Il raddoppio autovelox su un tratto di appena 2 km continua a far discutere. Alla richiesta di chiarimenti del Partito Comunista dei Lavoratori – Molise il consigliere Gentile ha replicato che “è tutto a posto perché la pratica l’ho seguita io ed è passata al vaglio della polizia”, aggiungendo che non si dovrebbero “tutelare i lavoratori che non rispettano i limiti”.
Il punto, però, è un altro: dove sono le motivazioni?
Il nodo: motivazioni e parametri mai pubblicati
Secondo il PCL-Molise, nel Decreto e nell’atto comunale manca l’esposizione dei parametri di legge (come tasso di incidentalità, criticità del tracciato, flussi di traffico), che giustifichino il raddoppio degli impianti rispetto al 2023 proprio in quel tratto. Il riferimento a una generica “relazione di polizia” non basta se la collettività non può leggerla.
In assenza di motivazioni puntuali e dati oggettivi, il provvedimento rischia di scivolare nell’illegittimità (principio generale: obbligo di motivazione degli atti e trasparenza).
Parole chiave in tema: trasparenza, motivazione, parametri oggettivi, tasso di incidentalità, atto amministrativo.
Autovelox e cassa: il sospetto di una “tassazione indiretta”
Altro punto sollevato: l’incentivo economico. Il PCL richiama i profitti privati delle società che installano e manutenono gli impianti e le entrate per gli enti impositori. Domanda semplice: se non ci fossero quei profitti e quelle entrate, la stessa “morbosità” a moltiplicare autovelox resisterebbe?
Il movimento parla di “macelleria sociale” quando limiti molto bassi su strade spesso poco trafficate trasformano lo sgarro di 10–20 km/h in prelievi forzosi su salari già compressi, con in più punti patente sottratti. Una “trappola” che colpisce lavoratori e classi popolari: tassazione indiretta travestita da sicurezza.
Parole chiave in tema: profitto privato, entrate comunali, tassazione indiretta, lavoratori, classi popolari.
Sicurezza stradale: il fine è condiviso, i mezzi no
Il PCL non mette in discussione la sicurezza stradale — anzi, la rivendica — ma chiede proporzionalità:
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Pubblicare i dati (incidenti, criticità del tracciato, flussi).
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Spiegare perché in 2 km serva raddoppiare gli impianti.
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Valutare alternative strutturali: rotatorie, messa in sicurezza dei manti stradali, gallerie, tratti tortuosi.
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Taratura e omologazione regolari, segnaletica chiara e visibile, trasparenza pre e post installazione.
Parole chiave in tema: sicurezza stradale, proporzionalità, rotatorie, messa in sicurezza, segnaletica.
Cosa chiedono (in concreto)
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Pubblicazione integrale della “relazione di polizia” e dei parametri che hanno portato alla scelta.
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Relazione tecnica comparativa tra 2023 e oggi sul tasso di incidentalità nel tratto interessato.
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Motivazione dettagliata dell’atto comunale: perché raddoppiare e perché lì.
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Valutazione d’impatto sociale delle sanzioni su famiglie e redditi da lavoro.
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Piano alternativo (o integrativo) di opere e manutenzioni per ridurre i rischi senza moltiplicare le multe.
Domande rimaste senza risposta (per ora)
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Cosa è cambiato, di preciso, nei “parametri oggettivi” per giustificare il raddoppio?
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Perché non è pubblica la relazione tecnica che ne attesta la necessità?
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Qual è il cronoprogramma per opere di sicurezza non sanzionatorie su quel tratto?
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Quanto incassano Comune e società dall’operazione, e come vengono reinvestiti questi proventi?
Il punto politico (senza giri di parole)
Il consigliere Gentile ha dato una risposta elusiva e apodittica: affermazioni senza dimostrazioni. In democrazia, però, le risposte devono aderire alle domande e gli atti vanno motivarti e documentati. Finché dati e motivazioni non saranno pubblici, la percezione resterà questa: sicurezza come alibi per una tassazione regressiva che scarica il costo sui più fragili.
Call to action ai cittadini
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Chiedere formalmente accesso civico agli atti: relazione di polizia, dati incidentalità, delibere, contratti con i fornitori.
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Segnalare criticità di segnaletica e manutenzione del tratto.
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Proporre in consiglio opere prioritarie (rotatorie, manti, illuminazione) con monitoraggio pubblico dei tempi.