«Una spietata stagione di violenza contro gli italiani residenti in quelle zone. «Di quella stagione contrassegnata da una lunga teoria di uccisioni, arresti, torture, saccheggi, sparizioni, le Foibe restano il simbolo più tetro. La furia omicida si accanì su impiegati, intellettuali, famiglie, sacerdoti, anche su antifascisti, su compagni di ideologia, colpevoli soltanto di esigere rispetto nei confronti della identità delle proprie comunità. Di fronte al proposito del nuovo regime jugoslavo di sovranità sui territori giuliani, l’essere italiano diveniva un ostacolo, se non una colpa. Ben presto, sotto minaccia e dopo una seconda ondata di violenze, i nostri concittadini di Istria, Dalmazia, Fiume, furono messi di fronte al drammatico dilemma: assimilarsi, disconoscendo le proprie radici, la lingua, i costumi, la religione, la cultura. Oppure andare via, perdendo beni, casa, lavoro, le terre in cui erano nati. In grande maggioranza scelsero di non rinunciare alla loro italianità e, di fatto, alle libertà, di pensiero, di culto, di parola. In trecentomila – uomini, donne, anziani, bambini – radunate poche cose, presero la triste via dell’esodo».
Così in occasione del “Giorno del Ricordo” di quest’anno il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato la tragedia delle foibe. Cerimonie si tennero in occasione della ricorrenza anche nel vastese. Andreana Colangelo, responsabile per la provincia di Chieti del Comitato 10 febbraio, ci ha rilasciato la videointervista che pubblichiamo in quest’articolo in cui ha ribadito una condanna di ogni totalitarismo e violenza, della guerra e della barbarie e l’importanza del ricordo, senza strappare nessuna pagina dal libro della storia e condannando ogni crimine, ogni morte, restituendo dignità a tutte le vite spezzate, uccise, assassinate, senza mai creare vittime di serie A e serie B. In occasione della cerimonia a Casalbordino, presente per l’amministrazione comunale il vicesindaco Carla Zinni, abbiamo raccolto la testimonianza dell’esule istriana Magda Rover.
Andreana Colangelo è promotrice, nella sua qualità di commissario provinciale del Comitato 10 febbraio, anche quest’anno del ciclo di eventi di “Una rosa per Norma” in ricordo di Norma Cossetto, ragazza violentata, infoibata e uccisa nel pieno della sua giovinezza. Studentessa universitaria laureanda in Lettere e Filosofia presso l’Università di Padova, fu violentata, infoibata e uccisa dai partigiani titini la notte tra il 4 e il 5 ottobre del 1943, 81 anni fa. Rinchiusa nelle carceri di Parenzo, fu legata ad un tavolo e violentata ripetutamente da diciassette aguzzini. Una donna che abitava lì vicino la sentiva implorare pietà, chiedere acqua, invocare la mamma. Condannata a morte dal locale “tribunale del popolo”, fu condotta fino all’orlo della foiba di Surani, dove fu nuovamente violentata, le furono recisi i seni, spezzate braccia e gambe e fu sottoposta ad ulteriori orrori prima di essere infoibata.Anni dopo, su indicazione del Prof. Marchesi, a Norma fu conferita la laurea Honoris Causa dall’Università di Padova. Il Presidente Ciampi le conferì la Medaglia d’Oro al Merito Civile.
«Con queste manifestazioni omaggiamo Norma Cossetto per ricordare tutte le donne vittime di femminicidio e tutte le donne che ogni giorno subiscono violenze all’interno delle proprie mura domestiche e in guerra. Norma è testimonianza dell’odio e della violenza politica – ha sottolineato in varie occasioni negli anni Andreana Colangelo, Commissario Comitato 10 Febbraio Provincia di Chieti – Troppe sono le pagine che sono state strappate dal libro della storia, è nostro dovere dunque preservare il ricordo di tali crimini, affinché questi non si verifichino mai più. Rinnovare la memoria dei Martiri delle foibe e degli Esuli è un dovere, trasmetterla alle nuove generazioni è un obbligo morale». Andreana Colangelo l’estate scorsa è stata tra i 65 ragazzi, provenienti da tutta Italia, che hanno attraversato il percorso storico degli esuli di Istria e della triste storia delle foibe. «Nel corso del Viaggio del Ricordo, ho avuto l’opportunità di visitare Magazzino 18 a Trieste, luogo simbolo dell’esodo dalle terre dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. È stata un’esperienza profondamente toccante, un vero vortice di emozioni. Ho provato rabbia, non solo per quanto accaduto, ma per il lungo silenzio che ha avvolto questa storia, per troppo tempo. Ho sentito il dolore, vedendo la quotidianità che gli esuli furono costretti ad abbandonare, perché non avevano alternativa. Ho pianto tanto – la testimonianza di Andreana Colangelo – Mi sono tornati in mente gli incontri organizzati con il Comitato 10 Febbraio e le parole degli esuli che mi hanno donato le loro testimonianze. Questa volta, però, non è stato più solo ascolto: ho visto tutto con i miei occhi, ho sentito tutto sulla mia pelle. È stato emotivamente devastante, ma anche necessario. Perché oggi più che mai so che dobbiamo continuare a parlarne. Più forte, con più convinzione».
«Ho visitato la Foiba di Basovizza, luogo simbolo della tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Un luogo di dolore e di memoria, dove il silenzio parla più di mille parole. Quella delle foibe è una pagina dolorosa della nostra storia nazionale, troppo a lungo rimossa o taciuta. Negare quanto accaduto è rendersi complici di tali atrocità. Troppe sono le pagine che sono state strappate dal grande libro della storia, è nostro dovere dunque preservare il ricordo di tali crimini, affinché questi non si verifichino mai più. Lo dobbiamo a tutte le persone che sono state uccise perché italiane, lo dobbiamo a tutti coloro che sono stati costretti a lasciare la propria casa e la propria terra senza più farvi ritorno. Rinnovare la memoria dei Martiri delle foibe e degli Esuli è un dovere, trasmetterla alle nuove generazioni è un obbligo morale – racconta il commissario del Comitato 10 febbraio – abbiamo avuto l’onore di incontrare i delegati della Comunità Italiana di Pola, in un momento di dialogo e condivisione all’insegna del ricordo. Siamo stati accolti con grande cordialità dal Console Onorario d’Italia, dalla Vicepresidente della Regione Istriana e dal Vicesindaco della Città di Pola. Un incontro significativo, che ci ha permesso di scoprire le radici storiche e culturali tra l’Italia e questa terra».
«Deporre una rosa per Norma Cossetto non è soltanto un gesto simbolico, ma un atto di memoria e di responsabilità civile – sottolinea Andreana Colangelo, commissario comitato 10 febbraio provincia di Chieti – Significa ricordare il sacrificio di una giovane donna che ha pagato con la vita la sua fedeltà e il suo amore per l’Italia e, al tempo stesso, testimoniare alle nuove generazioni l’importanza di custodire la verità storica». «In ogni paese, in ogni piazza e davanti a ogni monumento, riaffermiamo che il ricordo è un dovere, e che senza memoria non c’è futuro – la riflessione di Andreana Colangelo – In qualità di Commissario del Comitato 10 Febbraio per la Provincia di Chieti, rivolgo un sentito ringraziamento ai Comuni che hanno concesso il patrocinio all’iniziativa, dimostrando una grande sensibilità storica e contribuendo a mantenere viva la memoria di una delle pagine più dolorose della nostra storia nazionale».
La memoria di Norma Cossetto e di tutte le vittime delle foibe, sottolinea Andreana Colangelo in questi giorni, per troppi decenni è stata cancellata, dimenticata, pagine strappate dal libro della Storia. Ricordare la giovanissima studentessa istriana è dedicare un pensiero a tutte le donne ancora oggi vittime di violenza, negli Stati in guerra e anche in Italia. Donne violentate, abusate, stuprate e uccise. Lo stupro è un’arma di guerra, è uno dei crimini più diffusi in tutte le guerre. Lo è stato ottant’anni fa (dalle “marocchinate” alle foibe) e lo è ancora oggi. Norma Cossetto, ha ricordato il commissario del comitato 10 febbraio, è stata vittima di atrocità terribili ed è stata ripetutamente stuprata da diciassette partigiani titini dopo averla legata ad un tavolo. Condannata a morte, fu condotta fino all’orlo della foiba di Surani, dove fu nuovamente violentata, le furono recisi i seni, spezzate braccia e gambe e fu sottoposta ad ulteriori orrori prima di essere infoibata.
«Volevano cancellare la memoria di Norma Cossetto e delle foibe, sono diventati martiri eterni» sottolinea nei suoi commossi interventi Andreana Colangelo che sta consegnando un sasso – dipinto dall’artista Cinzia Corti – alle amministrazioni comunali che stanno partecipando al ciclo di eventi di “Una rosa per Norma”. Sulla pietra è raffigurato il volto di Norma Cossetto e il simbolo del comitato.
Questo il calendario delle undici cerimonie.
Sabato 4 ottobre:
ore 10:30 – Casalbordino, Largo Martiri delle Foibe, Basilica dei Miracoli
Domenica 5 ottobre:
ore 10:30 – Pollutri, Monumento ai Caduti, Piazza Giovanni Paolo I
ore 12:00 – Cupello, Panchina del Ricordo, Piazza Garibaldi
ore 17:00 – Monteodorisio, Monumento ai Caduti, Via Vittorio Emanuele
ore 20:00 – Lanciano, Largo Martiri delle Foibe
Lunedì 6 ottobre:
ore 10:00 – San Salvo, Monumento ai Caduti, Area dedicata a Norma Cossetto
Giovedì 9 ottobre:
ore 10:00 – Villalfonsina, Piazza Roma
ore 15:00 – Ortona, Monumento ai Caduti, Piazza Porta Caldari
Venerdì 10 ottobre:
ore 11:00 – Vasto, Largo Tommaso Saraceni, Piazzale in Via Vittorio Veneto
Sabato 11 ottobre:
Ore 10:30 – Guardiagrele, Piazza Norma Cossetto
Domenica 12 ottobre:
ore 12:00 – Chieti, Largo Martiri delle Foibe, Chieti Scalo