Ipotesi del soffocamento «non percorribile». Escluse anche cause dovute a violenze. Sono le uniche conclusioni a cui è giunto ieri nel primo pomeriggio Pietro Falco, medico legale della Asl Lanciano-Vasto-Chieti, sul decesso di un bimbo di solo un anno avvenuto domenica sera nel Pronto Soccorso dell’Ospedale “San Pio” di Vasto.
L’autopsia sul corpo del piccolo, eseguito presso il Policlinico di Chieti dal dottor Falco, ieri si è protratta per 3 ore, iniziata in tarda mattinata e conclusasi solo nel primo pomeriggio. L’esame autoptico non ha rilevato tracce di lesioni o ferite causate da atti violenti, circostanza già esclusa nella serata di domenica dai sanitari del Pronto Soccorso del nosocomio vastese che hanno soccorso il piccolo. Esclusa anche la presenza di qualche patologia non rilevata in passato.
Pietro Falco si è riservato il deposito delle conclusioni dell’autopsia entro 60 giorni, termine successivo all’arrivo dei risultati degli esami istologici e tossicologici. Solo tra due mesi potrà, quindi, formulare ipotesi circostanziate e più precise. Non è, quindi, stato possibile accertare in maniera incontrovertibile la causa del decesso del bambino. Ma l’esame autoptico ha portato ad escludere alcune cause e, quindi, a formulare possibili ipotesi. Esclusa la prima ipotesi, formulata già nella serata di domenica, della polmonite ingestis causata da un biscotto, ora la strada considerata più attendibile è quella della Sids (dall’inglese Sudden Infant Death Syndrome), la “Sindrome della morte improvvisa del lattante”, conosciuta come “morte in culla”, il decesso improvviso e inaspettato di un bambino minore di un anno di età, apparentemente sano.
Il bimbo era giunto domenica scorsa, intorno alle 19.30, presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale “San Pio” accompagnato dalla madre, L.M., 29enne di origine rumena e residente nel centro storico di Vasto. La famiglia si trovava per l’estate in una casa a Vasto Marina quando il bimbo ha iniziato a stare male. Era in arresto cardiocircolatorio quando è arrivato in Pronto Soccorso. Il bimbo non presentava segni di lesioni sul corpo. Contattati dal personale del pronto soccorso dell’ospedale “San Pio”, dopo aver constatato il decesso del piccolo, sul posto sono giunti i carabinieri della Stazione di Vasto, guidati dal comandante Mario Giacona, e il pubblico ministero Silvia Di Nunzio.
L’assenza di segni di lesioni sul corpo del bambino aveva portato come prima ipotesi della tragedia il soffocamento causato dall’ingestione di un biscotto che avrebbe causato una “polmonite ab ingestis”. La polmonite per ingestione è causata dall’inalazione di sostanze tossiche o che irritano le vie aeree, in genere grandi quantità di secrezioni delle vie aeree superiori o di contenuto gastrico che finiscono nei polmoni. L’inalazione causa infiammazione o infezione dei polmoni o la loro ostruzione. Ipotesi, ora, esclusa dai primi rilievi dell’esame autoptico.
A giugno ci fu un’altra tragedia a Penne. Nel comune in provincia di Pescara una bambina di soli due anni, ha avuto un malore mentre dormiva, malore che si è rivelato poche ore dopo fatale. Appena i genitori si sono accorti che la bimba stava avendo un malore hanno allertato i soccorsi. Giunta in condizioni gravissime presso il pronto soccorso dell’Ospedale “Santo Spirito” di Pescara la piccola è deceduta poco dopo.
Un altro bambino è morto nel sonno il 7 marzo scorso a Civitella Casanova, sempre in provincia di Pescara. Intorno alle 7 del mattino i genitori si sono accorti che il figlio era in gravi condizioni ed hanno immediatamente allertato i soccorsi. Invano perché il bambino, purtroppo, era deceduto. Causa della morte una crisi epilettica mentre dormiva.
Quattordici mesi fa un neonato, non aveva ancora compiuto un mese, è morto nella sua casa in via Basento nel quartiere San Donato di Pescara per una polmonite fulminante.