Davvero ci meravigliamo?

La latitanza di Matteo Messina Denaro.

Davvero ci meravigliamo?
immagine diffusa dai ROS


Si è meravigliata quasi tutta Italia quando siamo venuti a sapere che Matteo Messina Denaro aveva un'amante che la chiamava “Kokka” e la portava in giro in tutta Italia tra ristoranti di lusso e shopping. La notizia, lanciata qualche settimana fa da Palermo Today, emerge dalle 208 pagine di verbale in cui una donna di Campobello di Mazara di 38 anni ha raccontanto agli inquirenti circa il suo trascorso tra l'ottobre 2019 e l'aprile 2022 con l'ex primula rossa. Lei lo avrebbe conosciuto come

  • dottore Francesco Averna”, 57enne nato il primo maggio 1962 (e non il 26 aprile),
  • residente a Palermonelle zone di via Belgio”,
  • medico anestetista in aspettativa in una clinica privata” di Palermo,
  • padre di due figlie ormai grandi” e che avrebbe cresciuto da solo perché lasciato dalla moglie quando aveva scoperto una sua storia con la sorella;
  • figlio di una madre anziana “accudita da una badante a Castelvetrano, che si chiamava Lavinia come una delle sue figlie”,
  • di avere “un cagnolino” (come quello che utilizzava nei social).

Il medico Francesco Averna

  • era ricco e benestante con un portafoglio molto pregiato e pieno di soldi tutti messi ordinati”,
  • inoltre aveva una copia dell'”Origine del mondo” di Gustave Courbet, ritrovato nel covo di Campobello di Mazara in via San Giovanni, dove la coppia si incotravano “due volte a settimana”.

E ancora:

  • girava “con una Fiat 500” in varie parti della Sicilia, da un centro commerciale Conca d'Oro a Palermo ai ristoranti alla moda di Mondello e Sferrocavallo, da un resort all'Addaura a località turistiche come Taormina e Cefalù.

“Dava semore l'impressione che non aveva amici, era chiuso, molto riservato, strano, non sopportava niente, diceva: 'Io le mie cose non le racconto a nessuno, non mi piace parlare di me'. Ho capito troppo tardi di avere rischiato la vota. Sono stata ingenua e infatti non avrò mai più rapporti con persone che non conosco”,

ha dichiarato la donna agli inquirenti.

Facendo un recap della giustizia dal suo arresto, possiamo vedere che

  • il geometra di Campobello di Mazara che ha prestato la sua identità al boss nell'ultimo periodo da latitante, ovvero Andrea Bonafede, è stato condannato a 14 anni di reclusione;
  • sono stati arrestati dai carabinieri del Ros, coordinati dalla Procura di Palermo, i fratelli Antonio e Vincenzo Luppino, figli di Giovanni Luppino, nonché l'autista di Matteo Messina Denaro: Giovanni Luppino aveva accompagnato il boss alla clinica La Maddalena dove entrambi sono stati arrestati il 16 gennaio.

E ancora:

  • il giudice per l'udienza preliminare di Palermo ha condannato a 13 anni e 4 mesi in abbreviato, per concorso esterno in associazione mafiosa, Lorena Lanceri, la donna che per anni ha protetto Messina Denaro.
  • Inoltre è morta la madre di Messina Denaro Lorenza Santangelo, aveva 88 anni.
  • Per Laura Bonafede, la maestra e storica amante di Matteo Messina Denaro, è stata richiesta una condanna a 15 anni di reclusione dalla DDA palermitana e la sentenza dovrebbe essere pronunciata il 5 novembre.

“Sta andando avanti tutta l'indagine attorno all'entourage di Matteo Messina Denaro. Ora – come sempre fatta salva la presunzione di innocenza finché la sentenza non è passata ingiudicata – rimane il fatto che dal suo arresto abbiamo individuato e portato a giudizio 15 persone. Sono stati arrestati esponenti della sua famiglia, di cui alcuni sono già stati condannati in primo grado. Così come sono state arrestate persone che hanno prestato l'identità al boss o che gli hanno offerto un rifugio. Dobbiamo trovare le prove e farli condannare: il lavoro dunque non è finito.
Il lavoro della Procura infatti è quello di individuare tutti quelli che hanno contribuito alla latitanza del boss.

Sia per quanto riguarda l'ultimo periodo, ovvero quando Messina Denaro ha avuto bisogno di assistenza medica, che per i periodi precedenti.
Accanto a questo filone di indagine, ci sono anche i nostri sforzi per individuare tutti gli altri esponenti delle famiglie mafiose del Trapanese che si stanno ora organizzando per sostituire Matteo Messina Denaro.

Così come noi ci concentriamo nel post Messina Denaro così lo stanno facendo anche loro”,

ha dichiarato il procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia a Fanpage.

Messina Denaro, nel 2004, scriveva un pizzino a Bernardo Provenzano abbastanza particolare:

“Purtroppo non posso aiutarla. Al momento non abbiamo più nessuno: sono tutti dentro, pure i rimpiazzi e i rimpiazzi dei rimpiazzi. C'è solo da aspettare che esca qualcuno che ha cose più leggere (per riprendere quei discorsi - ndr). Purtroppo qua le batoste sono state a ruota continua e non accennano a finire. Credo che alla fine arresteranno pure le sedie” a dimostrazione di come lo Stato contrasatava la mafia.

L'ultima notizia, di qualche ora fa, sono le pene ridotte in appello e una pioggia di scarcerazioni per scadenza dei termini di custodia cautelare per alcuni fedelissimi di Matteo Messina Denaro che, nelle prossime ore, torneranno liberi. Lo ha deciso la corte d'appello di Palermo, che su indicazione della Cassazione e per il venir meno della circostanza aggravante del reimpiego economico dei proventi dell'attività mafiosa, era chiamata a rivedere le pene per una serie di capomafia e gregari trapanesi.

Sembra che quasi ci meravigliamo di queste notizie, come se nel corso degli anni non sappiamo che è stato fatto di tutto per favorire la latitanza di Matteo Messina Denaro dagli spostamenti di validi poliziotti, come Germanà, Linares e Sodano (semplicemente perché si erano avvicinato troppo agli interessi del boss) all'ex sottosegretario di Forza Italia, Tonino D'Alì, condannato per aver favorito la latitanza dell'ultimo stragista.