La voce di chi ha detto no
Lea Garofalo non è soltanto un nome, è un simbolo. Una fimmina calabrese che ha deciso di ribellarsi alla cultura mafiosa, di rompere le catene della paura, di scegliere la dignità. La sua storia – raccontata nel libro “Una fimmina calabrese. Così Lea Garofalo sfidò la ’ndrangheta” – è tornata al centro dell’attenzione grazie alla recente intervista a Paolo De Chiara, autore del libro, trasmessa su Real Team Tv, a cura di Giusy Randazzo e Maurizio Bianchini.
Un incontro toccante, profondo, necessario. Perché la memoria non si può spegnere. Perché Lea vive nelle parole che raccontano il suo coraggio.
Nata e cresciuta in una famiglia legata alla ’ndrangheta, Lea ha conosciuto da dentro l’orrore della criminalità organizzata: omicidi, droga, violenze, usura. Ha perso il padre, il fratello, i cugini, gli amici. Ha visto morire chi la circondava, sterminati da una logica feroce e patriarcale, incapace di contemplare dissenso o giustizia.
Ma Lea ha scelto un’altra strada.
Ha denunciato. Ha raccontato. Ha squarciato il velo della paura. E per questo è stata uccisa a soli 36 anni, rapita a Milano per ordine del suo ex compagno, Carlo Cosco, dopo un primo tentativo di sequestro fallito a Campobasso.
Nel corso dell’intervista su Real Team Tv, Paolo De Chiara – giornalista, scrittore, autore di numerose inchieste sulla criminalità organizzata e promotore del Premio Nazionale Lea Garofalo – ha ripercorso i momenti più significativi della vita di Lea, il suo esempio morale, la sua solitudine istituzionale, la sua scelta radicale.
“Lea ha detto no. Lo ha fatto da donna, da madre, da cittadina. Non ha avuto protezioni adeguate, nonostante le sue denunce. È stata lasciata sola. Ma il suo gesto rimane un faro per tutti”.
Una fimmina calabrese è più di un libro. È un atto politico, una denuncia sociale, un atto d’amore verso chi sceglie di non piegarsi. Pubblicato da Bonfirraro Editore, il testo ricostruisce la vita di Lea Garofalo con rigore giornalistico e intensità narrativa.
De Chiara non si limita a raccontare, ma accusa, interroga, chiama alla responsabilità.
Nel nome di Lea Garofalo – e di tutte le donne che hanno avuto il coraggio di rompere il silenzio – Paolo De Chiara porta avanti il suo lavoro di informazione, sensibilizzazione e memoria. L’intervista su Real Team Tv si inserisce in questo percorso, offrendo al pubblico una testimonianza potente, che scuote, che risveglia, che chiama all’azione.
Guarda l’intervista integrale su Real Team Tv:
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Una fimmina calabrese, così Lea Garofalo sfidò la ‘ndrangheta
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