«L’informazione libera, indipendente, plurale è un diritto dei cittadini; è per tutti un dovere esigerla. È l’antidoto per contrastare fenomeni manipolativi.»

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’incontro con le agenzie di Stampa Europee (European Alliance of New Agencies - EANA).

«L’informazione libera, indipendente, plurale è un diritto dei cittadini; è per tutti un dovere esigerla. È l’antidoto per contrastare fenomeni manipolativi.»


È un vero piacere dare a tutti voi il benvenuto al Quirinale.

Ho chiesto il leggio perché il Presidente Fries e Giulio Anselmi possono parlare ai colleghi da seduti, ma le Istituzioni devono avere rispetto per la stampa e parlare in piedi.

Benvenuti quindi al Quirinale.

Il nostro incontro, per me, è motivo di grande interesse.

Rappresentate le fonti di quella informazione primaria di qualità che è alimento indispensabile per il sistema democratico e di libertà del continente.

Ringrazio il Sottosegretario Barachini per quanto ha inteso rappresentare e ha voluto sottolineare, particolarmente per il riferimento al rilievo costituzionale della libertà di stampa, a fronte delle grandi sfide attuali.

Saluto il Presidente Fries e Giulio Anselmi; li ringrazio molto per le loro parole così cortesi e per le considerazioni svolte.

Ringrazio l’ANSA, ospite di questo importante incontro qui a Roma.

L’intero sistema informativo vive una fase di forti cambiamenti a causa delle repentine innovazioni tecnologiche che hanno mutato la stessa fruizione delle notizie da parte dei cittadini, rivoluzionando i tempi e gli stessi controlli sulla loro accuratezza.

La trasformazione digitale interessa ogni aspetto della nostra vita.

Non vi è dubbio che essa offra opportunità straordinarie. Al contempo, la sfida per le nostre società democratiche è quella di evitare che l’accelerazione dei mutamenti comporti una regressione dei diritti fondamentali derivanti da quell’unità di valori, indivisibili e universali, sui quali si fonda l’Unione europea.

È questo lo spirito che ha animato la ‘Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il prossimo decennio digitale’, proclamata in sede comunitaria nel 2023, e con cui si riafferma come debbano essere i valori e i diritti fondamentali a guidare le trasformazioni.

La libertà e il pluralismo dei media garantiscono il pieno dispiegarsi di alcuni dei diritti irrinunziabili per la democrazia e la misurazione della sua qualità: il diritto alla libertà di espressione e di informazione.

L’informazione libera, indipendente, plurale è un diritto dei cittadini; è per tutti un dovere esigerla. È l’antidoto per contrastare fenomeni manipolativi.

Nuovi protagonisti globali sono intervenuti nella dimensione dell’informazione, sovente con la pretesa di definire standard di accesso e linee guida - anche con l’uso spregiudicato delle piattaforme digitali che gestiscono e dell’Intelligenza Artificiale - a prescindere dalle normative poste a tutela della integrità del settore.

Rischi che si aggiungono alle mai abbandonate tentazioni di poteri pubblici di fissare a loro volta limiti agli spazi di libertà di informazione, piuttosto che proporsi doverosamente di garantire e sostenere quei medesimi spazi di libertà.

La sfida che la vostra associazione persegue, sin dalla sua nascita nel 1956, si propone di coniugare innovazioni tecnologiche e principi della libertà di stampa con la pubblicazione di notizie verificate, per far luce dove è buio, perseguendo l’interesse generale.

I protagonisti del sistema dell’informazione sanno che questo comporta un prezzo.

Siano i giornalisti - e poc’anzi le parole del Presidente Fries hanno sottolineato questo aspetto – siano gli editori.

La sostenibilità delle imprese editoriali è essa stessa garanzia di libertà per realizzare il bene dell’informazione. Poter operare in un ambiente che consente pari opportunità di mercato e tutela adeguate contribuisce a questo obiettivo.

Coloro che scommettono sul bene informazione e coloro che ogni giorno, con responsabilità, lo realizzano, sono attori che svolgono un servizio irrinunziabile alla comunità.

Ogni anno - come lei ricordava, Presidente Fries - decine di giornalisti perdono la vita per raccontare ciò che accade, e non soltanto nei teatri di guerra.

È il prezzo più alto pagato al dovere verso la verità dei fatti.

Nel ‘75 la Conferenza di Helsinki volle riconoscere il principio della libera circolazione delle idee e dell’informazione, termini che hanno contribuito a rimodulare nuovi rapporti tra le persone e i popoli della comunità internazionale.

Oggi gli scontri bellici in atto, a partire dall’aggressione della Federazione Russa alla indipendenza dell’Ucraina, si avvalgono di armi ibride giocate sul terreno delle fake news dirette alle pubbliche opinioni dei Paesi democratici nel tentativo di manipolarle. È un sovrappiù di responsabilità per le agenzie di stampa il compito di restituire verità contro le azioni di propaganda che cercano di adulterare i fatti, intossicando così le coscienze.

Senza conoscenza onestamente genuina non vi è possibilità di formarsi una opinione libera e consapevole.

Riconoscersi, pertanto, nella vitale funzione democratica dell’informazione è una precondizione per fare in modo che le istituzioni, gli editori, i giornalisti e i cittadini possano concorrere, ognuno per la parte propria, alla sua tutela.

In conclusione, vi ringrazio per il presidio prezioso che rappresentate.