Le correnti del CSM vietano ad Ardita la Procura di Catania

Il più esperto di mafia e borghesia mafiosa catanese è stato fatto fuori. La Procura di Catania sarà contesa tra un candidato dei gruppi associativi e un candidato sostenuto da laici e indipendenti

Le correnti del CSM vietano ad Ardita la Procura di Catania


 

La Quinta Commissione del Csm ha deciso, con tre voti ciascuno, come procuratore di Catania, in sostituzione di Carmelo Zuccaro passato alla Procura generale, il procuratore aggiunto etneo Francesco Puleio e il procuratore di Potenza Francesco Curcio.

Per ben 5 settimane, dal 9 aprile al 20 maggio, si sono rinviate le votazioni delle proposte da sottoporre al plenum, e quindi l'organo al completo a cui spetta la decisione finale.

Andrea Mirenda, togato indipendente e relatore della pratica, ha abbandonato l'aula e tramite un comunicato stampa ha denunciato:

“Devo prendere atto con estrema amarezza che, nonostante gli scandali che più è più volte lo hanno travolto, il Consiglio, immune ad ogni revisione critica del proprio passato, persevera in dinamiche che, quando non opache, appaiono sicuramente estranee alle regole procedimentali e di merito che ne disciplinano l’attività.”

Sono tutti giochi politi e di correnti queste nomine e il magistrato Ardita è contrario a questo sistema: infatti, la corrente Magistratura Indipendente, non gli perdona l'allontanamento, nel 2015 iniseme a Piercamillo Davigo, dal gruppo e la fondazione di una nuova sigla, Autonomia&indipendeza.

Inoltre Ardita è poco affidabile dal punto di vista politco per la sua vicinanza storica ad un pm anti-sistema e tra gli autori del processo Trattativa Stato-Mafia: Nino Di Matteo.

Per l'avvocato Enzo Guarnera e Presidente dell'Associazione Antimafia e Legalità:

“Alcune notizie di stampa riferiscono che sarebbe in atto un tentativo da parte del Presidente del Senato Ignazio La Russa di condizionare il Consiglio Superiore della Magistratura nella scelta del prossimo Procuratore della Repubblica di Catania. Se fosse vero sarebbe un fatto di inaudita gravità. L' articolo 104 della Costituzione stabilisce che "La Magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere". È un principio fondamentale che trae origine da quello della separazione dei poteri dello Stato in base al quale la Magistratura deve essere in una posizione di assoluta autonomia e indipendenza da tutti gli altri poteri dello Stato, in particolare da quello esecutivo e dal Ministro della Giustizia. Ancora più grave è l'interferenza qualora provenga da una delle massime cariche istituzionali del Parlamento. Facciamo appello al Presidente della Repubblica, quale garante della Costituzione e Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, affinché venga meno ogni tentativo di condizionare, da parte della politica, le scelte dell'organo di autogoverno dei Magistrati, affinché le nomine di tutti i vertici giudiziari siano sganciate dai giochi dei partiti e dalla logica spartitoria delle varie correnti. Lo chiediamo come cittadini che credono fermamente in una Repubblica veramente libera e democratica.”

Dopo qualche giorno il magistrato Sebastiano Ardita, dimostrando alto valore etico, ha scritto sui suoi social:

“Ho fatto la domanda per procuratore della Repubblica della mia città per dovere verso i cittadini e le tante persone che hanno creduto in me. E’ un compito difficile, quasi velleitario, ma non mi sarei sottratto.

Il fatto di essere escluso subito dalla gara lo prendo come un segno della Provvidenza. Non litigherò col mio passato e non rinnegherò nessuno dei miei ideali e dei miei amici.

Voglio ringraziarvi per il vostro affetto, per avermi sommerso di messaggi e di solidarietà. “Forse ti abbiamo danneggiato” mi e’ stato scritto. Non lo so e non mi importa, perché mi avete riempito il cuore.

Ma invito tutti a non vestire la solidarietà con gli abiti sporchi di chi conduce guerre ingiuste. Guardiamo negli occhi chi ha provato a colpirci alle spalle e andiamo oltre; come è già accaduto, il tempo regolerà ogni questione. A noi spetta di agire con coerenza ed umanità alle offese ricevute; deve interessarci il bene dei cittadini che si fidano di noi, non le guerre di potere. Noncuranti di ciò che farebbero altri e rispettosi delle Istituzioni, prepariamoci quindi ad accogliere con serenità e fiducia chi sarà chiamato a svolgere questo compito così importante. Ed a svolgere il ruolo che siamo chiamati a ricoprire nella nostra città, fino alla fine e senza flettere di un millimetro.”


foto di copertina di Antonino Schilirò