Nel cuore pulsante del centro storico di Isernia, a due passi dal Museo Civico, accanto alla splendida Fontana Fraterna, frutto di secoli di storia, si consuma l’ennesimo scempio all’identità culturale di una città che sembra aver dimenticato se stessa.
Tra erbacce, rifiuti, plastica e incuria, giacciono i resti preziosi delle mura antiche, riaffiorate durante i lavori di pavimentazione in Piazza Celestino V. Un tratto lungo oltre 20 metri, risalente alla prima metà del III secolo a.C., con blocchi in opera poligonale ben conservati, visibili e riconoscibili. Una testimonianza materiale della fondazione della colonia, oggi ridotta a una triste fossa verde soffocata dal degrado.
Ciò che dovrebbe essere un fiore all’occhiello dell’archeologia urbana molisana, è diventato un recinto di vergogna, recintato non per proteggere, ma per nascondere. Il messaggio è chiaro: la storia non interessa. L’area versa in uno stato vergognoso, con erba alta, pietre antiche semi-coperte, detriti sparsi e oggetti abbandonati.
Le mura di Isernia, quelle che raccontano l’impianto urbano romano, le fortificazioni del passato, la continuità urbanistica e architettonica di una città millenaria, sono state lasciate alla mercé del tempo e dell’inciviltà. Non un pannello esplicativo, non un intervento di valorizzazione. Solo ruggine, ombre, e silenzio.
Viene da chiedersi: dov’è la Soprintendenza? Dove sono Comune e Regione? Dov’è finita l’attenzione per la tutela del patrimonio?
Se un tratto murario del III secolo a.C. può essere abbandonato così, senza nemmeno un intervento minimo di pulizia e decoro, allora siamo davanti non solo a una mancanza di fondi, ma a una mancanza di visione.
Le mura non sono ruderi qualunque. Sono parte di una narrazione millenaria, sono archeologia viva che respira sotto il selciato cittadino. Eppure, vengono ignorate, trattate alla stregua di un’aiuola incolta.
È tempo che cittadini, studiosi, associazioni culturali e turisti sollevino la voce. La memoria storica non si conserva da sola. Va difesa, curata, raccontata.
E va protetta da chi, per ignavia o disinteresse, la sta cancellando con l’erba alta e l’inerzia.
Piazza Celestino V merita rispetto. Le mura poligonali di Isernia meritano un progetto di valorizzazione, una narrazione pubblica, una cura continua. Non possiamo accettare che ciò che resta del nostro passato venga trattato come una discarica all’aperto.
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