Retegui-Atalanta: il matrimonio perfetto

Inizio di stagione incredibile per il centravanti della nazionale italiana a Bergamo, condito da 7 goal in altrettante partite di campionato.

Retegui-Atalanta: il matrimonio perfetto
immagine di copertina fatta con IA da Gabriele Galvagno


Dopo la tripletta contro il Genoa, Mateo Retegui insieme a Marcus Thuram dell’Inter è il nuovo capocannoniere della Serie A.

Tutto cominciò poco più di due mesi fa, il 4 agosto, quando dall’infermeria arriva una notizia tremenda: Gianluca Scamacca ha riportato una tripla lesione al ginocchio e dovrà saltare gran parte della stagione che sta per cominciare.

Passa qualche giorno e la Dea, per correre subito ai ripari, va a bussare alla porta del Genoa per acquistare Mateo Retegui.

Trattativa chiusa per 22 milioni di euro più tre di bonus.

Due mesi dopo eccolo lì a guardare dall’alto verso il basso tutti. Non solo a livello realizzativo, ma su tutti i punti di vista il centravanti bergamasco sta crescendo:

  • Ha raggiunto lo stesso numero di reti in campionato della scorsa stagione, ma giocando 22 partite in meno.
  • La sua media di passaggi riusciti è salita al 77% a differenza del 64% dell’annata precedente, questo per dimostrare quanto stia diventando efficace anche nel legare il gioco e agevolare la manovra, requisiti fondamentali per un attaccante moderno.
  • È diventato più chirurgico, più centrale nel meccanismo di gioco che vuole Gasperini, miglioramenti senza dubbio avuti  dal fatto che l’Atalanta porta tanti uomini ad attaccare la metà campo avversaria e questo permette a Retegui di presidiare maggiormente l’area di rigore e sfruttare le proprie abilità realizzative.
  • Tutti i goal non a caso sono arrivati dentro l’area di rigore: tre di destro, tre di testa e uno di sinistro.

Nonostante la crescita esponenziale, ci sono ancora degli aspetti da sistemare soprattutto quando non ha la palla, vista la carenza di duelli vinti e di pochissimi palloni recuperati. Può e deve alzare ancora l’asticella.

Complimenti intanto alla famiglia Percassi, al direttore Tony D’Amico e a Gian Piero Gasperini, per l’ennesimo capolavoro riuscito.