«L’autonomia differenziata è una danza cinica della Lega»

L'INTERVISTA all'onorevole Arturo Scotto, membro della Camera dei Deputati eletto nella Circoscrizione Toscana e in quota Partito Democratico.

«L’autonomia differenziata è una danza cinica della Lega»


La riforma sull'autonomia differenziata è stata approvata pure alla Camera nella notte del 19 giugno, dopo un lungo iter fatto pure di scontri pressoché politici. È favorevole o contrario? Perchè?

L’autonomia differenziata è una danza cinica della Lega sulla pelle di un paese già profondamente attraversato da diseguaglianze strutturali tra aree del paese.

Questa scelta acuirà fratture e divisioni, provocando danni soprattutto ai cittadini più deboli. Non solo al nord.

Che valutazione generale dà al Ddl Calderoli?

Che è un assegno postdatato. Fanno l’autonomia differenziata, distribuiscono alle regioni una mole infinita di materie ma a inviarla sa finanziaria. Ovvero senza un euro.

Tant’è che non definiscono i Lep ( Livelli essenziali di prestazione ) rinviati a data da destinarsi. Una truffa.

C'è chi dice che per primi, questa legge, l'ha voluta il centro sinistra con il Titolo V della Costituzione nel 2001. È giusta questa analisi?

Il centrosinistra coltivo’ l’illusione di competere con la Lega sul regionalismo, d’altra parte la tradizione di buon governo degli enti locali ci diceva questo. Eravamo più capaci di programmare, amministrare le risorse, costruire stato sociale. Non è andata così. L’austerità ha spazzato via questa lettura e ha prodotto la crescita di diseconomie tra parti diverse del paese.

Aggiungo che il processo di integrazione europea ci dice non è quella la scala adatta per sostenere un sistema produttivo più competitivo e innovativo. Oggi il dibattito dovrebbe concentrarsi sulla crisi del regionalismo, non sulla costruzione di un neo centralismo regionale.

Il Titolo V riformato nel 2001 afferma il principio di sussidiarietà verticale, non solo tra Stato e Regioni, ma tra Regioni, Città Metropolitane, Province e Comuni. Tale sussidiarietà, in linea di principio, oltre a venire incontro alle specificità dei territori, dovrebbe avvicinare i servizi ai cittadini, dando loro un maggior controllo su come vengono spesi i soldi delle tasse da essi pagate. Ritiene che tale principio sia valido, ben espresso dall’attuale Titolo V e, infine, ben rispettato dal ddl di attuazione? Se no, perché?

Il tema non è la trasparenza sul sistema fiscale. Dove vanno i tributi pagati nelle singole regioni. Il problema è che le regioni ricche potranno trattenere praticamente tutto senza alcuna forma di perequazione. Ad eguali imposte non avrai eguali diritti e servizi.

Perché chi ha più entrate le spende li e non le redistribuisce sulle regioni piu fragili. Finisce il principio dell’universalità delle prestazioni. Già oggi questo è evidente, purtroppo, domani sarà deciso per legge.

Titolo V nel 2001 voluto dal centro sinistra e criticato dal centro destra e Ddl Calderoli oggi voluto dal centrodestra e criticato dal centro sinistra. Non si corre il rischio che il tutto si concluda solo come una mera opposizione politica mettendo da parte i veri bisogni dei cittadini?

No, perché noi abbiamo sfidato la destra dicendo che prima di fare qualsiasi cosa dovevano essere chiari i soldi che venivano messi sui Lep. Ci hanno risposto picche.

La Lega sa benissimo che non ci sono le risorse per farli e dunque sceglie di portare a casa un vessillo elettorale senza calcolare le conseguenze.

Diversi sindaci hanno fatto appelli o pressioni alle Regioni (vedi caso Calabria) per impugnare la legge sull'autonomia differenziata dinanzi alla Corte Costituzionale. Che cosa ne pensa?

Le regioni fidate dal centrosinistra si stanno muovendo in maniera coesa e solidale. I referendum promossi indicano che questo argomento uscirà dalla dimensione amministrativa e sarà oggetto di una consultazione elettorale di tipo referendario.

Andiamo ai Lep perché è qui che la maggior parte del panorama politico si spacca: c'è chi afferma che sarà più dannoso per le regioni del sud e c'è chi dice che sarà un aiuto concreto e che finalmente farà mettere tutte le Regioni d'Italia sullo stesso livello. Quale dei due casi è giusto secondo lei e perchè?

Se si accetta lo schema dell’autonomia non si può fare a meno di definire i Lep. Che non vuol dire - attenzione - uguali livelli di servizi ovunque. Significa delineare però un sistema nel quale tutti hanno un denominatore comune sotto il quale non si può scendere.

E questo va regolato e finanziato. A me non piace questa idea competitiva del federalismo, ma se questo è il terreno non finanziare i Lep e’ criminale. E il Governo su questo fa spallucce e dice: poi vediamo. Appunto, un assegno postdatato.

C'è chi afferma, però, che con l'autonomia differenziata di risorse ce ne saranno sempre di meno...

Ma se stiamo ai numeri abbiamo una destra che sta portando la spesa pro capite per la salute abbondantemente sotto la media europea, non mette una lira sulla scuola pubblica e taglia mezzo miliardo sull’università.

Come possiamo pensare che si preoccupi di recuperare i divari tra Calabria e Veneto?

Ma secondo lei bastano questi Lep a garantire diritti di cittadinanza uguali per tutti?

Ho già risposto che non lo farà. Tuttavia, se non definisci e finanzi almeno quelli stai certificando per sempre il divario.

Andando al tema sanità, tema così tanto delicato nel nostro paese, che impatto avrà questa legge proprio sulla sanità?

Che il turismo sanitario si moltiplicherà. E i privati stapperanno bottiglie di champagne. Loro sono contro il servizio sanitario nazionale. D’altra parte gli antenati della Meloni, l’Msi, voto’ contro la Legge istitutiva del SSN voluta da Tina Anselmi e Giovanni Berlinguer. Sono rimasti là.

Trova aspetti critici in questo Ddl? Se è si, quali e perché?

Quello che mi colpisce più di tutti è la parte che riguarda l’energia. dovremmo accorciare le catene del valore, siamo nel pieno di una fase di ripiegamento della globalizzazione e invece frantumiamo la gestione delle fonti di energia.

Condannando il nostro sistema produttivo alla marginalità: Se lo spieghi in Europa ti mandano in manicomio.

A conti fatti qual è il vero scopo di questa manovra?

A consentire alla Lega di ribadire un concetto molto semplice: ci sono anche io al Governo. E a Calderoli di poter continuare a recitare la parte del Dottor Stranamore di ogni tentativo di sabotaggio della tenuta istituzionale del paese. Soltanto che si è sempre trovato con un pugno di mosche in mano. Nel 2006 fu l’autore - da ministro del Governo Berlusconi della Devolution che fu bocciata da un referendum costituzionale votato a stragrande maggioranza dai cittadini italiani.

Successivamente fu bocciato dalla Consulta anche l’altro capolavoro che introdusse le liste bloccate e un premio di maggioranza spropositato che andò sotto il nome di Porcellum. Insomma, non ne ha mai azzeccata una. Anche stavolta accadrà lo stesso. Il popolo italiano spazzerà via l’autonomia differenziata.

 

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