Il 22 settembre 2025 verrà ricordato come il giorno della consacrazione di Ousmane Dembélé. Il francese del Paris Saint-Germain si è aggiudicato il Pallone d’Oro, il riconoscimento individuale più prestigioso del calcio mondiale, coronando una stagione che lo ha visto protagonista assoluto a livello di club e di nazionale.
La sua vittoria ha emozionato i tifosi, perché rappresenta non solo il trionfo del talento, ma anche della resilienza: un giocatore che in passato era stato troppo spesso frenato da infortuni e incostanza, e che ora è arrivato finalmente al vertice.
Ecco la top ten maschile:
Ousmane Dembélé (Francia, PSG)
Lamine Yamal (Spagna, Barcellona)
Vitinha (Portogallo, PSG)
Mohamed Salah (Egitto, Liverpool)
Raphinha (Brasile, Barcellona)
Achraf Hakimi (Marocco, PSG)
Kylian Mbappé (Francia, Real Madrid)
Cole Palmer (Inghilterra, Chelsea)
Gianluigi Donnarumma (Italia, PSG / Manchester City)
Nuno Mendes (Portogallo, PSG)
Ousmane Dembélé non è mai stato un talento banale. Velocità, dribbling, fantasia: fin dai tempi di Rennes e Borussia Dortmund aveva mostrato di poter diventare un fenomeno. Eppure, gli anni al Barcellona hanno raccontato anche un’altra storia: quella di un talento spesso frenato dagli infortuni e da difficoltà di continuità.
Il passaggio al Paris Saint-Germain, e soprattutto l’arrivo di Luis Enrique sulla panchina, hanno cambiato il corso della sua carriera. La stagione 2024-25 ha visto un Dembélé finalmente integro, costante e devastante, capace di lasciare il segno in tutte le competizioni. Gol, assist e leadership tecnica lo hanno reso imprescindibile in un PSG che ha dominato in patria e in Europa.
Il momento decisivo della metamorfosi di Dembélé è arrivato quando Luis Enrique ha deciso di spostarlo al centro dell’attacco. Non più solo ala destra con libertà di dribbling, ma un vero e proprio fulcro offensivo.
Più vicino alla porta, Dembélé ha aumentato la sua pericolosità realizzativa, trasformandosi in bomber.
Ha saputo aprire spazi per gli inserimenti dei compagni, diventando un regista offensivo dinamico.
Ha mostrato una maturità tattica nuova, assumendosi responsabilità e incidendo nei momenti decisivi, qualità che in passato gli erano mancate.
Il risultato è stato un giocatore completo, capace di unire fantasia e concretezza, spettacolo e freddezza sotto porta.
Se la vittoria di Dembélé ha catalizzato l’attenzione, la cerimonia ha premiato anche altri interpreti del calcio mondiale.
Aitana Bonmatí ha conquistato per la terza volta consecutiva il Pallone d’Oro femminile, confermandosi come la giocatrice simbolo di questa generazione.
Lamine Yamal, già secondo nella classifica maschile, si è preso anche il Trofeo Kopa come miglior giovane, suggellando un futuro che appare già scritto.
Il Trofeo Yashin è andato a Gianluigi Donnarumma, protagonista di una stagione da numero uno assoluto tra i pali.
Luis Enrique ha ricevuto il Trofeo Johan Cruyff come miglior allenatore dell’anno, giusto riconoscimento per il suo lavoro di trasformazione al PSG.
Infine, il Trofeo Gerd Müller al miglior marcatore stagionale è stato assegnato a Viktor Gyökeres, bomber implacabile a livello di club e nazionale.
La vittoria di Ousmane Dembélé al Pallone d’Oro 2025 non è soltanto la celebrazione di un talento straordinario, ma il simbolo di una storia di crescita e di rinascita.
Una storia che, non celebra soltanto il calcio, ma anche la vita che c’è dietro ogni campione.
Immagine di copertina creata con IA