«Un colpo al cerchio e uno alla botte»

IL PENSIERO di Giovanni Paparcuri, sopravvissuto alla strage di via Pipitone Federico II, in cui morirono il consigliere Chinnici, il maresciallo Trapassi, l'appuntato Bartolotta e il portiere Li Sacchi.

«Un colpo al cerchio e uno alla botte»


Non ne volevo parlare, perché avrei fatto il loro "giochino", nel senso che più ne parli, più manifesti la tua indignazione più ne fai pubblicità, ed è proprio quello che si vuole.

Comunque, visto che mi hanno fatto una domanda sul libro che parla del pluriassassino stragista, ossia il signor Giovanni Brusca, una cosa devo dirla, in primis ribadisco che per me doveva marcire in galera, secondo, non credo a un suo pentimento né prima, adesso, dopo e mai.

Qualcuno storcerà il naso ma me ne fotto altamente.

Quindi, leggo che il libro l'ha scritto un prete, e un prete deve fare il suo mestiere parlando di buonismo, perdonismo, eccetera, ma deve avere un occhio di riguardo anche per le vittime, infatti scrive:

“Si sedette davanti a me. Abbiamo iniziato a discutere tanto e sono tornato con molti pensieri, ma ho fatto una cosa che faccio sempre, cioè andare, avendo davanti i volti delle vittime, per non cadere nella trappola del ‘lasciamoci il passato alle spalle'”.

Questo è il colpo al cerchio: giustificarsi verso le vittime (sic!). Io, ripeto, io se so che scrivere un libro, questo libro, provoca un ulteriore dolore a tantissime vittime non l'avrei scritto. Poi, ancora per giustificarsi, tira in ballo Agnese Moro e Rita Borsellino. Ma poi se uno è convinto delle proprie azioni che bisogno c'è di citare quelle degli altri?

Mi pare di avere letto anche che il padre del signor Brusca da piccolo anziché mandarlo a scuola lo mandava a lavorare, come a dire che è diventato mafioso perché non ha avuto un'infanzia facile. Quasi quasi mi viene da piangere.

Detto questo, nella foto (che abbiamo messo in copertina) ci sono due delle schegge che sono riusciti ad estrarmi dal corpo, altre ne ho ancora in testa e in altre parti del corpo, a seguito dell'esplosione dell'autobomba che il signor brusca ha confezionato per uccidere il consigliere Chinnici, il maresciallo Trapassi, l'appuntato Bartolotta e il portiere Li Sacchi.

Bene, per colpa di queste schegge non posso fare una risonanza magnetica di vitale importanza per la mia salute, per non parlare delle peripezie dell'inferno che sto affrontando per risolvere il problema. Non volevo parlare dei cazzi miei, ma sono stato costretto.

A differenza mia l'assassino non ha di questi problemi, e in quanto pentito l'assassino ha garantito dallo Stato l'assistenza sanitaria e ha tutti i privilegi di questo mondo. Però u parrinu scrive un bel libro su di lui e tutti a fare a gara chi lo deve presentare per primo. Ma andate a cagare, però con tutto il rispetto.