Dentro la mente di un giovane assassino

Quali sono le possibili situazioni che spingono un giovane di soli 17 anni a compiere un atto di violenza inarrestabile, come quello avvenuto recentemente in una cittadina del milanese?

Dentro la mente di un giovane assassino
Foto di Anja da Pixabay


 

La cronaca nera si occupa di crimini efferati, ma quando racconta di un “massacro” come quello di Paderno Dugnano, in cui le vittime sono un padre, una madre e un fratellino minore, uccisi per mano del primogenito, la mente non solo fatica, ma si rifiuta del tutto di comprendere le molteplici cause e attenuanti che possano condurre a una simile tragica fine per la propria famiglia.

 

L'intero Paese è ancora sotto shock per l'accaduto. La cittadina, i vicini e i compagni di scuola descrivono il "giovane omicida" come un ragazzo da sempre considerato affidabile, di sani principi e appartenente a una famiglia irreprensibile; una famiglia apparentemente perfetta. I vicini raccontano di non avere mai udito grida o parole fuori posto provenire dalla villetta della famiglia.

 

Proviamo ad analizzare i fatti:

 

Il Paradosso della Famiglia "Perfetta”

Durante l'interrogatorio (dove inizialmente l'omicida si è dichiarato estraneo ai fatti, per poi cedere a una confessione solo qualche ora più tardi), il ragazzo ha dichiarato di aver sterminato la sua famiglia perché "mi sentivo un estraneo". Queste sono le parole riportate dagli inquirenti nel verbale. Ha confessato di vivere in uno stato di "malessere", un disagio profondo a cui non ha saputo attribuire un nome specifico, non solo nei confronti della propria famiglia, ma anche verso la società in generale.

Le famiglie che, apparentemente e dall’esterno, appaiono "perfette" agli occhi della società, spesso possono occultare problematiche, conflitti e squilibri interni. Il dover mantenere un’immagine ideale agli occhi del mondo esterno comporta inevitabilmente una pressione emotiva e psicologica significativa su tutto il nucleo familiare, con particolare impatto sui più giovani. Spesso sono proprio loro a soccombere psicologicamente sotto un peso insopportabile di questa "perfezione", un carico che, accumulandosi nel corso degli anni, può sfociare in comportamenti violenti, sia verso sé stessi che verso gli altri.

 

E’ sempre più frequente che, dietro un’apparenza di solidità e felicità fin troppo ostentata, vi si celino  disagi, conflitti, in alcuni casi anche abusi, ed una comunicazione emotiva carente o del tutto assente. Crescere in un ambiente in cui le emozioni non sono adeguatamente affrontate, riconosciute o vengono ripetutamente represse o ignorate, può portare allo sviluppo di una rabbia latente, pronta a esplodere in maniera incontrollabile da un momento all’altro.

 

Isolamento Emotivo e Mancanza di Supporto

È durante l’adolescenza che si consolidano le competenze socio-emotive. Qualora un ragazzo percepisca in sè un senso di incapacità nel comprendere e riconoscere le proprie e altrui emozioni, o nel riuscire ad esprimerle, tende a isolarsi, anche emotivamente, sfuggendo così a qualsiasi possibilità di supporto da parte del nucleo familiare. Questo isolamento può dar luogo a sentimenti di alienazione e sconforto.

E’ altresì vero che , una “disconnessione emotiva” potrebbe trovare la propria causa nelle utopiche aspettative di perfezione imposte dai genitori, sia sotto il profilo scolastico che comportamentale, esacerbando l’isolamento. Il non riuscire a soddisfare le aspettative può generare nel ragazzo un senso di fallimento e inadeguatezza che, in alcuni casi, se non elaborato e risolto, può trasformarsi in odio verso se stesso e verso gli altri. Nei casi davvero estremi, tali impulsi possono portare ad una rottura con la realtà, che viene distorta tanto da giustificare atti violenti.

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Fattori Psicologici e Disturbi Mentali

 

È inevitabile considerare il ruolo che i diversi disturbi psicologici giocano in casi come questo. Seppure non sempre dietro un comportamento violento si celino disturbi mentali, la presenza di stati depressivi, ansia, disturbi della personalità o altre condizioni psicologiche può contribuire ad aggravare la situazione.

Le psicosi o i disturbi legati alla sfera emotiva possono alterare la percezione della realtà in chi ne soffre. Nel caso specifico di Paderno Dugnano, il ragazzo si era convinto che fosse proprio la sua famiglia all’origine del suo disagio, portandolo a credere che l’omicidio sarebbe stato la sua liberazione, piuttosto che un agghiacciante crimine.

 

La nostra è una società che tende a spettacolarizzare e spesso a normalizzare ed esaltare atteggiamenti violenti attraverso i social media, che sono ormai parte integrante della vita di ognuno di noi, soprattutto dei più giovani. Sono proprio loro i più vulnerabili e facilmente influenzabili, specialmente se vivono in uno stato di fragilità emotiva. La costante tempesta mediatica di immagini e atteggiamenti violenti può agire come desensibilizzante sui ragazzi, privandoli di empatia e lasciandogli credere che la violenza sia a volte inevitabile per risolvere i propri problemi.

 

La Dinamica Familiare: La Rabbia Verso il Fratello Minore

 

L’interdipendenza familiare riveste sempre un ruolo cruciale, indipendentemente dalle circostanze. Il fatto che il ragazzo abbia riversato sul fratellino minore tutta la sua rabbia e violenza, infliggendo numerosi fendenti sul corpo ormai esanime, può essere interpretato come una vendetta per il senso di ingiustizia percepito nel corso degli anni, in quanto considerava il fratello il favorito dei genitori. La gelosia o rivalità può alimentare l’astio che, in una personalità fragile, può degenerare in un odio violento.

 

Concludendo:

Dietro il caso di un giovane che uccide la propria famiglia vi sono aspetti complessi che vanno approfonditi da chi ha le competenze necessarie. Non è possibile provare a dare un’unica spiegazione, poiché sono molteplici i fattori che influiscono in quelle circostanze su una mente giovane e già instabile: una combinazione di elementi psicologici, sociali e familiari.

Questa ennesima tragedia sottolinea ancora una volta la necessità di prestare attenzione ai segnali di disagio nei giovani, anche quando tutto sembra apparentemente normale. Una sinergia tra le varie istituzioni coinvolte nella crescita e formazione del giovane, unita a un atteggiamento empatico, potrebbe contribuire a prevenire il ripetersi di simili atrocità.

 

 

Molti dei lati migliori di noi sono legati al nostro amore per la famiglia, che resta la misura della nostra solidità, perché misura il nostro senso di lealtà.

(Haniel Long)