L’uomo chiave del Bologna: Giovanni Sartori

Il direttore sportivo, dopo gli anni gloriosi al Chievo Verona e all’Atalanta, sta creando i migliori presupposti anche al Bologna.

L’uomo chiave del Bologna: Giovanni Sartori

La carriera di Giovanni Sartori, ha inizio più di trent'anni fa quando era un giocatore del Chievo Verona dopo aver giocato per anni tra Milan, Sampdoria e in serie b.

Lo storico presidente Luigi Campedelli, gli suggerisce di smettere perché lo vede meglio in altre mansioni e infatti prima diventa vice allenatore dal 1989 al 1991, poi viene nominato come direttore sportivo.

Poco dopo la nomina, il presidente muore e subentra il giovane figlio Luca, ma Sartori decide di rimanere lo stesso e da lì nel corso degli anni comincia la favola del Chievo Verona. Con Luca Campedelli proprietario e Alberto Malesani allenatore, insieme cresceranno e faranno parecchia strada.

immagine presa da VeronaSera

Pensando a quello che è diventato il Chievo nel corso degli anni 2000, vengono in mente i nomi di Del Neri, Luciano, Pellissier, Amauri, ma non quello di Sartori. Lui è rimasto sempre dietro le quinte, organizzando meticolosamente il suo lavoro e apparendo pochissimo davanti alle telecamere.

Durante i suoi 22 anni al Chievo come direttore ha comprato più di 800 giocatori. Tra questi, le scoperte più belle sono state: Perrotta, Corini, Legrottaglie, Barzagli, Luciano, Marazzina, Frey e Pellissier.

Nonostante l’arrivo in serie A nel 2000, il Chievo mantiene la propria identità di squadra operaia puntando a salvarsi, ma senza smettere di sognare. Dopo i primi anni in cui sono arrivate salvezze tranquille con giocatori sconosciuti come i sopracitati, nel 2005 arriva una storica qualificazione ai preliminari di Champions League.

Il Chievo esce sconfitto, ma gli applausi sono infiniti per una squadra che 10 anni prima giocava nell’Interregionale e in serie C. In entrambe le situazioni Sartori è stato presente. La sua permanenza al Chievo durerà fino al 2014, quando decide improvvisamente di lasciare.

“In tutti questi anni, raggiunto traguardi impensabili e ho superato giornate che sembravano infinite, per questo voglio fermarmi e cercare nuovi stimoli”.

Dopo la lunghissima parentesi al Chievo, Sartori si trasferisce subito a Bergamo dove viene nominato responsabile dell’area tecnica e qui realizza un altro capolavoro:q

più di 300 milioni di plusvalenze, tra cui Bastoni, Kessie, Conti, Spinazzola, Cristante, solo per dirne alcuni. In questa nuova mansione, allarga gli orizzonti e pescando in campionati più piccoli come quello olandese, belga, russo, ucraino, riesce a scovare i migliori talenti da valorizzare.

Una peculiarità da attenzionare è la sua capacità di fidarsi del colpo in canna, anche se deve vedere per credere come nel caso di De Roon:

prima di prenderlo definitivamente, lo va a seguire in Olanda più di dieci volte in pochi mesi.

Nonostante i tanti talenti presenti nell’Heerenveen, lui rimane colpito da questo mediano tutto rottura ed equilibrio, con la benedizione del suo allenatore Marco Van Basten e infatti Sartori dopo aver parlato con quest’ultimo, lo porta a Bergamo.

Il suo occhio umano non sbaglia mai.

Trattative simili a questa ce ne sono state a non finire come quella per Malinovsky, preso dal campionato belga, giocatori come Hateboer, Castagne e Gosens, esterni di centrocampo che hanno reso grande l’Atalanta.

immagine presa da Calciomercato.com


Tutti presi in Olanda e in Belgio, bruciando la concorrenza altrui. In 8 anni a Bergamo insieme a Gasperini e alla proprietà, ha creato un sistema perfetto dove tutti questi giocatori hanno saputo esaltarsi. Nonostante i caratteri un po' diversi, proprio con la collaborazione di Gasperini è riuscito a valorizzare, creare e scoprire tantissimi calciatori. Insieme hanno raggiunto la Champions per tre volte, prima volta nella massima competizione europea per l’Atalanta, come lo era stato ai tempi col Chievo. Nonostante alcuni dissapori tra direttore e tecnico, i due si sono separati in silenzio, con Sartori che tagliando corto ha commentato:

“Con Gasperini abbiamo raggiunto dei risultati storici, lavorando insieme per il bene dell’Atalanta nonostante i caratteri diversi”.

immagine presa da Calcio Spezia

Nell’estate 2022, Sartori si trasferisce al Bologna come nuovo direttore dell'area tecnica. Grazie all’aiuto dei suoi nuovi collaboratori come Di Vaio, riesce subito ad imporsi e ad organizzare il suo lavoro alla perfezione. Dopo una prima annata chiusa nella parte sinistra della classifica, il Bologna è partito fortissimo in questa stagione raggiungendo la zona Champions poco prima della fine del girone d’andata.

Grande merito di Thiago Motta e del suo gioco brillante, ma Sartori e il suo gruppo di lavoro, sono stati capaci e lungimiranti come sempre.

Nel corso della sua trentennale carriera, Sartori è stato uno dei pochissimi a saper curare bene i rapporti umani con i suoi collaboratori, allenatore, giocatori e proprietà. Qualità non indifferenti che ha portato pure a Bologna. Nel suo ruolo si è continuamente evoluto, facendo sia scouting che ricerca.
In una recente intervista ha dichiarato:

“Una partita come Arsenal-Machester City la guardano tutti e difficilmente ci saranno giocatori utili per il Bologna, mentre nei contesti più piccoli si possono scoprire, anticipando gli altri”.

Restando fedele a queste dichiarazioni, a Bologna è riuscito a portare Beukema e Karlsson dall’Olanda, Ferguson dalla Scozia, Posch dalla Germania, Ndoye dalla Svizzera, Zirkzee dal Belgio, mandato in prestito dal Bayern.

Preso per otto milioni, adesso l’attaccante olandese ne vale almeno il triplo.

D’altronde scovare talenti e creare plusvalenze, sono le cose che riescono meglio ad uno dei migliori dirigenti del panorama nazionale e internazionale.

immagine di copertina presa da SkySport