Stupore, l’intenso libro di Zeruya Shalev

Il libro della scrittrice di maggior successo in Israele restituisce una narrazione intensa e personale di una storia avvincente in cui i personaggi sono calati nella realtà storica e sociale della controversa questione israeliano- palestinese.

Stupore, l’intenso libro di Zeruya Shalev

Protagonista è Atara, architetto cinquantenne, madre di due figli, con una vita sentimentale burrascosa, che va alla ricerca del suo dolore di bambina, segnato da un rapporto spigoloso con il padre. Ed è proprio lui che in punto di morte pronuncia il nome di Rachel, la sua prima moglie, misconosciuta ad Atara e a tutta la sua famiglia.

Da lì si innesta in Atara una morbosa necessità di incontrare Rachel  e capire, ricongiurgersi alla vera natura del padre  e di lei stessa.

Scoprirà tante cose di sé e della sua fragilità ancorata ad una infanzia e gioventù segnate dalle incomprensioni con il padre e la disperata ricerca di un amore che potesse colmare quel vuoto interiore, quella mancanza di affetto, di riconoscimento come figlia e come donna.

Un cammino doloroso che aprirà, in un arco temporale ristretto, il varco verso la consapevolezza, verso la libertà da quella rete di legami che l’avevamo riempita, a lei, “formichina laboriosa”, dedita ai figli, al marito, perdendo di vista i suoi bisogni, il suo “essere” più intimo.

La penna della scrittrice entra in profondità nelle descrizioni delle emozioni più profonde di fronte alla vita e alla morte, quella del marito Alex, il suo secondo marito, in continuo dissidio con lui, perfettamente uguale al padre.

Tutti i sensi entrano in scena in una dolorosa discesa verso la morte, dirà “Non respira più”, non “è morto”. Rachel rappresenta la salvezza per Atan, con lei condivide il dolore sordo della vedovanza, come anche quello del figlio, ex arruolato, ma che diventa “ortodosso”, una infamia per loro, per Rachel che ha combattuto nella Resistenza per scacciare gli inglesi da Israele, prima della fondazione della Stato d’Israele nel 1948 come lo stesso padre di Atan, Manu che lascia Rachel dopo un fatto tragico .

Un racconto doloroso, una  ricostruzione impietosa dell’origine delle relazioni con uno scandaglio interiore che colpisce nel profondo , come una macchia scura , come un ululato  nella foresta.

A quella mancanza di vita, verrà restituita la vita perché Atan andrà incontro a Rachel, alle sue debolezze sconfitte, la sua inquietudine esistenziale sarà appagata, il suo tormento finalmente riconosciuto .

Un linguaggio raffinato esplode in una scrittura avvincente, cesella gli attimi della vita e crea legami profondi con i personaggi attraverso una interpretazione onirica della vita e delle posizioni del cuore.

 

Zeruya Shalev, israeliana, è nata in un kibbutz nel 1959. Ha svolto studi sulla Bibbia e sulla Sacra Scrittura.
Vive a Gerusalemme, dove lavora come scrittrice e come editrice.
Ha pubblicato una raccolta di poesie e romanzi.
Per Una relazione intima (Frassinelli 2000), ai vertici delle classifiche in Israele, è stata insignita del Golden Book Prize dall'Unione degli Editori Israeliani, e dell’Ashman Prize.
Tra gli altri titoli pubblicati in Italia: Una storia coniugale (Frassinelli 2001), Dopo l'abbandono (Frassinelli 2007), Quel che resta della vita (Feltrinelli 2013), Dolore (Feltrinelli, 2016).