Marco Pantani, i dubbi e gli approfondimenti non realizzati rilevati dalla Commissione Antimafia

SECONDA PARTE/ La Procura di Trento ha riaperto le indagini sull’esclusione del “Pirata” al Giro d’Italia del 1999.

Marco Pantani, i dubbi e gli approfondimenti non realizzati rilevati dalla Commissione Antimafia

PRIMA PARTE: Pantani escluso per favorire le scommesse della camorra?

https://www.wordnews.it/pantani-escluso-per-favorire-le-scommesse-della-camorra  

Inchiesta riaperta sullo stop a Marco Pantani durante il Giro d’Italia del 1999. La notizia è piombata in un afoso sabato di luglio, ha occupato parte dell’attenzione mediatica per alcuni giorni e poi caduta nell’oblio più totale. È un copione fin troppo consolidato, ripetuto fino alla nausea, in un Paese da sempre abituato ad ingoiare verità preconfezionate e ad anestetizzarsi ogni santo giorno.

Abbiamo già evidenziato nella prima parte di questo approfondimento (parola troppe volte “scandalosa” e “faticosa” nel Paese cresciuto a furia di trame, depistaggi e sporchi giorni da troppi decenni) cosa accadde nei giorni di Madonna di Campiglio, ricordato quanto Vallanzasca va ripetendo da tanti anni e che su quello stop (e la morte di Pantani) si sia interessata anche la Commissione Parlamentare Antimafia. «Risultanze relative alla morte dello sportivo Marco Pantani e eventuali elementi connessi alla criminalità organizzata che determinarono la squalifica nel 1999». Questo è il titolo della relazione della Commissione, approvata nel dicembre del 2022. Quarantotto pagine, un lavoro di indagine che parte dai fatti del 1999 e arrivano alla tragica morte di Pantani. Non mancano le titubanze di una Commissione nei confronti degli inquirenti senza dimenticare le questioni legate al controllo antidoping, dato fondamentale per comprendere ed immaginare l'ipotetico "disegno criminale" utilizzato per eliminare dalla scena sportiva l'indiscusso campione. 

«Le analisi compiute - si legge nella relazione della commissione - rilevarono valori irregolari esclusivamente con riferimento a Marco Pantani: venne accertato un tasso di ematocrito pari al 53%, poi ridotto, al secondo controllo, al 52% (a fronte di un valore massimo consentito, in base al regolamento della Federazione mondiale, pari al 50%) e venne riscontrata una quantità di piastrine pari a 109 mila per microlitro, valore quest’ultimo particolarmente anomalo – come si argomenterà di seguito – sia in assoluto, sia in relazione ai valori rilevati al ciclista in occasione degli altri controlli effettuati nel corso del medesimo evento sportivo. Le «controanalisi» effettuate presso il laboratorio dell’ospedale in­ caricato dei controlli, sul campione di sangue prelevato al corridore confermarono il superamento del valore « soglia » del tasso di ematocrito».

«Già dal primo momento - si legge nella Relazione - non mancavano le ragioni che avrebbero dovuto suggerire un maggiore approfondimento in tal senso». «In primo luogo, sarebbe stato ovvio chiedersi quale interesse all’uso di sostanze 'dopanti' potesse avere un corridore che a due tappe dalla conclusione del Giro, una delle quali nettamente a lui favorevole, aveva già un vantaggio di circa sei minuti sugli inseguitori – sottolinea la Commissione Parlamentare Antimafia - In secondo luogo, doveva rilevarsi l’anomalia dell’accertamento atteso che, la sera precedente, Marco Pantani aveva effettuato un autocontrollo dell’ematocrito, avvalendosi di uno strumento portatile in uso a tutti i ciclisti, alla presenza del suo preparatore atletico, Fabrizio Borra, e del medico della squadra, Roberto Rempi. Era stato in quell’occasione rilevato un valore pari al 48%, in linea con tutti i controlli effettuati dal ciclista nel corso della sua storia sportiva, ivi inclusi i due controlli ufficiali già espletati nelle precedenti tappe dall’inizio di quel Giro d’Italia».

«Resta altresì ancora oggi privo di una valida spiegazione scientifica l’esito, riscontrato solo poche ore dopo l’effettuazione delle analisi che decretarono la sospensione di Pantani dalla competizione, del nuovo controllo cui si sottopose l’atleta presso il laboratorio dell’Ospedale di Imola (accreditato U.C.I.), dal quale risultò un livello di ematocrito inferiore al limite consentito del 50% e segnatamente pari, nelle due misurazioni di rito, al 48,1% e al 47,6% - evidenziano i commissari -  Del pari scientificamente non spiegabile il dato, anch’esso di rilievo fondamentale, che allo stesso controllo il numero di piastrine presenti nel sangue di Pantani fosse pari, rispettivamente, a 161.000 e 151.000 per microlitro, ben più alto dunque di quello riscontrato nel primo esame ematico e perfettamente in linea con i dati storicamente riscontrati nel ciclista in tutti i controlli eseguiti prima del 5 giugno del 1999 a Madonna di Campiglio».