OPERAZIONE DELLA DIA CONTRO LA ‘NDRANGHETA NEL BRESCIANO, SOTTOPOSTE AD AMMINISTRAZIONE GIUDIZIARIA SOCIETA’ ATTIVE NEL SETTORE TURISTICO E DELLA RISTORAZIONE

Il comunicato stampa della DIA, Direzione Investigativa Antimafia

OPERAZIONE DELLA DIA CONTRO LA ‘NDRANGHETA NEL BRESCIANO, SOTTOPOSTE AD AMMINISTRAZIONE GIUDIZIARIA SOCIETA’ ATTIVE NEL SETTORE TURISTICO E DELLA RISTORAZIONE

Il Centro Operativo DIA di Brescia, nell’ambito delle autonome attività di monitoraggio condotte sulle presenze criminali radicate nel territorio di specifica competenza nonché di attenta analisi delle dinamiche societario-finanziarie che alle stesse sono riconducili, sviluppando risultanze già emerse con riferimento all’indagine coordinata dalla D.D.A. presso la Procura della Repubblica di Catanzaro denominata “Operazione Glicine-Acheronte”, ha proposto ed ottenuto dal Tribunale della Leonessa l’applicazione della misura preventiva non ablativa dell’amministrazione giudiziaria prevista dall’art.34 del Codice Antimafia, nei confronti di 8 società con sedi nelle province di Brescia e Mantova e variamente operanti nei settori agricolo, ippico, estrattivo, ma – soprattutto – turistico e della ristorazione.

L’intero compendio societario, con volume d’affari superiore nel complesso a 15 milioni di euro, è riferibile ad imprenditore di origine veronese, agli arresti domiciliari nel mantovano, dove è residente dal mese di giugno 2023 ed operante soprattutto tramite un rinomato complesso ricettivo situato in una nota località turistica.

Gli approfondimenti condotti dalla DIA, anche mediante ricorso all’esame dei flussi di segnalazioni per operazioni sospette di riciclaggio, gestiti dall’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia, hanno consentito di confermare l’esistenza di radicati rapporti e cointeressenze finanziarie (anche estere) con esponenti di una famiglia ‘ndranghetista che, in varie circostanze, avevano palesato propensione ad intraprendere investimenti nei territori limitrofi al Lago di Garda.

È stata tratteggiata, quindi, la proficua ricaduta in termini operativi ed anche finanziari, che tale tipologia di contatti – non connotati da profili di occasionalità – ha avuto sulla gestione di un’ampia parte dell’articolata sfera societaria facente capo all’imprenditore in questione.

In esito alla predetta misura preventiva, l’amministrazione delle società è stata affidata per la durata minima di un anno ad un collegio composto da 3 amministratori che, progressivamente, stanno subentrando nelle attività gestorie.

L’applicazione dell’art. 34 CAM, come normativamente prescritto, determina l’immediata inefficacia di tutte le misure interdittive di natura prefettizia e comunale che, nel tempo, erano state irrogate nei confronti delle stesse società.