insomma di una alternativa alle politiche dell’ultimo trentennio.

La Sinistra nuova deve rivolgersi alle vastissime aree di disagio sociale, e deve avere la forza di indicare gli obiettivi per combattere le ingiustizie e le discriminazioni, la devastazione ambientale, per difendere e allargare gli spazi di uguaglianza, di democrazia e di libertà. Gli scioperi generali dei sindacati di base e della CGIL, l’“Insorgiamo” della GKN, i Fridays For Future, ilmovimento NO TAV; gli studenti contro l’alternanza scuola-lavoro, le mobilitazioni transfemministe e LGBTQI, l’antirazzismo, il mutualismo, l’impegno contro le mafie, l’antifascismo, i comitati per la Costituzione dimostrano che nel nostro Paese c’è la voglia e la capacità di non accettare le cose come sono.

Una Sinistra che voglia andare oltre la mera autoconservazione deve intercettare i bisogni reali delle più vaste fasce di popolazione, e trasformarli in azione politica. Sono ormai 14 anni che la Sinistra non ha più rappresentanza, ed è ora di riorganizzare le forze e ripartire. Dalle lotte, dallo studio, dall’azione politica più vasta e diffusa, che comprende anche le contese elettorali, ma non si identifica in esse, certamente.

Abbiamo bisogno di una Sinistra nuova, autentica e non autoreferenziale, che tesaurizzi le esperienze storiche di tutti i movimenti che hanno concorso nel tempo a costruire un prezioso bagaglio teorico e pratico, imparando dagli errori, apprendendo dalle virtù e realizzando una nuova ‘proposta politica’ adeguata ai tempi dell’ultracapitalismo e del neoliberismo. Dobbiamo imparare ad essere dialogici, uscendo dal settarismo e dall’autoreferenzialità, imparare ad ascoltare e confrontarci con tutte le componenti del variegato mondo della Sinistra. Imparare a metterci in discussione, e non soltanto ad azzannare i compagni che la pensano diversamente da noi, se condividiamo gli obiettivi, e siamo pronti a discutere di come raggiungerli.

Noi invitiamo le attiviste e gli attivisti di associazioni, comitati, sindacati, partiti, movimenti, a dare il proprio contributo. Invitiamo lavoratrici e lavoratori, di tutte le classi, cittadine e cittadini che non si rassegnano.

Invitiamo i partiti e le organizzazioni esistenti che da sole e frammentate non hanno la forza per invertire la tendenza a predisporsi all’incontro.

Invitiamo gli intellettuali a “mettere la faccia”, in questo processo, pronti ad affrontare il rischio della sconfitta, ma anche a dare il loro contributo di sapere a tutti: intellettuali che sappiano e vogliano “farsi popolo” e nel contempo aiutare quel popolo a trasformarsi in una “massa critica” intellettuale.

Proponiamo di dar vita a un percorso che cerchi di non ripetere gli errori del passato per costruire un movimento, una soggettività unitaria e plurale, uno schieramento per l’alternativa all’offerta politica oggi presente.

Proponiamo assemblee in tutte le realtà locali, nel Paese e di costruire luoghi di ascolto, innanzi tutto, di discussione, di confronto.

Questa è soltanto una proposta, può diventare un programma politico a patto che tutte le persone interessate si mettano in gioco con noi per avviare il percorso, che parta immediatamente, verso la costruzione di una soggettività unitaria e plurale che per dimensioni e credibilità possa rappresentare una alter

nativa radicale ai poli politici oggi esistenti.

Fin da ora, avviamo insieme un percorso che conduca a una vera e propria rinascita della Sinistra.

Angelo d’Orsi

 

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