Non poteva finire in modo peggiore l’Europeo dell’Italia

Dopo una prestazione scialba e priva di ogni contenuto, l’Italia viene meritatamente eliminata dalla Svizzera, che vince 2-0 e accede ai quarti di finale del torneo.

Non poteva finire in modo peggiore l’Europeo dell’Italia


Spalletti per la quarta partita di fila, cambia nuovamente volto alla squadra e ritorna al suo credo tattico più fedele: il 4-3-3. Bocciato Jorginho, ecco Fagioli in cabina di regia. Rispolverato Scamacca come punta centrale, con El Shaarawy a sinistra e Chiesa sulla destra, staffetta romanista a centrocampo con Cristante al posto di Pellegrini, Barella confermato sul centro destra, Mancini per Calafiori accanto a Bastoni, con Di Lorenzo e Darmian terzini, il capitano Donnarumma in porta. 3-4-2-1 consueto per gli elvetici, con Embolo vertice offensivo supportato da Vargas e Ndoye, cerniera di centrocampo formata dai soliti Xhaka e Freuler, terzetto difensivo composto da Schar, Akanji e Rodriguez davanti a Sommer, sulle corsie laterali Aebischer e Rieder.

Partenza sprint della Svizzera, Italia subito in difficoltà e incapace di organizzare manovre degne di nota. Svizzera pericolosa al 24’ con Embolo, ma un prodigioso Donnarumma vince il duello con l’attaccante. Sussulto italiano qualche minuto dopo con Chiesa, che riesce a sgusciare tra le maglie avversarie ma calcia debolmente verso la porta. Azzurri incapaci di affacciarsi nell’altra metà campo e infatti al 37’ subisce il vantaggio svizzero:

Vargas avanza sulla sinistra e mette in mezzo dove trova Freuler lasciato libero dalla trequarti in su di attaccare l’area di rigore. Italia passiva e sulle gambe.

Sul finire del tempo la Svizzera va vicina al raddoppio con Rieder, ma nuovamente Donnarumma sventa il pericolo con l’aiuto del palo. Nella ripresa spazio a Zaccagni per El Shaarawy sulla sinistra, ma l’inerzia del match non cambia:

dopo una lunga serie di passaggi, riceve palla Vargas, che lasciato solo piazza il pallone all'angolino opposto.

2-0 dopo 30 secondi e notte fonda sugli azzurri.

Con il passare dei minuti nessuna reazione da parte dei nostri, vicini al goal quando Schar involontariamente ha mandato la palla sul proprio palo con un colpo di testa. Il primo tiro verso la porta avversaria, arriva al 75’ con Retegui che calcia centralmente tra le mani di Sommer. Nonostante il doppio centravanti e i due esterni offensivi, l’Italia non riesce ad impensierire la retroguardia svizzera e la sfida si conclude inesorabilmente sul 2-0.

Una sconfitta dolorosa e inaccettabile. Un’Italia così brutta, disorganizzata e fragile si è vista raramente. Una squadra priva di carattere, con contenuti tecnici troppo superficiali, incapace di costruire gioco e di far girare velocemente la palla.

Oltre a tutti questi fattori, un ruolo determinante è stato giocato pure da mister Spalletti, in perenne confusione e incapace di gestire al meglio il gruppo, quattro formazioni differenti in altrettante partite dimostrano le difficoltà avute. Incomprensibile la scelta di portare in Germania ben 10 difensori tra cui sei centrali e quattro esterni, preferendo poi giocare quasi sempre con la difesa a 4 nel 4-2-3-1 o 4-3-3, in cui hanno pesato tantissimo le mancate convocazioni di esterni destri abili a tagliare il campo come Orsolini, Politano e Colpani.

Paradossale pensare che la nazionale Svizzera è sembrata più forte di quanto sembri, ottenendo un successo contro l’Italia dopo 31 anni. Una cocente delusione è arrivata pure dal blocco interista:

  • Bastoni si è dimostrato inadeguato giocando in un ruolo diverso rispetto a quello di braccetto sinistro, che solitamente ricopre con Inzaghi.
  • Barella, dopo la prestazione brillante all’esordio con l’Albania è crollato di condizione fisica, ritmo e intensità nel prosieguo del torneo.
  • Dimarco è andato in difficoltà sulla sua fascia di competenza e non si è più ripreso.
  • Frattesi non ha debuttato bene nell’inedita posizione di trequartista e poi si è andato gradualmente perdendo nelle sfide successive.
  • Darmian quando è stato spostato a sinistra nelle ultime due partite si è dimostrato inefficace e mancante di rifornimenti per i compagni avanzati.

Quello che tanti ci stiamo chiedendo adesso è da dove bisogna ripartire?

Sicuramente servirà aumentare il tasso tecnico della squadra, avere un’identità chiara su ciò che vogliamo essere nei prossimi due anni, capire che la qualità della Serie A e della nazionale non sempre coincidono, perché nonostante i brillanti risultati europei che sono stati ottenuti, squadre come Atalanta, Inter, Fiorentina, Roma e Milan, sono imbottite di stranieri forti e in grado di alzare la qualità, come non riescono a fare i calciatori italiani o chi ne ha di più come i campioni d’Italia, non hanno risposto presente all’appello.

Via con la rifondazione, Spalletti e Gravina hanno confermato la loro presenza alla guida della squadra e della federazione. 

Ora occorre mettere in pratica un piano ben preciso e delineato, altrimenti continueremo a gioire ricordando sempre e solo il cielo azzurro sopra Berlino.

immagine di copertina creata con IA da Gabriele Galvagno

 

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