Voto di scambio a Paternò, regno del Presidente del Senato Ignazio La Russa

Ai domiciliari il Sindaco, Antonio Naso. Destinatari del provvedimento, oltre al Sindaco, sono un ex assessore ed ex consigliere comunale, Pietro Cirino, e un assessore dimissionario Salvatore Comis.

Voto di scambio a Paternò, regno del Presidente del Senato Ignazio La Russa
immagine facebook Nino Naso


Il Gip aveva deciso di rigettare la richiesta di emissione di ordinanza cautelare ai domiciliari nei confronti di 5 indagati del processo denominato “Athena” ma il Tribunale del Riesame di Catania ha accolto il ricorso della Procura contro questa decisione. Il reato di scambio elettorale politico-mafioso risale alle elezioni comunali del 2022 a Paternò. Gli altri indagati, Vincenzo Morabito e Natale Benvegna, sono presunti esponenti del clan Morabito-Benvegna, clan legato alla famiglia Laudani di Catania.

Per i 5 indagati, destinatari del provvedimento, il Tribunale ha deciso di disporre la sospensione dell'ordinanza degli arresti domiciliari fino a che la decisione sia definitiva, e quindi è possibile ricorrere in Cassazione.

“Risulta ricostruibile in via induttiva e con la consistenza dei gravi indizi il raggiungimento di un patto illecito fra il Sindaco Naso e, tramite il Cirino, la consorteria Morabito- Benvegna”.

L'accordo prevedeva un sostegmo elettorale in cambio dell'interessamento del Sindaco per l'assunzione di congiunti mafiosi locali e di destinare a Comis un assessorato di interesse esconomico.

Per 49 degli indagati è stato chiesto il rinvio a giudizio. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, turbata libertà degli incanti aggravata dal metodo mafioso e corruzione. Le carte adesso sono sul tavolo del Gup Umberto Cannella, il quale dovrà decidere se accoglierle e, quindi, fissare la data dell'udienza preliminare, o rigettarle.

A presentare l'appello contro la decisione del Gip sono stati il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo con i sostituti Tiziana Laudani e Alessandra Tasciotti.

Il tutto emerge dall’inchiesta Athena che ha una lista di 56 indagati. Tale inchiesta, grazie alle indagini dei carabinieri della compagnia di Paternò, oltre a fare luce sulle dinamiche criminali e sugli elementi di vertice del gruppo Morabito-Rapisarda operativo a Paternò e riconducibile al clan catanese Laudani, oltre a far emergere presunte infiltrazioni al comune di Paternò, ha fatto emergere anche gli interessi dell’organizzazione nel controllo sistematico delle aste giudiziarie di immobili nelle province di Catania e Siracusa.

L’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio del procedimento è stata fissata per il prossimo 3 dicembre e si terrà nell’aula bunker del carcere catanese Bicocca.

Da qui il segretario regionale del Pd Sicilia e segretario della commissione nazionale Antimafia, Anthony Barbagallo, ha chiesto al Viminale, tramite un interrogazione al Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, l'invio degli ispettori:

“Per quali ragioni ad oggi, nonostante i gravi fatti che riguardano l’amministrazione comunale di Paternò, il ministro degli Interni non ha ancora provveduto a disporre un accesso ispettivo per verificare o meno eventuali infiltrazioni mafiose?”

Il Sindaco Nino Naso, tramite un post su facebook, fa sapere:

“Prendo atto della decisione del Tribunale del Riesame che giunge inaspettata perché io so di non avere mai richiesto voti e avuto contatti di qualsivoglia genere con esponenti della criminalità organizzata. Ho dato mandato ai miei difensori di ricorrere per Cassazione e, come ho sempre fatto, da uomo delle istituzioni ripongo fiducia assoluta nei confronti della Magistratura italiana. Sono sereno e continuo a lavorare per la mia città con cui ho un legame indissolubile, continueró a servire la mia città con impegno e dedizione. Ringrazio tutti voi per il sostegno, il calore e l’affetto che mi state dimostrando e da cui attingo forza, slancio e energia per continuare a servire la Nostra Paternó. Confido per la mia famiglia più che per il sottoscritto che questa vicenda possa al più presto concludersi e sia definitivamente fugato qualsivoglia sospetto sul mio operato”.