Ennesimo episodio di violenza a Somma Vesuviana, questa volta nel cuore del Casamale, durante la suggestiva e tradizionale Festa delle Lucerne. Dove dovrebbe esserci cultura e bellezza, c’è stata invece una scena di degrado sociale, di barbarie e inciviltà.
Una città ferita, ancora una volta. E un’amministrazione che resta in silenzio, mentre i cittadini assistono impotenti al dilagare di un clima criminale che soffoca il territorio.
La rissa nel cuore del borgo: violenza e impunità
Tutto è cominciato nella serata di ieri, durante l’anticipo della Festa. Tre individui – senza casco, a bordo di uno scooter, in piena zona a traffico limitato – hanno attraversato il centro storico del Casamale contromano, rischiando di travolgere una famiglia con bambini.
Un cittadino ha avuto il coraggio di richiamarli all’ordine. Vent’anni fa si sarebbero nascosti per la vergogna. Ma oggi no: dopo venti minuti sono tornati in dieci, armati di bottiglie e bastoni, e hanno aggredito brutalmente l’uomo.
Un’aggressione in pieno stile camorristico, una scena da branco, da vigliacchi, da chi ha imparato che nel silenzio dell’autorità tutto è permesso.
Dove sono le istituzioni?
Mentre la tensione cresce, il sindaco Salvatore Di Sarno e l’assessore alla legalità Crescenzo De Falco restano in silenzio. Un silenzio assordante, inaccettabile, che conferma l’abbandono di un’intera comunità.
Com’è possibile che in una città di 40.000 abitanti, durante una delle manifestazioni più sentite, non vi sia un minimo di controllo?
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Perché la Polizia Municipale termina il turno alle 21, proprio quando inizia la movida?
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Dove erano le altre forze dell’ordine?
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Chi tutela la sicurezza dei cittadini perbene?
Domande che i sommesi si pongono da tempo, senza ricevere risposte. E intanto la camorra, l’arroganza, la prepotenza si radicano anche nelle feste di paese.
La mentalità criminale soffoca Somma Vesuviana
Quello che accade a Somma non è solo microcriminalità. È una mentalità tossica, una cultura dell’illegalità che non teme sanzioni, non conosce vergogna, e che trova spazio anche grazie all’immobilismo istituzionale.
“Feccia” è un termine persino troppo gentile per descrivere chi trasforma una festa popolare in un’occasione di violenza.
I cittadini alzano la voce: “Noi sommesi siamo stanchi”
Il grido si fa unanime:
Siamo stanchi di vivere in un paese dove comandano i delinquenti.
Siamo stanchi di chi amministra con superficialità e ignora le vere emergenze.
Vogliamo sicurezza, legalità, orgoglio per il nostro borgo storico, non uno scenario da far west sotto il Vesuvio.
Ora basta. Se ci sono telecamere, che vengano utilizzate. Che i responsabili vengano identificati e puniti con fermezza.
Somma Vesuviana merita di più. Merita rispetto, merita giustizia, merita coraggio.
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