«Sono stato licenziato perché ritenuto un sindacalista scomodo»

Francesco Loria è un delegato sindacale della CGIL Palermo: ambientalista, antifascista. Commenta così su facebook il suo licenziamento.

«Sono stato licenziato perché ritenuto un sindacalista scomodo»
immagine pubblicata su facebook da Francesco Loria

 

Sono stato licenziato perché ritenuto un sindacalista scomodo, perché sono considerato un costo eccessivo per l’azienda, perché ho tutelato i lavoratori denunciando turni di straordinario incessanti e cicli di lavoro settimanali di 7 giorni su 7, senza possibilità di recuperare le energie psicofisiche. Sono stato licenziato perché non ho più tollerato che i miei compagni di lavoro fossero costretti a lavorare in condizioni disumane, in un contesto microclimatico severo.

Non si possono sollevare pesi con temperature fuori controllo dentro magazzini che gestiscono alimenti che, specie nelle estati siciliane, diventano forni con tassi di umidità che sfiorano il 90% e tagliano il respiro. Con gli indumenti zuppi di sudore, piegati sulle ginocchia a cumulare colli sui pallet, non è umano e non è degno di essere chiamato lavoro, ma solo sfruttamento.

Sono stato licenziato perché ho denunciato al mio responsabile di impianto condizioni di lavoro insostenibili. Ormai sono di dominio pubblico le condizioni di lavoro nella filiera nazionale della logistica della grande distribuzione organizzata, dove la deroga sulle contrattazioni nazionali è la regola, dove le condizioni di lavoro sono troppo precarie e dove troppo spesso la criminalità organizzata orbita intorno ad appalti e subappalti.

Il licenziamento in questa terra solare e disgraziata come la Sicilia, e come in tutto il resto del nostro sud Italia, assume contorni di puro smarrimento per chi lo subisce. In una terra dove il clientelismo in tutte le sue forme detta metodo e tempi, reverenze e servitù, le persone che non accettano il bavaglio restano spesso isolate.

Questo licenziamento ha tutto il sapore di un bavaglio all’azione sindacale e vuole rimettere a posto tutti i lavoratori che hanno tentato di alzare la testa. In Newcoop, l’azienda che ha emanato il mio licenziamento, molti anni fa nacque il collettivo di fabbrica “100 passi nella logistica”, un collettivo di lavoratori che ha deciso di lavorare e pensare dentro un perimetro di legalità e rispetto delle condizioni lavorative nella logistica in generale. Un faro di speranza per tanti altri lavoratori siciliani ostaggio di dinamiche aziendali penalizzanti e fortemente compromesse dalla gestione padronale.

Noi sindacalisti possiamo negoziare condizioni migliorative nel quadro salariale, ma non possiamo negoziare o andare in deroga ai principi di tutela della salute e della sicurezza di ogni singolo lavoratore.

Non possiamo minimamente pensare di abbassare la guardia davanti a temi importanti come la sicurezza, davanti a tante morti sul lavoro che ormai in Italia riempiono le pagine di cronaca quotidianamente. Non possiamo stare zitti davanti a criticità che compromettono la salute dei lavoratori, mandandoli verso un futuro incerto con conseguenze anche gravi nel lungo periodo.

Se questo licenziamento ha come obiettivo intimorire i lavoratori della Newcoop e mandare un segnale forte a tutti i lavoratori impiegati nel settore, allora io vi dico: avete soffiato sul fuoco delle idee e dei principi che hanno fortificato in questi anni tutti i lavoratori che ancora oggi sognano una terra libera dal compromesso, dal clientelismo e dal ricatto. Quel fuoco sarà un incendio di riscatto.

W la Filt CGIL

Francesco Loria è molto legato a Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato e commentano così l'accaduto:

“Come Casa Memoria Impastato diamo la nostra solidarietà e sostegno a Francesco Loria che è stato ingiustamente licenziato. Francesco è un delegato sindacale della Cgil Palermo, ambientalista, antifascista, da sempre vicino alle idee di Peppino Impastato e alla nostra storia, impegnato in tante battaglie importanti in difesa dei lavoratori e del nostro territorio (in particolar modo per la salvaguardia della baia di San Cataldo a Terrasini).

Aderiamo allo sciopero e alle iniziative indette dall’assemblea Filt-Cgil di Palermo alla newcoop, azienda della logistica nell'area industriale di Carini.

Francesco è un sindacalista scomodo che si batte per i diritti dei lavoratori e per i diritti umani più in generale, aveva denunciato i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori della sua azienda, riteniamo inaccettabile il suo licenziamento.

Francesco non sei solo, anche Casa Memoria Impastato è con te!”

Infatti la CGIL Palermo ha emanato un comunicato di sciopero:

“Newcoop di Carini, stato di agitazione. L’assemblea dei lavoratori con Filt e Cgil vara pacchetto di 24 ore di sciopero contro il licenziamento di un delegato sindacale e la sospensione di 5 lavoratori sui temi della sicurezza. Lunedì il presidio

Palermo 12 settembre 2024 – Stato di agitazione alla Newcoop Don Milani, azienda di Carini che gestisce la logistica per Conad.

A proclamarlo, a far data da domani, con interruzione dello straordinario e del lavoro nei festivi, l’assemblea dei lavoratori, riunita per discutere di argomenti come la salute e la sicurezza, l’organizzazione del lavoro e in particolare il licenziamento scattato ad agosto nei confronti di un lavoratore, rappresentante aziendale della Filt Cgil Palermo, Francesco Loria, e le sanzioni nei confronti di altri 5 lavoratori.

L’assemblea, molto partecipata, ha unitariamente varato un pacchetto di 24 ore di sciopero. Le prime 8 ore per turno si terranno lunedì mattina, con un presidio ai cancelli dalle 6 alle 13.

La vertenza, che va avanti dall’inizio di agosto, è stata seguita dal segretario generale Filt Cgil Palermo Fabio lo Monaco. Oggi all’assemblea hanno preso parte anche il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il segretario generale Filt Cgil Sicilia Alessandro Grasso.

Le prime crepe nei rapporti tra l’azienda e i lavoratori si sono aperte dopo la richiesta ai lavoratori di effettuare ulteriori turni aggiuntivi di lavoro. I lavoratori, già provati dalle alte temperature di lavoro nei capannoni aziendali durante il periodo estivo, hanno posto dei problemi di tutela in ordine alla loro salute e alla sicurezza. Di questo tenore le obiezioni poste dall’ Rsa della Filt Cgil Palermo. Per tutta risposta, l’azienda ha contestato un atteggiamento aggressivo da parte del rappresentante sindacale della Filt nei confronti del datore di lavoro. E ha licenziato il lavoratore. Oltre al licenziamento dell’rsa, in 5 sono stati sospesi per un giorno. A un altro lavoratore è stato contestato un quarto d’ora ritardo.

Filt Cgil e Cgil Palermo hanno inizialmente provato a ricucire il rapporto con la Newcoop, associata a Legacoop, chiedendo il ritiro del licenziamento del delegato aziendale, intervenuto a nome dei 200 lavoratori. Lunedì scorso il tentativo di mediazione pacifico si era conclusa con la valutazione della possibilità di ritirare la sospensione, per ripristinare le relazioni sindacali. Il sindacato si era impegnato a non proseguire con azioni di sciopero manifestando comunque la volontà di impugnare in ogni caso il provvedimento, in linea con il diritto del lavoratore licenziato. La trattativa, che sembrava a un passo dalla conclusione, è invece proseguita con la richiesta al sindacato di non procedere con l’impugnativa, e con la richiesta di scuse da parte del lavoratore.

A questo punto è arrivato il no da parte della Cgil, che più volte aveva chiesto in questi mesi all’azienda di discutere di sicurezza sul lavoro, ottenendo in cambio solo silenzio.

“L’obiettivo della nostra iniziativa è il ritiro dei provvedimenti disciplinari col reintegro del lavoratore licenziato, condizione per il ripristino di corrette relazioni sindacali – dichiarano per la Filt Cgil Palermo il segretario generale Fabio Lo Monaco e il segretario Domenico Seminara e per la Cgil Palermo il segretario generale Mario Ridulfo e il segretario Dario Fazzese - Chiediamo all’azienda di tornare sui propri passi e di ritirare i provvedimenti, al fine di riaprire un confronto sindacale. Se l’azienda pensa di essersi liberata da questo lavoratore, sappia che continuerà a svolgere attività sindacale sia dentro che fuori l’azienda”.