Ieri, 14 dicembre 2025, nella stessa zona della prima rapina, sono “spariti” altri 7 fucili. Sette in una giornata. Sette armi che cambiano mani, cambiano destino. E con loro cambia il livello del rischio. Questa storia non nasce oggi. WordNews.it la sta seguendo da settimane.
Il primo colpo lo avevamo raccontato il 12 ottobre: l’assalto sulla strada per Laureana, i cacciatori bloccati, la sensazione di un’azione fatta con metodo. Era solo l’inizio.
Poi era arrivata la domanda che in Calabria pesa più di una denuncia: come si sconfigge la ’ndrangheta se la politica nemmeno la nomina? Perché quando le parole spariscono, resta campo libero a chi usa le armi come linguaggio.
https://wordnews.it/2025/10/20/come-si-puo-sconfiggere-la-ndrangheta-se-la-politica-non-la-nomina/
Il 26 ottobre avevamo pubblicato una testimonianza che non lasciava scampo alle interpretazioni: l’agguato col kalashnikov, la freddezza, le facce coperte, la professionalità. Una radiografia dell’ansia.
Poi, San Calogero: un’altra rapina armata, ancora la stessa ombra, la tranquillità che si sgretola.
E infine l’escalation: un cacciatore malmenato, setto nasale rotto, colpi sparati al motore. A quel punto non era più corretto parlare di “rapina”. Era un assalto. Una dimostrazione di forza.
Oggi, con i sette fucili rubati con la forza delle armi il cerchio non si chiude: diventa più inquietante. Una sequenza è un sistema, che implica il controllo del territorio.
Ed eccole, le domande che restano sul tavolo:
Chi controlla davvero queste strade all’alba?
Non è retorica. Se un gruppo colpisce più volte con la stessa tecnica, significa che sa dove muoversi, quando farlo, quanto tempo ha prima che qualcuno arrivi.
Perché l’impunità sembra totale?
Si torna nello stesso perimetro, come se nulla fosse successo prima. Come se gli articoli, le testimonianze fossero soltanto un rumore di fondo, non un chiaro allarme.
Dove finiscono quei fucili?
Nel mercato nero? In depositi nascosti? In una filiera più grande? Ogni arma sottratta è potenziale intimidazione, potenziale ferimento, potenziale morte. Le armi rubate non restano oggetti ornamentali: diventano futuro sporco.
E la sicurezza dei cacciatori?
Qui si parla di persone che escono di casa alle prime luci e si ritrovano davanti uomini incappucciati (vigliacchi) che bloccano, puntano armi, picchiano, sparano. Una provincia che non garantisce sicurezza che sta cedendo spazio.
Quando una banda può saccheggiare fucili, ripetere schemi, colpire con armi da guerra e tornare ancora, significa che qualcuno, da qualche parte, sta lasciando che accada.
Lo ribadiamo ancora una volta: queste “bestie” non hanno paura di nessuno.
Ma la domanda vera è un’altra: perché dovrebbero averne, se nessuno le ferma?






