Il giovane è stato arrestato questa mattina nel quartiere Scanzano, storica roccaforte del clan D’Alessandro, dove si nascondeva da domenica scorsa. Era ricercato per tentato omicidio, in relazione a un agguato avvenuto lo scorso 30 luglio nei pressi del cimitero di Castellammare di Stabia.
Secondo la Procura di Torre Annunziata e gli investigatori della Polizia di Stato, Vincenzo D’Alessandro avrebbe agito insieme a due complici – già arrestati sabato scorso – tendendo un agguato a un rivale. Contro l’auto della vittima furono esplosi quattro colpi di arma da fuoco. L’uomo, ferito e in fuga, venne poi raggiunto e colpito con una mazza da baseball, riportando gravi lesioni.
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, hanno permesso di ricostruire l’intera dinamica grazie all’analisi delle immagini di videosorveglianza e a riscontri investigativi incrociati.
Il giovane D’Alessandro, già noto alle forze dell’ordine, era coinvolto anche nella vicenda dello stupro di gruppo di una 12enne avvenuto alle Terme di Stabia nel 2018, e risulta indagato in un’altra inchiesta della DDA di Salerno.
Con la cattura di oggi, si chiude un capitolo di una lunga faida criminale che aveva riacceso la tensione nel quartiere di Scanzano e nei territori limitrofi. Ma l’arresto segna anche l’ennesima conferma della continuità del potere criminale del clan D’Alessandro, capace di rigenerarsi nel tempo e di mantenere il controllo del territorio attraverso tre generazioni.
Dopo Michele, fondatore del clan, e Luigi, erede diretto, ora Vincenzo D’Alessandro junior rappresenta la terza generazione di una dinastia criminale che continua a condizionare la vita sociale, economica e politica di Castellammare di Stabia.
Un nome che ritorna, un clan che resiste, una camorra di famiglia che sembra non conoscere estinzione.






