A Formia, il 22 settembre, studenti, insegnanti e famiglie hanno manifestato in piazza contro il genocidio a Gaza chiedendo il riconoscimento della Palestina.
Lunedì 22 settembre a Formia c’era il sole e c’era un corteo che ha attraversato tutta via Vitruvio. C’erano studenti e studentesse, insegnanti, mamme, papà, associazioni laiche e religiose. Una comunità intera, pacifica e colorata, ha scelto di scendere in strada con la determinazione di dire “Stop al genocidio”.
Gli slogan e i cartelli dei ragazzi hanno risuonato lungo il centro cittadino. Non c’erano solo i giovani delle superiori: tra i manifestanti c’erano anche gli alunni delle medie, delle elementari, e persino i bambini. Una generazione che ha voluto imparare e insegnare, trasformando la piazza in una vera e propria aula a cielo aperto.
Parlare di genocidio in piazza
Durante la manifestazione si è fatto quello che spesso a scuola non si riesce a fare con la stessa forza: si è parlato di storia, di diritti umani, di responsabilità politiche. Si è spiegato ai ragazzi cosa significa la parola genocidio e si è discusso del silenzio, o della complicità, di alcuni potenti della Terra.
L’Italia – denunciano i manifestanti – non può continuare a voltarsi dall’altra parte, ignorando ciò che avviene a Gaza e in Cisgiordania.
Una protesta pacifica che i media hanno ignorato
La piazza di Formia, così come tante altre in tutta Italia, ha offerto un esempio di civiltà: nessuna violenza, nessun assalto, solo bandiere, canti e parole. Un corteo che ha preferito la forza del pensiero e della consapevolezza alla logica dello scontro.
Eppure, mentre in tanti parlano solo dei tafferugli di Milano, la voce di queste piazze pacifiche sembra non fare notizia. Un silenzio mediatico che non rende giustizia al significato profondo di ciò che è accaduto.
Le richieste: Palestina, stop armi e rottura con Netanyahu
La folla di studenti, famiglie e associazioni ha chiesto con forza tre impegni al governo italiano:
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riconoscere lo Stato di Palestina,
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sospendere la vendita di armi a Israele,
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bandire qualsiasi rapporto con Netanyahu e il suo governo.
Richieste semplici, dirette, che mettono al centro la pace e il rispetto del diritto internazionale.
Formia come simbolo
La manifestazione di Formia si inserisce in un quadro nazionale: il 22 settembre piazze di tutta Italia si sono riempite di cittadini che hanno chiesto pace, giustizia e dignità.
Non un atto isolato, ma un segnale forte che parte dal basso, dai più giovani, da chi ha deciso di trasformare la protesta in scuola di democrazia e coscienza civile.