L’arrivo del nuovo sindaco di Palermo Roberto Lagalla è stato accolto dalle Agende Rosse come una sgradita e inopportuna presenza. Con le spalle rivolte al primo cittadino e in cerchio attorno all’ulivo che in via d’Amelio ricorda i martiri della strage gli attivisti del movimento di Salvatore Borsellino hanno rispedito indietro il gesto assolutamente fuori luogo del Sindaco.
Voleva deporre una corona di fiori ai piedi dell’albero.
Le motivazioni che portano a questo gesto sono ovviamente più che comprensibili. Lagalla ha accettato di buon grado gli appoggi di Cuffaro e Dell’Utri, prendendo tanti voti da due candidati arrestati quarantotto ore prima per voto di scambio politico mafioso (Francesco Lombardo di Fratelli d'Italia (160 voti) finito in cella col mafioso Vincenzo Vella qualche giorno fa e Pietro Polizzi di Forza Italia (55) che parlava con Agostino Sansone e si era pure ritirato dalla campagna elettorale) e più di 4.100 voti dagli impresentabili.
Palermo sembra aver addirittura dimenticato le sanguinose stragi.
Per fortuna ancora qualche cittadino tiene una memoria viva affinché venga tenuto lontano chi accetta ancora il puzzo del compromesso come se quei condannati in via definitiva per reati di mafia si siano riabilitati come santoni di un’antimafia di facciata ben più pericolosa della stessa mentalità mafiosa, capace di far crescere la convinzione che in fondo la mafia non esiste quasi più.
Eppure ogni giorno, soprattutto a Palermo, vengono fatti decine e decine di arresti.
Sono state da poco evitate delle pericolose sfide di mafia che avrebbero riacceso vendette familiari di pericolosi criminali pronti ad uccidere per vendicare onori e loschi affari.
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2022-07-20 16:08:01
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