La foto di Chiara Colosimo accanto al suo tweet commemorativo è perfetta per i social: parole solenni, toni istituzionali, la memoria come bandiera. Ma appena scendi dal feed e torni ai fascicoli, la trama si sfilaccia: 39 articoli pubblicati, 20 domande ribadite, nessuna risposta.
Ricordare i martiri è doveroso.
Dimenticare i vivi – i Testimoni di Giustizia che hanno denunciato mafie e corruzione – è inaccettabile.

La frattura tra parole e atti
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Art. 17, legge 6/2018: chi è protetto ha diritto a essere ascoltato entro 30 giorni dalla Commissione centrale o dal Servizio centrale di protezione.
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Nella realtà: audizioni non calendarizzate, richieste senza esito, PEC senza risposta.
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Comunicazioni: si è arrivati persino a telefonate su linee non protette verso soggetti in protezione. Una prassi che non dovrebbe neppure essere contemplata.
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Trasparenza: zero. Verbali, cronoprogrammi, indicatori? Assenti.
Nel frattempo, i tweet si susseguono. E i fascicoli dei Testimoni restano appesi.
Perché è un problema di legalità (non di stile)
Quando lo Stato non applica le norme che ha scritto, non solo tradisce i cittadini che hanno denunciato: indebolisce l’intero sistema di contrasto alle mafie. Senza fiducia, le denunce calano. Senza audizioni, i diritti svaniscono. Senza risposte, vince il silenzio.
Cosa ci aspettiamo, subito e senza giri di parole
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Convocazioni entro 30 giorni per tutte le richieste pendenti (art. 17 L.6/2018), anche da remoto su canali protetti.
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Verbale entro 72 ore e passi successivi con date e responsabili.
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Stop a qualunque contatto non tracciato e non sicuro con soggetti in protezione.
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Report pubblico semestrale (dati aggregati e anonimi) su: richieste ricevute, audizioni effettuate, tempi medi, esiti.
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Tavolo operativo su reinserimento e ricostruzioni contributive, con indicatori verificabili.
Alla presidente Colosimo
Presidente, la memoria non si misura in tweet. Si misura in atti. Oggi ai Testimoni di Giustizia servono calendari, protocolli, decisioni. A loro dobbiamo sicurezza, lavoro, salute, rispetto. Continui pure a commemorare, lo faremo insieme, ma apra le porte e le orecchie ai vivi.

BOX. Le nostre 20 domande
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Chi ha scritto materialmente la mail inviata al Testimone di Giustizia Gennaro Ciliberto?
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Con quale qualifica e con quale mandato è stata firmata quella comunicazione?
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Qual è il ruolo formale della segreteria particolare della Presidenza dentro la Commissione Antimafia, rispetto ai dossier sui Testimoni?
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Quali legami politico–istituzionali ha l’autrice della mail con membri della Commissione o con l’esecutivo?
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La presidente Chiara Colosimo era a conoscenza della mail prima dell’invio? L’ha letta e avallata?
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Perché la presidente avrebbe telefonato direttamente a soggetti in protezione su linee non protette? Chi ha autorizzato? Con quale protocollo?
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Quando la Commissione Antimafia calendarizzerà le audizioni richieste (Ciliberto, Coppola, altri) come prevede l’art. 17 della legge 6/2018?
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Quale protocollo scritto disciplina oggi i contatti tra Commissione e protetti? È pubblico? È stato rispettato?
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L’avv. Angela Verbaro (figlia e nipote di Testimoni di Giustizia) conosce nel merito la condizione reale dei Testimoni e le criticità del programma?
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L’avv. Verbaro conosce la storia di Gennaro Ciliberto?
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Chi l’ha nominata, con quali criteri e procedure?
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Qual è il perimetro dell’incarico dell’avv. Verbaro? Quali atti ha prodotto?
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L’avv. Verbaro era a conoscenza delle mail inviate a Ciliberto?
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Quando presiedeva la Commissione ex art. 10, Alfredo Mantovano che ruolo ebbe nei casi Verbaro?
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L’avv. Verbaro mantiene rapporti istituzionali con Mantovano sul tema Testimoni?
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Il consulente Tano Grasso: quali rapporti con Mantovano e quale perimetro di incarico oggi?
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L’interesse del sottosegretario Mantovano sui lavori antimafia in materia di Testimoni è diretto? In che cosa si traduce?
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Chi ha proposto le nomine di Verbaro e Grasso e con quali criteri?
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I consulenti percepiscono compensi o rimborsi? Quanto e su quali capitoli?
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Presidenza del Consiglio e Governo sono formalmente informati dei fatti segnalati (mail, telefonate, disvelamenti, audizioni mancate)? Quale indirizzo politico assumono subito?
Le mafie prosperano dove lo Stato tentenna. Qui non si chiede un inchino, si chiede adempimento.
Applicate la legge 6/2018. Fino a quel momento, ogni giorno riproporremo queste domande.
Perché senza Testimoni di Giustizia non c’è giustizia. E senza giustizia, il resto è solo retorica.

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