Il caso Gaza rivela lo sgretolarsi dei valori occidentali: ipocrisia politica, regole internazionali calpestate, il fallimento del neoliberismo e il tradimento della democrazia.
Lo sgretolarsi dei valori occidentali non è più un’ipotesi astratta: è un dato di fatto che si manifesta ogni giorno con la tragedia di Gaza. Le regole di convivenza internazionale, pilastri del diritto e della pace mondiale, sono state piegate e stracciate in nome della geopolitica.
L’episodio della flottiglia internazionale che tenta di portare aiuti umanitari ai palestinesi è emblematico: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha invitato a fermarla perché “pericolosa”. Ma pericolosa per chi? Quelle imbarcazioni si muovono in acque che il diritto internazionale non riconosce sotto la giurisdizione israeliana. Fermarle significa legittimare la pretesa di Israele di poter agire al di fuori di qualsiasi norma.
Ipocrisia occidentale, valori traditi, doppio standard.
Il problema non è solo Gaza: il problema è la geometria variabile delle regole. Se il diritto vale solo quando conviene ai Paesi occidentali, allora non è più diritto ma strumento politico. Israele appartiene al blocco occidentale e per questo viene giustificato in tutto: dalle colonizzazioni agli assedi, dalle espulsioni dei palestinesi al bombardamento indiscriminato di civili.
La stessa comunità internazionale, che a parole condanna, nei fatti si gira dall’altra parte. Gaza diventa così la cartina di tornasole: chi difende il diritto e chi difende l’ipocrisia.
Dal 1947 ad oggi: una lunga complicità
Il 1947 non è un anno qualsiasi: con la risoluzione ONU sulla spartizione della Palestina, l’Occidente ha autorizzato i sionisti a cacciare i palestinesi dalle loro terre. Da lì in poi è stata una lunga escalation: guerre, occupazioni, colonie, espansioni territoriali. E oggi, davanti al genocidio in corso, si preferisce chiudere gli occhi.
L’Occidente che si proclama paladino di libertà e diritti umani sta mostrando la sua vera faccia: coprire i crimini di guerra di un alleato, sacrificando i principi di giustizia universale.
Il paragone che fa tremare: Gaza come i nazisti
Affamare una popolazione intera, bombardare ospedali, privare bambini e donne di acqua e medicinali: cosa ricorda tutto questo? Solo i nazisti del secolo scorso hanno praticato con tale ferocia l’annientamento sistematico di un popolo.
Eppure oggi nessuno tra i leader occidentali osa dirlo. Non Mattarella, non l’Unione Europea, non gli Stati Uniti. Nessuno difende il diritto internazionale: si difende soltanto l’appartenenza ad un blocco occidentale che ormai si sgretola sotto il peso della propria ipocrisia.
Il fallimento del neoliberismo e il declino dell’Occidente
Il neoliberismo, modello economico e culturale che ha dominato gli ultimi decenni, ha fallito: ha prodotto diseguaglianze, distrutto welfare e diritti, alimentato guerre e sfruttamento. Ora mostra la sua faccia peggiore: l’incapacità di difendere quei valori – libertà, giustizia, solidarietà – che pure erano stati il fondamento dell’Occidente.
La crisi di Gaza non è solo mediorientale: è la crisi dell’Occidente stesso. Senza più un riferimento etico, le democrazie occidentali diventano gusci vuoti, pronte a giustificare l’ingiustificabile.
Ripetiamolo con chiarezza: Gaza è la cartina di tornasole del futuro dell’umanità. Se accettiamo che un popolo venga sterminato nell’indifferenza generale, cosa impedirà domani ad altri di fare lo stesso? Se i principi universali valgono solo per alcuni, allora nessuno sarà più protetto.
Lo sgretolarsi dei valori occidentali non è un problema per i palestinesi soltanto: è un problema per tutti noi, perché segna il declino di un sistema che non ha più nulla da insegnare al mondo.