Con una nota articolata e severa, la casa editrice interviene pubblicamente sul caso Maurizio De Giovanni, analizzando la distanza evidente tra le recenti dichiarazioni televisive dello scrittore e le sue prese di posizione del passato. Un intervento che scuote l’ambiente culturale italiano e riapre un confronto necessario sul ruolo dell’intellettuale nello spazio pubblico.
Il nodo della contraddizione
A fine ottobre, ospite a Omnibus (La7), Maurizio De Giovanni ha elogiato l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, definendolo uomo di “serietà”, “impegno” e “dedizione”. Parole limpide, lineari, pronunciate senza esitazioni.
Eppure, come IOD Edizioni ricorda nella sua nota, appena pochi mesi prima, giugno 2024, De Giovanni era stato tra i firmatari di una durissima lettera contro l’ingerenza politica nella cultura, indirizzata proprio alla gestione del ministero guidato da Sangiuliano.
Una lettera che denunciava:
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“prevaricazioni”,
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“occupazione sistematica dei ruoli decisionali” secondo criteri di fedeltà politica,
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forme esplicite e implicite di censura,
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un clima culturale soffocante, in contrasto con ogni principio democratico.
Non solo: De Giovanni aveva firmato anche la petizione a sostegno di Roberto Saviano, dopo l’esclusione dalla Buchmesse a opera del commissario Mazza, nominato proprio da Sangiuliano.
Due posizioni pubbliche. Due direzioni opposte. E una domanda inevitabile, che IOD Edizioni formula con nettezza: quale Maurizio De Giovanni è quello autentico?
Quando la parola pubblica si trasforma in gesto politico
La nota di IOD Edizioni sottolinea come l’intervento televisivo di De Giovanni appaia sorprendente non per il suo contenuto in sé, ma per ciò che omette:
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nessun riferimento alle ingerenze denunciate pochi mesi prima,
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nessun cenno alle nomine politiche contestate,
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nessun richiamo alla vicenda Saviano,
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nessuna analisi critica sul modello culturale che aveva definito “inaccettabile”.
Secondo la nota, questa rimozione narrativa rischia di trasformarsi, consapevolmente o meno, in:
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avallo simbolico,
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legittimazione morale,
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attenuazione del giudizio critico verso una figura politica che torna sulla scena pubblica in piena campagna elettorale.
L’editore non accusa.
L’editore analizza, e invita alla riflessione.
Ma il punto resta: per un intellettuale, l’effetto delle sue parole è parte integrante della responsabilità civile.
L’intellettuale non parla mai solo per sé
Nella nota, IOD Edizioni ricorda un principio dimenticato nel dibattito pubblico contemporaneo:
la parola dell’intellettuale non appartiene mai soltanto all’individuo che la pronuncia.
Quando un autore amato e ascoltato come De Giovanni parla in TV, in un territorio come la Campania dove il peso simbolico della cultura è enorme, il suo messaggio non resta mai confinato alla dimensione privata. Diventa orientamento, interpretazione, narrazione condivisa.
E soprattutto, in periodi elettorali, può produrre effetti politici concreti.
Il confronto con il Novecento: un’eredità che pesa
Nella sua presa di posizione, IOD Edizioni richiama gli scrittori che hanno rappresentato la coscienza critica del Novecento italiano: Rea, Pomilio, La Capria, Ortese, Morante, Erri De Luca, Eduardo De Filippo, Striano, Ermanno Rea.
Non per nostalgia, ma per ricordare che per loro la coerenza non era un vezzo: era una postura etica.
Una distanza dal potere, non un dialogo compiacente.
Una responsabilità civile, non una confidenza personale trasformata in opinione pubblica.
La conclusione della nota di IOD Edizioni è un pugno sul tavolo, asciutto e inevitabile:
È possibile che un intellettuale difenda un ex ministro della Cultura solo perché ha portato restauri e fondi nella sua città?
E se lo fa, può ancora rappresentare una voce libera, nazionale, europea?
La casa editrice non cerca lo scontro, chiede chiarezza.
Chiede coerenza.
Chiede che la parola dell’intellettuale non diventi mai un gesto ambivalente o una cortesia territoriale mascherata da giudizio culturale.
Perché quando la coerenza viene meno, il problema non è solo politico. È culturale. Ed è profondamente intellettuale.
IOD Edizioni attende una risposta. E con essa, forse, un chiarimento necessario sul ruolo pubblico di una delle voci più amate della narrativa italiana.




