Luca Sammartino rinviato a giudizio

Luca Sammartino leader della Lega in Sicilia, vice-presidente e assessore all'agricoltura dimissionario in Sicilia, è stato rinviato a giudizio per due presunti casi di corruzione

Luca Sammartino rinviato a giudizio

foto presa dalla pagina facebook di Luca Sammartino

Si era dimesso il 17 aprile scorso, dopo aver ricevto dal Gip la sospensione dalle funzioni pubbliche, dall'incarico di vice-presidente e assessore regionale all'agricoltura in Sicilia a seguito dell'inchiesta denominata “Pandora”. Gli inquirenti hanno fato emergere due presunti casi di corruzione su presunte infiltrazioni della criminalità organizzata e corruzione al Comune di Tremestieri Etneo.

L'1 ottobre il Gup di Catania Ottavio Grasso, accogliendo la richiesta della Procura Etnea, ha deciso il rinvio a giudizio. La prima udienza è stata fissata il 14 marzo 2025, presso la terza sezione penale del Tribunale di Catania, dove, insieme a Sammartino, andranno a processo altri 11 imputati. Inoltre il Gup ha emesso due sentenze di non luogo a procedere per l'ipotesi di falso, perché il fatto non costituisce reato, nei confronti di Ferdinando Smecca e Francesco Scrofani.

Il primo caso di corruzione, secondo l'accusa, riguarda l'aver favorito il proprietario di una farmacia, a Tremestieri Etneo, impegnandosi nell'impedire l'apertura ad un suo concorrente. In cambio avrebbe ricevuto l'appoggio elettorale alle elezioni europee del 2019 per il Pd, in favore della candidata Caterina Chinnici estranea all'inchiesta, poi eletta e adesso passata a Forza Italia.

Il secondo caso, invece, riguarderebbe due carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria della Procura che avrebbero fornito notizie nei suoi confronti e bonificato da eventuali cimici la sede della sua segreteria.

Hanno chiesto il patteggiamento, nell'ambito della stessa inchiesta, l'ex consigliere comunale Mario Ronsisvalle, l'allora consulente del Sindaco Giuseppe "Puccio" Monaco e il professionista Paolo Di Loreto. A decidere sarà il giudice Simona Ragazzi in quanto il Gup Orazio Grasso, per incompatibilità, gli ha rinviato la valutazione sulla richiesta.

Col giudizio abbreviato saranno processati dieci imputati: tra loro l'ex Sindaco di Tremestieri Etneo Santi Rando e Pietro Alfio Piero Cosentino. Inoltre, sempre con il rito abbreviato, saranno processati due presunti esponenti di spicco di cosa nostra: Francesco Santapaola e Vito Romeo, nonché cognato di Cosentino. I quattro sono accusati di scambio elettorale politico-mafioso per le amministrive del 2015. Inoltre all'udienza del 25 novembre saranno chiamati a comparire davanti al Gup: Antonio Battiato, Salvatore Bonanno, Domenico Cucinotta, Antonio Cunsolo, Giuseppe Ferlito e Giovanni Naccarato.

La richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dai sostituiti procuratori Rocco Liguori, Fabio Saponara e Santo Distefano e vistata dal Procuratore Aggiunto Francesco Puleio e dalla procuratrice facente funzioni Agata Santonocito.

Nonostante le accuse, Sammartino ha sempre proclamato la sua innocenza, ribadendo la sua fiducia nella magistratura e affermando che sarà dimostrata la sua estraneità ai fatti contestati.

Per dovere di cronaca è giusto ricordare la “carriera politica” del “ras del consenso”: eletto per la prima volta all’Assemblea regionale nel 2012 nelle fila dell’Udc a 27 anni con 12.606 voti per poi passare ad Articolo 4, una formazione politica ibrida; nel 2015 è poi approdato nel Pd e con i Dem è stato eletto nuovamente al Parlamento siciliano con 33mila preferenze; nel 2019 il passaggio a Italia Viva di Matteo Renzi per arrivare nel 2021 nella Lega con Matteo Salvini. Un successo politico elettorale che Sammartino condivide con la moglie Valeria Sudano, avvocato civilista specializzato in diritto societario e bancario, oggi deputata della Lega e componente, tra le altre cose, della commissione Antimafia.

Quindi si è sempre mosso, saltanto da un partito all'altro in base alla convenienza, nel mondo politico acquisendo sempre un boom di consensi, a prescidenre dal partito. Ha pure uno zio che è stato prefetto a Catania e adesso è tra i commissari prefettizi al comune di Bari.

Sarebbe pure stato il prossimo candidato alla Presidenza della Regione, ricordato in maniera velato anche dal lui stesso diverse volte:

“Non possiamo più rinviare l’assunzione di responsabilità: le scelte sul futuro della Sicilia dipendono dalla Lega e dalla sua giovane classe dirigente”.

Solo che questa inchiesta, con le conseguenti dimissioni, gli ha fermato la corsa.