Phishing «evoluto» e truffe elaborate dall’intelligenza artificiale: la cybersicurezza oggi

Molte pratiche fraudolente sono ormai note ai più, ma riescono a fare ancora molte vittime. A questo si aggiunge anche l’affinamento delle capacità e la creatività dei criminali e dall’altra l’evoluzione dell’intelligenza artificiale.

Phishing «evoluto» e truffe elaborate dall’intelligenza artificiale: la cybersicurezza oggi


 

A distanza di quasi 30 dal primo caso di phishing, le truffe informatiche si sono evolute grazie allo sviluppo di tecnologia e intelligenza artificiale (IA) portando a perdite economiche per organizzazioni pubbliche e private, talvolta ingenti. Cyber Guru, la piattaforma di Security Awareness Training, costituita nel 2017 contro il cybercrime, focalizza quelle più diffuse nel Paese.

 

Phishing, la truffa causata dall’errore umano

Il phishing fa leva sull’errore umano che, secondo il Data Breach Investigations Report 2023 di Verizon  2023  2023, https://www.verizon.com/business/resources/Tdd8/reports/2023-data-breach-investigations-report-dbir.pdf, è il fattore preponderante nel 74% dei casi di breach.

“Il primo phishing” risalirebbe al 1996, quando alcune persone, non volendo pagare per la navigazione Internet, resa possibile dal primo Internet Service Provider degli Stati Uniti, America on Line, cambiarono la propria intestazione mail spacciandosi per amministratori della società. Centinaia furono all’epoca le vittime della campagna mirata ad ottenere nome utente e password per poter accedere gratuitamente ad internet.

 

Non passò molto tempo che, all’inizio degli anni 2000, i criminali iniziarono a studiare tutte quelle occorrenze in cui più facilmente era possibile sottrarre piccole somme di denaro sfruttando i cosiddetti bias cognitivi, nonché la tendenza delle persone a condividere spontaneamente contenuti, link, ignari della loro pericolosità.

 

Con la digitalizzazione dei servizi hanno preso piede le trappole basate su false promozioni o sconti tramite mail e SMS poi, in tempi più recenti, su pretestuosi blocchi di spedizioni o di account bancari. L’obiettivo è sempre lo stesso: indurre gli utenti a cliccare su link malevoli o fornire dati e informazioni riservate. Anche lo sviluppo dei social ha portato con sé diversi lati negativi inclusi raggiri per derubare le persone: pensiamo ad esempio ai love scam, in cui la vittima è indotta a credere di avere una relazione romantica o un flirt con una persona inesistente che chiede denaro perché in una situazione di difficoltà, ne sono un esempio la “truffa del militare” o “dell’astronauta”; oppure gli annunci in DM di give-away o di ambassadorship che offrono piccoli compensi e visibilità in cambio del pagamento di un articolo da provare ad un prezzo ridotto, o della spedizione per riceverlo.

 

Molte pratiche fraudolente sono ormai note ai più, ma riescono a fare ancora molte vittime. A questo si aggiunge anche l’affinamento delle capacità e la creatività dei criminali e dall’altra l’evoluzione dell’intelligenza artificiale.

 

L’evoluzione del cybercrime: le aziende nel mirino delle truffe

Con il passare del tempo è venuto a crearsi un vero e proprio mercato sommerso, con tanto di organizzazioni che progettano attacchi di ampia portata ai danni di individui, e sempre più spesso, delle aziende.

 

Per guadagnare sempre di più, hacker e cyber criminali fanno spesso ricorso all'ingegneria sociale, un insieme tecniche a metà tra psicologia e ingegneria per carpire informazioni personali e dati confidenziali. Come sempre, l'obiettivo principale è ottenere la fiducia degli utenti, per indurli ad abbassare la guardia e ad agire in modo poco sicuro.

 

Un inganno attualmente molto diffuso, conosciuto come la “truffa del CEO”, vede i criminali impersonare figure apicali per richiedere ai colleghi preposti di effettuare urgentemente operazioni finanziarie improrogabili. Per avvalorare il raggiro, negli ultimi tempi si sta facendo sempre più uso dell’IA per generare immagini e video-call estremamente credibili, che inducono la vittima a cadere nella trappola senza esitare.

 

Molto utili, a fini malevoli, anche i programmi di AI capaci di riutilizzare le tracce sonore dei video caricati sui social network per l’elaborazione di ’messaggi vocali, con le parole scelte dal truffatore, in grado di ingannare perfino un genitore. Riconoscere i veri timbri vocali è difficilissimo, mentre è molto semplice ingannare qualcuno con una finta chiamata in cui si chiede il versamento di denaro, spacciandosi per un parente in difficoltà economiche.

 

Sempre sui social, negli ultimi tempi si sta assistendo alla diffusione di video di personaggi noti del mondo dell’industria, della politica e dello spettacolo che promuovono servizi di investimento finanziario veramente profittevoli: niente di più falso, ma verosimile grazie ai deepfake generati dall’AI.

 

Tra più gettonati, Elon Musk, Tom Hanks, Taylor Swift, Pier Silvio e Marina Berlusconi e ancora Fabio Fazio e Francesco Totti. Insomma, testimonial famosi, e inconsapevoli, per rubare ai piccoli investitori.