«L’autonomia è un sogno diventato realtà grazie alla Lega»

L'INTERVISTA al consigliere regionale Regione Friuli Venezia Giulia Diego Bernardis, aderente al gruppo “Fedrigra Presidente”.

«L’autonomia è un sogno diventato realtà grazie alla Lega»


La riforma sull'autonomia differenziata è stata approvata pure alla Camera nella notte del 19 giugno, dopo un lungo iter fatto pure di scontri pressoché politici. È favorevole o contrario? Perché?

L’autonomia è un sogno diventato realtà grazie alla Lega e alla caparbietà di chi, come il ministro Calderoli, nonostante le opposizioni e le difficoltà, ha perseverato per dare all’Italia un futuro che guarda a sviluppo e responsabilità. Sono favorevole alla riforma del ministro Calderoli sull'autonomia differenziata.

Credo fermamente che questa riforma segni una data spartiacque verso un sistema Paese più moderno ed efficiente, in grado di dare risposte rapide e coerenti alle esigenze dei cittadini. Responsabilizzare gli amministratori locali permetterà di avvicinare i servizi ai cittadini, migliorare la qualità della vita e promuovere una gestione più trasparente e responsabile delle risorse per evitare gli sprechi.
 

Che valutazione generale dà al Ddl Calderoli?

Il Ddl Calderoli è un progetto di devoluzione amministrativa che sostengo pienamente. Questa legge mira a responsabilizzare i governi regionali, consentendo loro di gestire in modo più efficiente le risorse e le competenze locali. L'approvazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (Lep) garantirà che tutti i cittadini, indipendentemente dalla regione in cui vivono, abbiano accesso a servizi con i medesimi standard.

C'è chi dice che per primi, questa legge, l'ha voluta il centro sinistra con il Titolo V della Costituzione nel 2001. È giusta questa analisi?

È corretto affermare che il centrosinistra abbia avviato il processo con la riforma del Titolo V. Precisamente la riforma del Titolo V è stata approvata a marzo 2001, durante il secondo governo di Giuliano Amato, supportato da una maggioranza di centrosinistra.

Tuttavia, è importante sottolineare che l'autonomia differenziata è un processo evolutivo che necessita di continui miglioramenti e aggiustamenti. Il Ddl Calderoli è un'evoluzione necessaria di quel percorso iniziato nel 2001.

Il Titolo V riformato nel 2001 afferma il principio di sussidiarietà verticale, non solo tra Stato e Regioni, ma tra Regioni, Città Metropolitane, Province e Comuni. Tale sussidiarietà, in linea di principio, oltre a venire incontro alle specificità dei territori, dovrebbe avvicinare i servizi ai cittadini, dando loro un maggior controllo su come vengono spesi i soldi delle tasse da essi pagate. Ritiene che tale principio sia valido, ben espresso dall’attuale Titolo V e, infine, ben rispettato dal ddl di attuazione? Se no, perché?

Il principio di sussidiarietà è fondamentale e ben espresso dall'attuale Titolo V. Il Ddl Calderoli rispetta e potenzia questo principio, favorendo una maggiore responsabilizzazione delle amministrazioni locali e un controllo più diretto da parte dei cittadini.

Con l'autonomia differenziata, le regioni avranno gli strumenti per rispondere in maniera più efficace e tempestiva alle esigenze specifiche dei loro territori.

Titolo V nel 2001 voluto dal centro sinistra e criticato dal centro destra e Ddl Calderoli oggi voluto dal centrodestra e criticato dal centro sinistra. Non si corre il rischio che il tutto si concluda solo come una mera opposizione politica mettendo da parte i veri bisogni dei cittadini?

Mentre la sinistra si accontenta di polemiche sterili, noi sentiamo il dovere di andare al di là delle dinamiche politiche e quindi di concentrarci sui benefici concreti per i cittadini.

L'autonomia differenziata non deve essere vista come una battaglia tra schieramenti politici, ma come un'opportunità per migliorare la governance del nostro Paese e rispondere in modo più efficace ai bisogni dei cittadini.

Diversi sindaci hanno fatto appelli o pressioni alle Regioni (vedi caso Calabria) per impugnare la legge sull'autonomia differenziata dinanzi alla Corte Costituzionale. Che cosa ne pensa?

Siamo in democrazia, è legittimo che ci siano dibattiti su una riforma di questa portata. Tuttavia, credo che l'autonomia differenziata sia un'opportunità storica.

È importante avviare un dialogo costruttivo tra le diverse parti coinvolte per affrontare e risolvere le preoccupazioni, garantendo che la riforma venga attuata nel modo più equo ed efficace possibile.

Andiamo ai Lep perché è qui che la maggior parte del panorama politico si spacca: c'è chi afferma che sarà più dannoso per le regioni del sud e c'è chi dice che sarà un aiuto concreto e che finalmente farà mettere tutte le Regioni d'Italia sullo stesso livello. Quale dei due casi è giusto secondo lei e perché?

I Lep sono stati concepiti per uniformare i servizi essenziali su tutto il territorio nazionale, garantendo che tutti i cittadini abbiano accesso agli stessi diritti e servizi, indipendentemente dalla regione di residenza.

Si realizzino quanto prima i Lep, che sono un elemento di garanzia verso l'equità e la giustizia sociale, riducendo le disuguaglianze territoriali.

C'è chi afferma, però, che con l'autonomia differenziata di risorse ce ne saranno sempre di meno...

Non sono d'accordo con questa affermazione. L'autonomia differenziata è pensata per ottimizzare l'uso delle risorse, non per ridurle. Consentendo una gestione più locale delle risorse, si promuove una maggiore efficienza e trasparenza, con benefici che ricadono direttamente sui cittadini.

Al contrario, di risorse ce ne saranno sempre di meno se si continuasse a mantenere uno status quo fondato sul centralismo e l'assistenzialismo fine a se stesso e improduttivo.

Ma secondo lei bastano questi Lep a garantire diritti di cittadinanza uguali per tutti?

I Lep sono un passo fondamentale verso la garanzia di diritti di cittadinanza uguali per tutti. Sicuramente tutto è perfettibile, per cui andranno monitorati e aggiornati regolarmente per rispondere alle evoluzioni delle esigenze della popolazione e delle condizioni economiche e sociali.

Però non dimentichiamo che per un decennio, o anche più, è stato detto che senza Lep l’autonomia differenziata non si sarebbe potuta fare. Adesso, grazie al governo di centrodestra e alla Lega, finalmente li stiamo realizzando e improvvisamente diventano un problema.

Mi consentirà di dire che si tratta di un’evidente contraddizione, o più probabilmente di una polemica politica strumentale da parte di una certa sinistra che per anni non ha dato ai cittadini le risposte che chiedevano.

Andando al tema sanità, tema così tanto delicato nel nostro paese, che impatto avrà questa legge proprio sulla sanità?

L'autonomia differenziata può avere un impatto positivo sulla sanità, consentendo alle regioni di gestire meglio le risorse e le strutture sanitarie in base alle specifiche esigenze locali.

Una gestione più autonoma può portare a servizi sanitari più efficienti e vicini ai cittadini, migliorando la qualità dell'assistenza sanitaria.

Trova aspetti critici in questo Ddl? Se sì, quali e perché?

Ogni riforma di grande portata presenta delle sfide. Tuttavia mi rassicura il fatto che il Ddl Calderoli persegua gli obiettivi di equità ed efficienza per tutto il Paese.

La chiave quindi sarà una collaborazione costruttiva tra Stato e Regioni per affrontare e risolvere eventuali criticità che potrebbero emergere e dare ai territori quelle competenze che possono gestire autonomamente.

A conti fatti qual è il vero scopo di questa manovra?

La riforma sull'autonomia differenziata migliora la governance del nostro Paese, rendendo le amministrazioni locali più responsabili e reattive alle esigenze dei cittadini.

La riforma promuove l'efficienza, la trasparenza e la giustizia sociale, garantendo che tutti i cittadini, indipendentemente dalla regione in cui vivono, abbiano accesso agli stessi standard di servizi e diritti.

 

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