Somma Vesuviana non dorme più. E non è un modo di dire: è un brusio continuo di sirene, ombre che corrono, fuochi nella notte. È il segno feroce di una guerra silenziosa e devastante, combattuta metro dopo metro per il controllo delle piazze di spaccio, un business che vale milioni di euro e che attira appetiti antichi e nuovi.
La città è diventata un crocevia di interessi criminali che non riguardano solo la vicina Castello di Cisterna – storica culla dei rifornitori della zona – ma anche poteri radicati nel cuore stesso di Somma. Su tutti, il clan Mazzarella, che da tempo ha piantato la sua bandiera nel Parco Fiordaliso, trasformandolo in una base che parla la lingua del comando, della paura e del profitto.
Accanto ai nomi noti, avanza un esercito di giovani affiliati, ragazzi che vivono come in un videogioco reale dove il livello successivo si conquista a colpi di minaccia, violenza e sangue. Vogliono emergere, vogliono subentrare nella gestione delle piazze che da anni sono nelle mani delle famiglie storiche, i cosiddetti “paesani”. E in questa corsa al potere non c’è spazio per i compromessi.
Le strade raccontano tutto: pestaggi, intimidazioni, seguiti sospetti, e adesso anche incendi dolosi. L’ultimo episodio, quello che stanotte ha squarciato il silenzio, è un segnale chiaro: automobili date alle fiamme, un messaggio marchiato fuoco e benzina, un rituale di forza che anticipa spesso qualcosa di ancora più grave.
Somma Vesuviana è oggi un territorio stretto nella morsa della criminalità, dove la tensione è diventata un’abitudine e la paura un sottofondo quotidiano. Gli equilibri si stanno spezzando, i rapporti di forza stanno mutando, e la posta in gioco è troppo alta perché questa guerra possa fermarsi da sola.
La gente perbene, quella che alza le saracinesche ogni mattina, lo sa bene: qui basterà una scintilla – un’altra – per trasformare una guerra sotterranea in un conflitto aperto. E questa terra già ferita non può permetterselo.






