«Sono state introdotte varie previsioni tutte volte a burocratizzare il ruolo del magistrato»

L'INTERVISTA ad Angela Arbore, componente giunta esecutiva dell'Associazione Nazionale Magistrati e Presidente Sezione Lavoro del Tribunale di Trani.

«Sono state introdotte varie previsioni tutte volte a burocratizzare il ruolo del magistrato»


Negli ultimi anni ci sono stati diverse riforme sulla giustizia. Partiamo dall'inizio, dalla riforma Cartabia, riforma della quale stiamo iniziando a subire gli effetti. In che cosa consiste e che effetti ha riversato nel mondo giudiziario?

Assistiamo oramai da anni ad una cosiddetta stagione riformatrice. In realtà quello che si sta riformando è l’assetto costituzionale della giurisdizione, della magistratura. Sono state introdotte, in particolare dalla riforma Cartabia, varie previsioni tutte volte sostanzialmente a burocratizzare il ruolo del magistrato, a renderlo timoroso, colpendolo proprio nella sua funzione fondamentale, che è quella di decidere. Una funzione che viene sempre più imbrigliata in una logica esclusivamente produttivistica.

Il 29 maggio di quest'anno, invece, è stata approvata in CDM la riforma della giustizia. Si parla di separazione delle carriere; la nascita di un nuovo CSM, oltre a quello già esistente e dell'Alta Corte; sanzione dei magistrati. Addirittura si dice che è la fine della mala-magistratura. A cosa serve, concretamente, questa riforma? Anche perché è stato citato diverse volte Giovanni Falcone e si parla di realtà che volevano Berlusconi, Craxi e per ultimo Licio Gelli con la P2...

Il vero focus del Governo, infatti, non è quello di intervenire sull’ efficienza della giustizia, sul miglioramento delle risorse e dell’organizzazione, ma è quello della separazione delle carriere e del CSM. Entrambi aspetti che costituiscono tasselli di un disegno complessivo, che vuole “mettere nell’angolo” i magistrati, li vuole asserviti al potere politico, come dimostra la previsione di un’Alta Corte. Richiamare Falcone non ha alcun senso, è del tutto inappropriato e disancorato dal contesto storico, ed assume solo una valenza strumentale.

Andiamo al DDL Nordio, approvato in Senato prima e alla Camera poi e partiamo proprio dall'abolizione dell'abuso d'ufficio. Abolendo l'abuso d'ufficio, per alcuni addirittura era la paura della firma per gli amministratori, che cosa succede?

Si crea solo un grave vulnus proprio per la tenuta delle istituzioni.

È giusto limitare di proporre l'appello al pm contro le sentenze assolutorie di primo grado?

Valutazioni di questo tipo competono al legislatore. Poi è chiaro che il nostro sistema giudiziario è fatto di pesi e contrappesi per definire un equilibrio a tutela dei cittadini prima di ogni cosa. Credo poi che per garantire una giustizia giusta la cosa più importante sia garantire risorse, non solo in termine di organico di magistrati ma anche personale amministrativo e la stabilizzazione dell’Ufficio per il processo.

Per cercare di salvarsi la faccia con il decreto Carceri è stata reintrodotta la fattispecie di reato e cioè il “peculato per distrazione”. Ma può realmente andare a sostituire l'abuso d'ufficio?

Non è una fattispecie che sostituisce l’abuso d’ufficio, ma rende evidente come l’abolizione tout court sia stata un errore. Lo abbiamo detto dall’inizio nelle sedi opportune e lo abbiamo ribadito costantemente. La reintroduzione di questo reato serve a tutelare il nostro Paese rispetto ad alcuni vincoli internazionali cui dobbiamo far fronte. Il dato però purtroppo resta: davanti alla sopraffazione di un pubblico ufficiale il cittadino non avrà uno strumento per difendersi.

Andiamo alle misure cautelari. Verrà introdotto un organo collegiale, formato da 3 giudici, per l'adozione della custodia cautelare invece del giudice monocratico, al quale era affidato fino ad ora. Inoltre il giudice, prima di disporre una misura cautelare, dovrà interrogare l'indagato previo deposito degli atti, in modo da consentire la difesa preventiva. Non c'è il pericolo di fuga da parte dell'indagato, visto che verrà informato prima delle indagini, e un dispendio inutile di risorse e tempi che riguarda il nuovo organo?

Le criticità di questo istituto sono palesi, ed anche questa riforma è espressione del tentativo forte di rimodulazione del ruolo e della funzione del gip. Questo incide proprio sulla natura e sull’essenza delle misure cautelari, che impongono immediatezza e tempestività, oltre a non considerare gli enormi problemi di reperimento delle risorse che un organo collegiale pone nei Tribunali medio-piccoli, in una situazione complessiva e conclamata di inadeguatezza di organico.

 

 

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