Irrompe, esonda e dilaga la violenza. Sulle infinite autostrade del web – a partire da telegram, tiktok e instagram in cui abbondano traffici e criminali di ogni tipo – e negli angoli più diversi delle città italiane.
Maranza, baby gang, branco, sono termini che quasi quotidianamente raccontano episodi di cronaca. E l’età media si abbassa, sempre più sono coinvolti ragazzini alle soglie dell’adolescenza. Alcol, maleducazione, violenza, schiaffi, coltellini che sbucano improvvisi, sono la quotidianità di alcuni giovanissimi – nell’età della scuola secondaria di primo grado o al massimo dei primi anni della scuola secondaria di primo grado – anche nel centro e non solo di Vasto. Gruppi sparuti, pochi ragazzi, che preoccupano gli adulti e i loro coetanei. Sono una piccola minoranza ma la loro presenza è ben visibile. Ed interroga gli adulti, le istituzioni, la scuola. Questi ragazzini, poco più che bambini, rischiano di diventare i criminali di domani il timore espresso, con amarezza, da un genitore vastese. Il figlio li ha visti in azione ed è tornato a casa terrorizzato. È accaduto alcuni giorni prima di Pasqua.
L’ultimo episodio di vandalismo nel cuore di Vasto è avvenuto nella notte tra sabato e domenica, nelle ore in cui tantissimi giovanissimi si ritrovano in città anche dai comuni circostanti per divertirsi, stare insieme, condividere ore liete e di socialità. Non tutti, perché purtroppo ci ritroviamo ad iniziare la settimana con l’ennesima notizia di distruzione di beni pubblici. La denuncia è stata pubblicata da un cittadino sul popolare gruppo “Sei di Vasto se”: panche e tavoli della Villa Comunale di Vasto vandalizzate, distrutte. È passato solo un mese dall’ultimo precedente: il raid vandalico nel parco Michele Fazio con la targa in ricordo del giovane Ivano vandalizzata e gettata a terra e le cinture di sicurezza del gioco inclusivo strappate nel parco di Via Ciccarone.
Ripetuti atti vandalici che si aggiungono all’inciviltà notturna di chi si lascia andare ad eccessi alcolici, abbandonando rifiuti di ogni tipo negli angoli più diversi della città.
Vasto è una città ha visto, poco più di un anno fa, un branco entrare all’interno di un istituto tecnico per aggredire di fronte a centinaia di studenti sgomenti. Tante sono le segnalazioni quest’anno. Nei dintorni di Palazzo D’Avalos c’è chi ha visto gruppi di ragazzine prendersi anche a schiaffi. Sono episodi che accadono nel cuore della città, ferito e danneggiato da bulli e vandali. E accadono nelle periferie, alle porte della città. Sono anni che i residenti del popoloso quartiere San Paolo, nota come zona 167, denunciano di sentirsi abbandonati, di vedere trascurata un’area importante della città. E se in centro parliamo solo di stupida e vigliacca violenza qui si va anche oltre. Dal parchetto intitolato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a diversi angoli irrompe lo spaccio, quasi alla luce del sole e fiorente, e non solo. I giovanissimi di oggi rischiano di diventare, senza prospettive e con solo la violenza davanti, i delinquenti di domani. Quando si aggiungono reati commessi alla luce, diffusione di droghe di ogni tipo, vi lasciamo immaginare quale futuro potrebbe arrivare.
Quella diffusione di droghe, quel mondo di mezzo e di sotto che alimenta le mafie, clan e famiglie ben precise, identificate e identificabili. Spaccati drammatici della vita nel mondo di sotto e nella quotidianità di periferie e centro delle città. Come documentato e denunciato il mese scorso a Pescara dai consiglieri comunali Domenico Pettinari e Massimiliano Di Pillo, come dimostra l’operazione antimafia scattata a Pescara all’alba di oggi (ultima finora di una lunga serie). E come denunciano cittadini esasperati, indignati, che si sentono abbandonati anche a Vasto.