Non è solamente un invito alla lettura questo mio editoriale di oggi.
E’ anche la condivisione della gioia che anima la grande famiglia antoniana – di cui sono parte come Caritas Antoniana e come giornalista accreditata alla sala stampa de Il Messaggero di Padova – ogni volta che un libro viene pubblicato, segnatamente se vanta contributi di straordinaria levatura spirituale e se il contesto del lancio editoriale è altamente qualificato.
Mercoledì 10 settembre alle ore 18.00 nella Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi (piazza San Francesco, 2), nell’ambito della rassegna culturale “Il Cortile di Francesco” si terrà la presentazione esclusiva del libro postumo di Papa Francesco, Il mio san Francesco (Edizioni Messaggero Padova in coedizione con Casa Editrice Francescana di Assisi).
Sarà un momento di profonda riflessione in un luogo simbolico per il Pontefice, con il cardinale Marcello Semeraro in dialogo con fra Giulio Cesareo, Direttore dell’Ufficio Comunicazione del Sacro Convento. A introdurre la conversazione sarà fra Massimiliano Patassini, Direttore editoriale del Messaggero di sant’Antonio.
Un’opera unica che, in un intimo e fraterno colloquio con il cardinale Marcello Semeraro, svela il profondo legame del Pontefice con il Santo di cui ha scelto il nome, diventando il suo testamento spirituale.
Il volume nasce da un dialogo avvenuto negli ultimi mesi del 2024, nel quale Papa Francesco ha concesso per la prima volta un’intervista sulla sua personale connessione con San Francesco d’Assisi. Attraverso le sue parole, il Pontefice esplora temi cruciali che hanno ispirato gran parte del suo magistero, come la custodia del creato, la pace, la fraternità universale, e offre spunti di riflessione su questioni personali e universali, dalla “sporcizia” all’interno della Chiesa al significato della preghiera, dal rapporto con la povertà e la famiglia fino al dolore e alla morte.
Il libro, che ha ricevuto il nulla osta da Papa Francesco in persona una settimana prima della sua scomparsa, contiene inoltre una Lettera di Papa Leone XIV e una prefazione del cardinale Pietro Parolin, che ha definito il testo quasi un “testamento spirituale” di Bergoglio.
Papa Leone XIV così ha scritto al curatore, il card. Semeraro: «Carissimo fratello, ti sono grato per avermi fatto conoscere questa pubblicazione, che permette quasi di riascoltare la voce di papa Francesco. […] Egli ha raccontato il perché della scelta del nome; in questi dialoghi fatti con te, però, egli mostra pure che quel nome di Francesco non solo lo ha assunto, ma con esso ha pure cercato di identificarsi per farne il volto della sua nuova missione».
Così si espresso, invece, il cardinale Parolin: «Papa Francesco rende testimonianza dei molti doni che il Signore gli ha fatto, descrive alcune intuizioni nel suo cammino di fede, racconta anche di alcuni passaggi difficili della sua esistenza, richiama storie della sua famiglia. Tutta questa ricchezza esperienziale ora è riletta proprio alla luce di ciò che il «piccolo» Santo di Assisi gli ha insegnato. Nel dialogo, papa Francesco sembra quasi riassaporare le tracce benedette che l’esempio di san Francesco aveva lasciato nel suo animo, aiutandolo a essere un po’ come lui, tanto grato al Signore e desideroso di scoprirlo presente nei poveri, di volergli bene in chi soffre ed è solo. Oggi possiamo, in un certo qual modo, leggere questa lunga testimonianza di papa Francesco, scritta negli ultimi mesi della sua vita, quasi fosse un suo “testamento spirituale”, fatto di memorie vive e di rendimenti di grazie».

L’AUTORE
Jorge Mario BERGOGLIO (1936-2025) è il mite rivoluzionario nato a Buenos Aires da una famiglia piemontese emigrata in Argentina. Lavora come tecnico chimico e buttafuori in un nightclub, all’età di 21 anni entra tra i gesuiti e nel 1969 viene ordinato sacerdote. Nel 1992 Giovanni Paolo II lo nomina vescovo ausiliare di Buenos Aires e il 28 febbraio 1998 diviene vescovo di Buenos Aires: sarà il vescovo delle villas miseria che incoraggia a costruire la cultura dell’incontro. Creato cardinale nel concistoro del 21 febbraio 2001 da san Giovanni Paolo II, il 13 marzo 2013 viene eletto papa, il primo latinoamericano della storia, il primo a scegliere il nome di Francesco, il primo a twittare. Conduce la Chiesa a parlare di poveri, migranti e ambiente, lotta contro gli abusi al suo interno, condanna il capitalismo selvaggio. Il papa dal volto umano che porta il Vangelo nelle periferie del mondo e del potere.
Il lancio editoriale ad Assisi ha una valenza altamente evocativa del lontano 30 maggio del 1221, quando, durante l’assemblea generale del Capitolo delle Stuoie, il santo di Padova, Antonio allora giovane frate proveniente dal Portogallo, vide e ascoltò San Francesco. Dall’incontro nacque un legame strettissimo che indusse Francesco ad investire Antonio a predicatore e maestro di teologia ex cathedra, ponendo però il primato di Dio su tutto, senza ostacolare o impedire la fioritura dei talenti personali.
Ho fatto riferimento all’incontro tra i due santi perché particolarmente caro a Papa Francesco per l’attualità del messaggio connesso: un messaggio comprensibile se si ha l’ umiltà di capire che quello che Francesco e Antonio hanno detto e hanno fatto nella cultura del loro tempo, e nel loro contesto sociale, possono essere declinabili oggi con la visione e il linguaggio dei nostri tempi.
L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti.
Per maggiori informazioni sull’evento: https://www.cortiledifrancesco.it/event/08dda53c-f290-4e50-8be0-dbd8c4a4b8fd





