Dal 7 al 9 ottobre 2025, il cuore del capoluogo molisano diventerà teatro del pensiero critico e del dialogo civile con la prima edizione del Festival del Diritto e delle Scienze Politiche, promosso dal Dipartimento Giuridico dell’Università degli Studi del Molise con il patrocinio del Comune di Campobasso.
Tema cardine di questa tre giorni sarà una domanda che vibra d’attualità e inquietudine: “Disordine o nuovo ordine?”
Un interrogativo che attraverserà gli incontri, i laboratori e i momenti di confronto aperti non solo al mondo accademico, ma anche a studenti, cittadini e operatori del diritto, con ingresso libero e gratuito.
Un Ateneo che dialoga con la città
L’inaugurazione del Festival è fissata per questa sera, lunedì 7 ottobre, alle ore 17.00, in Piazzetta Palombo, nel cuore del centro storico di Campobasso (in caso di pioggia l’evento si terrà all’Alphaville).
L’apertura sarà dedicata a un incontro pubblico sulla Costituzione e sulle tensioni contemporanee che la attraversano, con la distribuzione di copie gratuite della Carta Costituzionale Italiana.
Un gesto simbolico ma potente, che vuole riaffermare il legame tra Ateneo e cittadinanza, in un tempo in cui la Costituzione stessa sembra chiamata a resistere a spinte autoritarie e derive populiste.
L’idea del Festival nasce infatti dal desiderio di rafforzare il ruolo pubblico dell’Università, non solo come luogo di studio ma come spazio di partecipazione e riflessione collettiva, aperto ai grandi temi della contemporaneità.
8 ottobre: democrazia digitale e giustizia sociale
Il secondo giorno, martedì 8 ottobre, le aule del Dipartimento Giuridico ospiteranno un fitto calendario di eventi.
Al mattino si discuterà del ruolo del digitale nelle democrazie moderne, una delle questioni più urgenti della nostra epoca. Le tecnologie, tra algoritmi e intelligenza artificiale, stanno trasformando non solo il lavoro e l’economia, ma anche i meccanismi stessi della partecipazione politica e della libertà di informazione.
Nel pomeriggio, spazio al mondo delle professioni forensi, con un dibattito sui conflitti che attraversano la giustizia contemporanea e le difficoltà di un sistema che cerca di rinnovarsi senza smarrire la propria missione etica.
L’intermezzo teatrale a cura del gruppo “SenzAppello”, dedicato alla violenza di genere, offrirà un momento di riflessione emotiva e civile, seguito da un laboratorio di simulazione di processo sullo stesso tema, per mettere in luce il valore delle relazioni sane e del rispetto come fondamenti di ogni convivenza civile.
In serata, il Dipartimento si trasformerà in un luogo di festa e partecipazione, con musica, momenti ludici e convivialità, per celebrare la cultura giuridica come esperienza viva e condivisa.
9 ottobre: il mondo in frantumi e la pace negata
L’ultimo giorno del Festival, mercoledì 9 ottobre, si aprirà con un confronto ad alto contenuto politico e morale: la crisi dell’ordine internazionale della pace.
Un tema che non può prescindere dai conflitti che devastano il pianeta, con un focus dedicato alla Palestina e la proiezione del documentario “Oscar No Other Land”, testimonianza di dolore e resistenza che scuote le coscienze.
Il messaggio finale sarà chiaro: la pace non è un concetto astratto, ma una responsabilità collettiva che passa attraverso la conoscenza, la partecipazione e la capacità di leggere il disordine del presente come occasione per costruire un nuovo ordine più giusto e umano.
Un festival per orientare e ispirare
Oltre al suo valore culturale, il Festival rappresenta anche un’importante opportunità di orientamento per chi guarda all’università come strumento di crescita personale e professionale.
Durante le tre giornate sarà possibile approfondire l’offerta formativa del Dipartimento Giuridico, che comprende:
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il Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza,
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la Triennale in Diritto, sicurezza e nuove tecnologie,
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la filiera triennale e magistrale di Scienze Politiche.
L’obiettivo è mostrare come il diritto e le scienze politiche possano diventare strumenti per comprendere e trasformare la società, formando cittadini consapevoli e professionisti capaci di agire con competenza e responsabilità.
Un appuntamento da non perdere
Tre giorni di dialogo, cultura, musica e partecipazione, per interrogarsi insieme sul futuro e sul ruolo che ognuno può avere nel costruirlo.
Perché – come insegna la Costituzione che il Festival celebra e difende – la Repubblica è fondata sulla partecipazione, e il sapere è la sua prima forma di libertà.