«Rappresenta una scelta di disuguaglianza, di frammentazione del Paese e lo indebolisce»

L'INTERVISTA alla Senatrice Susanna Camusso, eletta in Campania ed in quota Partito Democratico.

«Rappresenta una scelta di disuguaglianza, di frammentazione del Paese e lo indebolisce»


La riforma sull'autonomia differenziata è stata approvata pure alla Camera nella notte del 19 giugno, dopo un lungo iter fatto pure di scontri pressoché politici. È favorevole o contrario? Perchè?

Sono contraria all’autonomia differenziata innanzitutto perché rappresenta una scelta di disuguaglianza, di frammentazione del Paese e lo indebolisce.

Che valutazione generale dà al Ddl Calderoli?

Il ddl Calderoli è una bandiera ideologica, meramente finalizzata a consolidare la leggenda secondo cui alcune regioni del Nord “spendano” per quelle del Sud. Il ddl Calderoli destruttura norme essenziali (energia, commercio con l’estero) per lo sviluppo del nostro Paese e sancisce disuguaglianza utilizzando la spesa storica per i diritti essenziali, cristallizzando una situazione già discriminante per i territori. Infine è ancora una bandiera ideologica perché sottrae le intese al Parlamento indebolendo così anche la democrazia del nostro Paese.

C'è chi dice che per primi, questa legge, l'ha voluta il centro sinistra con il Titolo V della Costituzione nel 2001. È giusta questa analisi?

Vero è che la riforma del Titolo V fu fatta dal centrosinistra, a mio avviso sbagliando sia nell’averlo fatto a maggioranza, sia nel non avere compiutamente valutato su quali e quante materie intervenire. Questo però non significa in alcun modo che la traduzione degli articoli 116,117,118 dovesse venir alterata con la scelta di spaccare l’Italia. La verità è che la Lega non ha dimenticato la sua volontà scissionistica, che la norma del Titolo V aveva l’ambizione di fermare.

Il Titolo V riformato nel 2001 afferma il principio di sussidiarietà verticale, non solo tra Stato e Regioni, ma tra Regioni, Città Metropolitane, Province e Comuni. Tale sussidiarietà, in linea di principio, oltre a venire incontro alle specificità dei territori, dovrebbe avvicinare i servizi ai cittadini, dando loro un maggior controllo su come vengono spesi i soldi delle tasse da essi pagate. Ritiene che tale principio sia valido, ben espresso dall’attuale Titolo V e, infine, ben rispettato dal ddl di attuazione? Se no, perché?

L’affermazione del principio di sussidiarietà – di natura europea - presuppone che il livello centrale determini l’eguaglianza delle risposte e quindi come si esercita per risorse e modalità. Già l’esperienza della sanità, la cui responsabilità organizzativa è delle Regioni, ci dice che non basta affermare se poi non regge la definizione ed il finanziamento dei LEA. Per questo ho detto che vi era la possibilità di attuare ben diversamente il Titolo V, anche correggendo ciò che già non ha funzionato.

Titolo V nel 2001 voluto dal centro sinistra e criticato dal centro destra e Ddl Calderoli oggi voluto dal centrodestra e criticato dal centro sinistra. Non si corre il rischio che il tutto si concluda solo come una mera opposizione politica mettendo da parte i veri bisogni dei cittadini?

Sarebbe così se fossimo di fronte ad un'attuazione del Titolo V che prospettasse migliori risposte ai cittadini. Coltivare l'illusione che una parte de Paese può “correre” è un inganno innanzitutto per le regioni del Nord.

Diversi sindaci hanno fatto appelli o pressioni alle Regioni (vedi caso Calabria) per impugnare la legge sull'autonomia differenziata dinanzi alla Corte Costituzionale. Che cosa ne pensa?

Penso che abbiano ragione; nel ddl Calderoli vengono meno i principi di uguaglianza (art.3 della Costituzione) con anche prerogative del Parlamento su cui è fondata la nostra Repubblica.

Andiamo ai Lep perché è qui che la maggior parte del panorama politico si spacca: c'è chi afferma che sarà più dannoso per le regioni del sud e c'è chi dice che sarà un aiuto concreto e che finalmente farà mettere tutte le Regioni d'Italia sullo stesso livello. Quale dei due casi è giusto secondo lei e perchè?

Oggi i livelli essenziali delle prestazioni non sono garantiti equamente nel nostro Paese. Anche perché non sono adeguatamente finanziati. Come fa una legge che si dichiara a invarianza di spesa a garantirli?

Ma secondo lei bastano questi Lep a garantire diritti di cittadinanza uguali per tutti?

I LEP sono base necessaria ma non sufficiente per garantire eguaglianza di diritti, soprattutto se non vengono regolarmente aggiornati e finanziati. Non sono infatti dati per sempre invariabili, basta pensare agli effetti della denatalità o dell'invecchiamento della popolazione.

Andando al tema sanità, tema così tanto delicato nel nostro paese, che impatto avrà questa legge proprio sulla sanità?

Avrà l'effetto di renderla ancora di più diseguale, sia per la legge Calderoli, ma anche per il definanziamento in atto del Servizio Sanitario Nazionale e il suo depotenziamento, soprattutto in considerazione del fatto che si continua a mantenere il blocco delle assunzioni attraverso il tetto di spesa.

Trova aspetti critici in questo Ddl? Se è si, quali e perché?

Mi pare di averli indicati. Prima criticità fra tutte è la frammentazione di scelte essenziali per lo sviluppo: come si fa a determinare energia territorialmente se già siamo “troppo piccoli” come paese. Cosa può fare un'impresa se scopre che avrà norme diverse sul commercio (per esempio) fra una regione e l'altra? Correre il rischio o scegliere di non investire? Come si potranno affrontare le riforme? Pensiamo all'istruzione, agli asili nidi, se il Parlamento non avrà piena potestà e se gli stessi contratti nazionali di lavoro potranno essere scavalcati da X regionali. E si potrebbe continuare.

A conti fatti qual è il vero scopo di questa manovra?

Lo scopo della manovra è l'autocelebrazione della nascita della Lega come forza separatista e secessionista, che insieme a una forza centralista ed una autonoma, come Fratelli d'Italia che propone il premierato, immagina di liberare il centro nazionale dell'impegno fondamentale dettato dall'art. 3 della Costituzione e quindi la povertà, la sanità, la scuola, siano tutte materie distaccate e regolate negli ordinamenti regionali; così facendo la Lega potrà finalmente dire che ogni regione usa unicamente le proprie risorse. Inoltre, col premierato vince l'Italia del “solo” uomo o donna al comando, e la rappresentanza e la partecipazione basi fondanti della democrazia verrebbero tacitate. Sono certa che le prove referendarie che queste norme dovranno affrontare, troveranno l'opposizione dei cittadini e delle cittadine che tengono alla Repubblica, unica e indivisibile.

 

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