DIRITTI UMANI ED EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ

Occorre un lungo e costante processo educativo, educazione ai valori morali, sociali, educazione alla solidarietà intesa come autorganizzazione della società nell’ambito delle comunità intermedie, dalla famiglia alla scuola.

DIRITTI UMANI ED EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Viviamo in una società nella quale i ruoli sono sempre meno definiti, indistinti, privi di chiari confini. Si tratta di un modello di società che esprime un acuto bisogno di senso. Una società nella quale occorre possedere una bussola etica di comportamento, che consiste nel mantenere ben saldo il criterio secondo il quale i diritti della persona costituiscono il criterio di base al quale ancorare ogni altro criterio.

In particolare ci si riferisce ai diritti politici e sociali, ai diritti di benessere e, di conseguenza, anche all’etica della responsabilità.

La nostra Costituzione riconosce che la dignità individuale e i diritti inalienabili ad essa inerenti, lo sviluppo naturale della individualità, il rispetto del diritto e dei diritti della collettività costituiscono la base dell’ordinamento politico e della pace sociale e, con essi, la sintesi della tutela degli interessi pubblici e degli interessi privati, la legalità come unica motivazione dell’attività amministrativa, non solo come base legale per l’esercizio del potere ma come limite a tale esercizio a mezzo di una disciplina idonea a delimitarne la discrezionalità e ad evitare gli abusi.

La legalità delle e nelle Istituzioni intesa come rispetto di regole fondamentali, di fedeltà alle ragioni del proprio essere, ricerca razionale e coerente di risultati utili, di scelte opportune, di misure adeguate. Nel 1991 la Commissione dei Vescovi Italiani pubblicò un importante documento dal titolo “Educare alla Legalità”. In esso si afferma che: “gli uomini, per loro natura sociale, costituiscono non un semplice aggregato di individui, ma una comunità di persone nella quale i bisogni e le aspirazioni di ciascuno, gli uguali diritti e i simmetrici doveri, si collegano e si coordinano in un vincolo solidale, ordinato a promuovere il pieno sviluppo della persona umana e la costruzione del bene comune. Ciò implica l’affermazione di regole di condotta, connaturate al concetto medesimo di società, che non soltanto rispecchiano giudizi di valore universalmente riconosciuti, ma presiedono al corretto svolgimento dei concreti rapporti tra gli uomini, equilibrando le individuali libertà e orientandole verso la giustizia. Se mancano chiare e legittime regole di convivenza oppure se queste non sono applicate, la forza tende a prevalere sulla giustizia, l’arbitrio sul diritto, con la conseguenza che la libertà è messa a rischio sino a scomparire. La legalità, ossia il rispetto della pratica delle leggi, costituisce per ciò, una condizione fondamentale perché vi siano libertà, giustizia e pace fra gli uomini”.

Occorre allora un lungo e costante processo educativo, educazione ai valori morali, sociali, educazione alla solidarietà intesa come autorganizzazione della società nell’ambito delle comunità intermedie, dalla famiglia alla scuola. Alla scuola si chiede infatti non solo di impartire nozioni, di trasmettere il sapere, ma anche di promuovere il pieno sviluppo del soggetto con il fargli acquisire umanità, educandolo al riconoscimento del valore della persona e facendo maturare in lui la coscienza civica, educandolo cioè a comprendere le ragioni degli altri, ad approfondire le proprie, a convivere con persone di estrazione sociale e culturale diversa o in condizioni di diversità fisica o psichica.

Anni fa il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione ha affermato che: “la scuola deve sapere costruire percorsi di educazione alla conoscenza e al rispetto dei diritti di ogni uomo, al dialogo, alla collaborazione, alla giustizia, alla legalità e alla pace, ossia alle forme storiche della democrazia.

La dignità di ogni persona, la conquista della propria autonomia, la capacità di decidere secondo un proprio progetto di pensiero e di vita, tutto questo dovrebbe costituire il nucleo centrale della progettazione educativa ad ogni livello.” L’affermarsi di un etica dei diritti presuppone che le particolarità individuali, le diversità culturali, in un sistema sociale e politico a larga partecipazione, siano riconosciuti come risorsa e valore.