Venerdì 26 e sabato 27 settembre si sono svolti due presidi fissi a Catania, in piazza Stesicoro, a sostegno della Global Sumud Flotilla. Il presidio avveniva a seguito dei ripetuti attacchi di Israele alle imbarcazioni che navigano alla volta della Striscia di Gaza per provare a rompere l’assedio e aprire un canale per far arrivare gli aiuti umanitari al popolo palestinese. In quelle giornate, inoltre, c’erano state le dichiarazioni della premier Giorgia Meloni e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Io personalmente continuo a considerare che il riconoscimento della Palestina in assenza di uno Stato che abbia i requisiti della sovranità non risolva il problema, non produca risultati tangibili, concreti per i palestinesi. Dopodiché si dice che però il riconoscimento della Palestina può essere un efficace strumento di pressione politica e va bene, capisco, però dobbiamo anche capire su chi. Io penso che la principale pressione politica vada fatta nei confronti di Hamas perché è Hamas che ha iniziato questa guerra ed è Hamas che impedisce che la guerra finisca rifiutandosi di consegnare gli ostaggi”. Ha dichiarato la premier, ha proseguito: “la maggioranza presenterà in aula una mozione per dire che il riconoscimento della Palestina deve essere subordinato a due condizioni: il rilascio degli ostaggi e ovviamente l’esclusione di Hamas da qualsiasi dinamica di governo all’interno della Palestina, perché dobbiamo capire quali sono le priorità giuste”.
“Penso che un’iniziativa del genere – ha auspicato – possa trovare anche il consenso dell’opposizione, non trova sicuramente il consenso di Hamas, non trova magari il consenso da parte degli estremisti islamisti, ma dovrebbe trovare consenso nelle persone di buon senso”.
Il capo dello Stato, invece, ha fatto un appello alle donne e agli uomini della Flotilla:
“Il valore della vita umana, che sembra aver perso ogni significato a Gaza, dove viene gravemente calpestato con disumane sofferenze per la popolazione, richiede di evitare di porre a rischio l’incolumità di ogni persona.
A questo scopo e al fine di salvaguardare il valore dell’iniziativa assunta – valore che si è espresso con ampia risonanza e significato – appare necessario preservare l’obiettivo di far pervenire gli aiuti raccolti alla popolazione in sofferenza.
Mi permetto di rivolgere con particolare intensità un appello alle donne e agli uomini della Flotilla perché raccolgano la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme – anch’esso impegnato con fermezza e coraggio nella vicinanza alla popolazione di Gaza – di svolgere il compito di consegnare in sicurezza quel che la solidarietà ha destinato a bambini, donne, uomini di Gaza”.
Questo appello è stato respinto dai partecipanti della missione umanitaria e così hanno deciso, in gran parte, di continuare il viaggio.
Adesso sono in cammino nell’ultimo tratto, dall’isola di Creta alla Striscia di Gaza. E così l’allerta e il pericolo aumentano.