LA MANOMISSIONE DEL LINGUAGGIO

L'OPINIONE DI LUCIO PASTORE. «Mentre leggevo un libro di Carofiglio, "La manomissione delle parole" e ascoltando Travaglio, mi sono reso conto di come sia importante il linguaggio per indirizzare l'opinione pubblica».

LA MANOMISSIONE DEL LINGUAGGIO
Foto di hosny salah da Pixabay


Gli israeliani sono contro i palestinesi e non i mussulmani mentre i mussulmani sono contro gli ebrei. Nel primo caso si vuole mandare un messaggio che l'azione israeliana è contro un popolo ritenuto ostile. Nel secondo caso si vuole mettere in evidenza che gli ebrei tutti, e non solo gli israeliani di Nyetaniau, sono perseguitati dai mussulmani.

Con questo linguaggio si vuole passare da aggressori a vittime. Si parla di una guerra israeliano-palestinese come se si scontrassero due eserciti. I palestinesi non hanno aerei né contraria ed hanno mezzi militari molto limitati. Quindi non è una guerra tra eserciti ma una vera carneficina, un genocidio, perpetrato dagli israeliani con mezzi moderni. I 41.000 morti, le migliaia di feriti, le migliaia di decessi per mancanza di cibo, acqua ed assistenza medica, determinano un genocidio che, secondo alcuni, deve essere definito con altri nomi.

La quantità di morti civili a Gaza è percentualmente molto superiore a quella della Russia ed Ucraina.

Non si può parlare di prigione a cielo aperto a Gaza prima del 7 ottobre. Gli israeliani governavano il flusso degli ingressi, controllavano il flusso di elettricità ed acqua, controllavano la burocrazia in Palestina, imprigionavano palestinesi, sottoponendoli a torture come documentato da giornali israeliani, anche senza che questi avessero commesso reati ma solo per alcuni sospetti.

Hanno occupato con 800.000 coloni la Cisgiordania ma questo non si può definire furto o invasione di un territorio non loro perché Israele è una democrazia come le nostre. Sicuramente è da deprecare l'azione del 7 ottobre ma anche la prigione a cielo aperto di Gaza ed il furto di territori in Cisgiordania.

Foto Pixabay

In Russia si deve parlare di operazione militare e non di guerra con l'Ucraina.

Gli USA quando invasero l'Iraq andarono ad esportare democrazia e non a controllare le fonti di petrolio. Tanti altri esempi si possono fare ma tutti sono indirizzati a condizionare le masse in rapporto ai bisogni dei potentati. Quello che adesso fa paura nel linguaggio è l'uso dell'allocuzione "atomica tattica". È questa una bomba atomica come quella usata in Giappone che può fare solo qualche centinaia di migliaia di morti.

In questo modo i signori della guerra ci vogliono avvicinare ad un'idea di guerra atomica.

Cerchiamo di essere tutti attenti a questi linguaggi e resettiamo le nostre menti per essere critici.